Analisi e articoli più recenti
di Pesach Wolicki • 31 agosto 2025
Dall'invasione di Israele da parte di Hamas, il 7 ottobre 2023, i media internazionali, le organizzazioni umanitarie e le agenzie affiliate alle Nazioni Unite hanno incessantemente promosso una delle accuse di sangue più dannose della storia: quella secondo cui Israele starebbe deliberatamente affamando la popolazione della Striscia di Gaza. Titolo dopo titolo, e attraverso rapporti "ufficiali" delle Nazioni Unite e immagini virali, al mondo è stato detto che Gaza è sull'orlo della carestia, o che la carestia è già in corso. Tuttavia, questi avvertimenti, proclamati a gran voce, non si sono concretizzati. Nella foto: abitanti di Gaza esultano dopo aver ricevuto pacchi alimentari da un punto di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation, il 26 giugno 2025, nel centro di Gaza. (Foto di Moiz Salhi/Middle East Images/AFP via Getty Images)
Dall'invasione di Israele da parte di Hamas, il 7 ottobre 2023, i media internazionali, le organizzazioni umanitarie e le agenzie affiliate alle Nazioni Unite hanno incessantemente promosso una delle accuse di sangue più dannose della storia: quella secondo cui Israele starebbe deliberatamente affamando la popolazione della Striscia di Gaza. Titolo dopo titolo, e attraverso rapporti "ufficiali" delle Nazioni Unite e immagini virali, al mondo è stato detto che Gaza è sull'orlo della carestia, o che la carestia è già in corso. Tuttavia, questi avvertimenti, proclamati a gran voce, non si sono concretizzati.
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di Guy Millière • 24 agosto 2025
I leader e i governi europei si sono allontanati da ciò che un tempo legava l'Europa e gli Stati Uniti, come la libertà di espressione e le elezioni libere ed eque, i cui risultati vengano di fatto attuati. È possibile fermare la deriva antidemocratica che ha attanagliato diversi grandi Paesi europei? (Fonte dell'immagine: iStock)
Febbraio 2025. Il vicepresidente statunitense J.D. Vance tiene un discorso in Germania alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza. Il pubblico si aspetta che parli di politica estera, geopolitica e di minacce che incombono sul mondo. Piuttosto, Vance afferma che la minaccia oggi più preoccupante è quella "dall'interno, l'allontanamento dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali". Aggiunge che i Paesi e le istituzioni europee minano la democrazia e la libertà di espressione, e riporta alcuni esempi: "Un ex commissario europeo", asserisce Vance, "è andato di recente in televisione e si è rallegrato del fatto che il governo rumeno ha appena annullato un'intera elezione".
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di JNS • 16 agosto 2025
Nella foto: Rifornimenti sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom che non sono stati raccolti per la distribuzione da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali, luglio 2025. (Foto di IDF)
Negli ultimi mesi, sul lato palestinese dei valichi di frontiera verso la Striscia di Gaza, si è accumulata una gran quantità di aiuti umanitari, per lo più cibo, che attende ancora di essere ritirata dalle organizzazioni umanitarie internazionali, ha dichiarato il 25 luglio scorso il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (COGAT), un'unità del ministero della Difesa israeliano, in seguito alle affermazioni secondo cui Gerusalemme starebbe impedendo l'ingresso di cibo nella Striscia. Il COGAT ha diffuso un lungo video che mostra centinaia di camion sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom, con file di scatole di rifornimenti ammassate sui pallet.
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di Drieu Godefridi • 4 agosto 2025
Il 24 luglio scorso, la Francia ha annunciato la sua decisione di riconoscere a settembre l'esistenza di uno "Stato palestinese". Il presidente Emmanuel Macron ha definito tale mossa un atto di "giustizia" e di "pace". In realtà, tuttavia, questo riconoscimento è una finzione geopolitica. Ancora una volta, la Francia si trova dalla parte sbagliata della storia. Non dalla parte dei diritti umani, né dalla parte della pace, ma da quella della menzogna, del disonore e della collaborazione con i nemici dell'umanità. Nella foto: Macron incontra il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmud Abbas all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, il 25 settembre 2024. (Foto di Ludovic Marin/AFP via Getty Images).
Il 24 luglio 2025, la Francia ha annunciato la sua decisione di riconoscere a settembre l'esistenza di uno "Stato palestinese". Il presidente Emmanuel Macron ha definito tale mossa un atto di "giustizia" e di "pace". In realtà, tuttavia, questo riconoscimento è una finzione geopolitica. Ancora una volta, la Francia si trova dalla parte sbagliata della storia. Non dalla parte dei diritti umani, né dalla parte della pace, ma da quella della menzogna, del disonore e della collaborazione con i nemici dell'umanità. 1. Quale Stato? Il diritto internazionale, e in particolare l'articolo 1 della Convenzione di Montevideo del 1933, specifica che uno Stato deve avere: una popolazione permanente, un territorio definito, un governo efficace e la capacità di intrattenere relazioni con altri Stati. Nessuna delle due entità politiche palestinesi soddisfa questi criteri.
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di Majid Rafizadeh • 1 agosto 2025
L'influenza dell'Iran non si limita "soltanto" agli omicidi e alle cellule terroristiche. Il regime è ora un attore chiave in uno dei più grandi conflitti europei dalla Seconda guerra mondiale: la guerra tra Russia e Ucraina. Nella foto: residenti ispezionano un condominio a Kharkiv, in Ucraina, danneggiato dai droni suicidi "Shahed", forniti dall'Iran e lanciati dalle forze russe, il 31 dicembre 2023. (Foto di Sergey Bobok/AFP via Getty Images)
La diplomazia dell'Unione Europea è rimasta silente a guardare mentre gli Stati Uniti e Israele affrontavano da soli la Repubblica Islamica dell'Iran. In un momento in cui i leader americani e israeliani hanno corso rischi reali e tangibili per contrastare la minaccia rappresentata da Teheran e dalla sua vasta rete globale di terrore, i funzionari europei hanno optato per l'appeasement, il rinvio, la codardia e la parsimonia, criticando Israele per essere intervenuto in loro aiuto, invece di ringraziarlo.
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di Guy Millière • 27 luglio 2025
Da anni, in Francia, ogni festeggiamento ha portato a rivolte, saccheggi e violenze. La polizia interviene raramente. Se un manifestante viene ferito da un agente di polizia, quest'ultimo potrebbe finire in prigione. Gli arresti si contano sulle dita. Spesso chi viene arrestato viene subito rilasciato. Nella foto: la polizia antisommossa arresta un uomo mentre i tifosi del Paris Saint-Germain festeggiano con una rivolta, dopo la vittoria del PSG nella partita di calcio della UEFA Champions League, sugli Champs-Élysées a Parigi, il 31 maggio 2025. (Foto di Lou Benoist/AFP tramite Getty Images)
Parigi, 21 giugno scorso. Fȇte de la Musique 2025. Dieci anni fa le orchestre suonavano tranquillamente per le strade. Le famiglie passeggiavano e si fermavano ad ascoltare. La sicurezza regnava sovrana ed era data per scontata. Negli ultimi anni, l'atmosfera è cambiata, radicalmente. Le famiglie non escono più. Giovani provenienti dai quartieri o dalle aree urbane con una concentrazione significativa di popolazione musulmana impediscono ai musicisti di suonare, urlando insulti e lanciando minacce, e aggredendo chiunque si metta sulla loro strada. Quest'anno, sono state presentate alla polizia più di un centinaio di denunce per stupro. Innumerevoli attacchi con coltello hanno causato decine di feriti. I negozi vengono saccheggiati. Ciò che è accaduto a Parigi ha avuto luogo in tutte le principali città francesi.
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di Raymond Ibrahim • 18 luglio 2025
Secondo la World Watch List 2025, "in Nigeria, vengono uccisi per la loro fede più cristiani che in qualsiasi altro Paese al mondo". Nella foto: la Chiesa di Cristo nelle Nazioni a Mangu, in Nigeria, fotografata il 2 febbraio 2024 dopo l'incendio appiccato da terroristi islamici. (Foto di Kola Sulaimon/AFP via Getty Images)
Nel 2024, in tutto il mondo, 4.476 cristiani, in media più di 12 al giorno, sono stati "uccisi per motivi legati alla fede". Altri 4.744 cristiani sono stati arrestati o detenuti illegalmente e 7.679 chiese e altre strutture cristiane sono state attaccate, spesso distrutte. Globalmente, la persecuzione globale dei cristiani ha raggiunto livelli senza precedenti. "Oltre 380 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede", secondo la World Watch List 2025 (WWL), pubblicata all'inizio di quest'anno dall'organizzazione internazionale per i diritti umani Open Doors. Ogni anno, la WWL stila una classifica delle 50 nazioni in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati per la loro fede. I dati sono raccolti da migliaia di operatori locali ed esperti esterni. L'ultima edizione della WWL copre il periodo che va dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024.
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di Amir Taheri • 10 luglio 2025
Secondo qualsiasi standard militare, Israele ha ottenuto una vittoria importante nella guerra dei 12 giorni interrotta da Trump. Eppure, ancora una volta, Israele non solo si è ritrovato con un pugno di mosche, ma viene definito dall'Iran come il perdente e, cosa ancora più sorprendente, da alcuni cosiddetti esperti negli Stati Uniti e in Europa. Nella foto: la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, pronuncia un discorso, trasmesso su IRINN TV il 26 giugno 2025, in cui afferma: "Vorrei congratularmi con il popolo iraniano. Innanzitutto, congratulazioni per la vittoria sul fasullo regime sionista. Nonostante tutto quel clamore, nonostante tutte quelle affermazioni, il regime sionista è stato quasi distrutto e schiacciato, sotto i colpi della Repubblica Islamica". (Fonte dell'immagine: MEMRI)
Secondo un adagio, la storia di ogni guerra è scritta dal vincitore. Questo perché il perdente è morto o ferito troppo gravemente per avere l'energia di scrivere o, in alcuni casi, la speranza di trasformare il vincitore in amico. Ma affinché questo adagio sia valido, una guerra deve concludersi con un vincitore riconosciuto. E questo pone un altro problema: nessun vincitore potrebbe auto-consacrarsi tale e indossare la corona a meno che l'avversario non riconosca la sconfitta. Questo è il dilemma che gli israeliani si trovano ad affrontare fin da quando hanno combattuto per far sì che il loro piccolo Paese apparisse sulle mappe geografiche. Questa volta sono stati di nuovo gli Stati Uniti a togliere loro la coppa della vittoria dalle labbra.
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di Robert Williams • 30 giugno 2025
Purtroppo, l'OMS si è trasformata in un organismo del tutto corrotto e screditato, nelle mani non solo di Bill Gates e dell'industria farmaceutica, ma anche della Cina comunista. E ora, l'OMS potrebbe finire per ottenere proprio ciò che desiderava: potere e controllo illimitati. Nella foto: il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus in visita al presidente cinese Xi Jinping, a Pechino, il 28 gennaio 2020. (Foto di Naohiko Hatta/AFP via Getty Images)
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) potrebbe finire per ottenere ciò che desiderava: potere e controllo illimitati. La data limite per recedere dalle modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale è il 19 luglio, ovvero il mese prossimo. È tempo di chiedere ai vostri legislatori di intervenire immediatamente nei loro Parlamenti e dire NO a questi emendamenti. Finora, nessun Paese ha espresso il proprio dissenso alle modifiche e, a causa della mancanza di copertura mediatica, la maggior parte delle persone sembra completamente ignara dell'esistenza di un problema.
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di Daniel Greenfield • 8 giugno 2025
I prezzi dell'energia elettrica in Iran sono tra i più bassi al mondo. Un Paese in cui l'elettricità è molto più economica che negli Stati Uniti non cerca di ridurre i propri costi di produzione. L'Iran non ha alcun interesse nelle applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, ma è interessato alle armi nucleari. Ecco perché è disposto a perdere mille miliardi di dollari e a entrare in guerra anziché rinunciare al suo programma nucleare. Nella foto: il reattore della centrale nucleare di Bushehr, costruita dai russi, nel sud dell'Iran. (Foto di Atta Kenare/AFP via Getty Images)
L'Iran offre prezzi dell'energia elettrica tra i più bassi al mondo. Negli Stati Uniti, il costo medio dell'elettricità è di 0,181 dollari per kilowattora. In Iran è di 0,004 $/kWh. Un Paese in cui l'elettricità è molto più economica che in America non cerca di ridurre i propri costi di produzione. L'Iran fa parte del club dei Paesi ricchi di petrolio (Libia, Kuwait, Iraq, Oman, Qatar etc.), dove i prezzi dell'elettricità sono tra i più bassi al mondo. Le nazioni con vaste riserve e capacità di produzione energetica non hanno bisogno dell'energia nucleare, come ad esempio, la Germania o la Francia, che dipendono dalle importazioni.
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di Robert Williams • 22 maggio 2025
Secondo l'ONU, "gli alimenti di origine animale, soprattutto carne rossa, latticini e gamberetti d'allevamento, sono in genere associati alle più elevate emissioni di gas serra". Cosa mangiare invece? Il World Economic Forum da anni si batte strenuamente per l'autorizzazione degli insetti come ingredienti alimentari per il consumo umano. Nella foto: un piatto di tagliatelle al pesto di basilico, preparate con larve di mosca e guarnite con vermi della farina, presso Gourmet Grubb, un ristorante guidato dallo chef Mario Barnard a Città del Capo, in Sudafrica, il 17 luglio 2019. (Foto di Rodger Bosch/AFP via Getty Images)
Le Nazioni Unite, il World Economic Forum (WEF) ossia il Forum economico mondiale, e altre organizzazioni internazionali che cercano di attuare fantasiosi programmi di contrasto al "cambiamento climatico" stanno conducendo una guerra al cibo. Secondo l'ONU, "circa un terzo di tutte le emissioni di gas serra causate dall'uomo sono legate al cibo". "La maggior parte dei gas serra legati all'alimentazione proviene dall'agricoltura e dall'uso del suolo. Tra questi, ad esempio, il metano derivante dal processo digestivo del bestiame, il protossido di azoto derivante dai fertilizzanti utilizzati per la produzione di colture, l'anidride carbonica derivante dall'abbattimento delle foreste per espandere i terreni agricoli, la gestione dei fertilizzanti, altre emissioni agricole, la coltivazione del riso, la combustione dei residui delle colture e l'uso di combustibili nelle aziende agricole contribuiscono tutti ai gas serra."
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di Khaled Abu Toameh • 13 maggio 2025
I palestinesi affermano che se c'è qualcuno che sta saccheggiando aiuti umanitari e forniture di cibo a Gaza, quello è Hamas. Questa condotta criminale è esattamente la ragione per cui la comunità internazionale deve sostenere gli sforzi di Israele per impedire ad Hamas di monopolizzare e appropriarsi indebitamente dei rifornimenti umanitari inviati nella Striscia di Gaza. Nella foto: terroristi di Hamas a bordo di un pick-up "scortano" camion carichi di aiuti umanitari che intendono saccheggiare, vicino al valico di Rafah con l'Egitto, nel sud della Striscia di Gaza, il 10 dicembre 2023. (Foto di Mohammed Abed/AFP via Getty Images)
Il gruppo terroristico palestinese Hamas, sostenuto dall'Iran, ha ricostituito la sua "Forza Esecutiva" nell'ambito del tentativo di controllare gli aiuti umanitari e "imporre la legge e l'ordine" nella Striscia di Gaza. La Forza, composta da 5 mila uomini e creata originariamente nel 2006, è stata incaricata di prevenire il "furto" di forniture di cibo e di "scoraggiare ladri e delinquenti responsabili di anarchia e illegalità". Secondo fonti palestinesi, membri della "Forza Esecutiva" sono stati dispiegati in tutta la Striscia e hanno ricevuto l'ordine di "adottare tutte le misure necessarie, compreso l'uso eccessivo della forza" per ripristinare la sicurezza e la stabilità nella fascia costiera.
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di Robert Williams • 9 maggio 2025
Da anni, l'ONU e il World Economic Forum, guidato da Klaus Schwab, promuovono la sorveglianza globale nelle cosiddette "città intelligenti". L'obiettivo della "smart city" (città intelligente), come dimostra la sua diffusione in Cina, è incentrato in modo preponderante su un sistema di sorveglianza e controllo assoluto dei cittadini da parte dello Stato, a cui si aggiunge l'estrazione sistematica dei dati di ogni persona per alimentare un sistema di crediti sociali. Schwab sembra essere un grande ammiratore dello Stato comunista cinese, che ha elogiato nel 2022 come "modello" da emulare. Nella foto: Schwab stringe la mano al presidente cinese Xi Jinping al World Economic Forum, il 17 gennaio 2017 a Davos, in Svizzera. (Foto di Fabrice Coffrini/AFP via Getty Images)
C'è stato un tempo in cui l'Occidente, ben prima dei lockdown dovuti al COVID-19, fingeva di preoccuparsi di questioni come la libertà, il diritto alla privacy e i pericoli della sorveglianza e della raccolta di dati sui propri cittadini. Lo stato di sorveglianza cinese veniva, almeno pubblicamente, descritto per lo più come un fenomeno abominevole che minacciava i diritti umani, non come un esempio da emulare. Purtroppo, non sembra più essere così. Da anni, in nome della sostenibilità ambientale, dell'efficienza energetica, della sicurezza e della convenienza, le Nazioni Unite e il World Economic Forum (WEF), il Forum economico mondiale, guidato da Klaus Schwab, promuovono la sorveglianza globale sotto forma delle cosiddette città "intelligenti" (smart city). In Cina, già nel 2018, esistevano più di 500 città intelligenti.
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di Nils A. Haug • 4 maggio 2025
Nella foto: soldati ispezionano un blindato per il trasporto truppe danneggiato, catturato dai jihadisti di Boko Haram ed esposto a Goniri, nello Stato di Yobe, nel nord-est della Nigeria, il 3 luglio 2019. (Foto di Audu Marte/AFP via Getty Images)
Il centro dell'attività terroristica e delle morti violente a livello mondiale non è più il Medio Oriente. Secondo l'autorevole Global Terrorism Index, "la regione africana del Sahel è ora l'epicentro del terrorismo globale", che è responsabile di "oltre la metà di tutte le morti per terrorismo" a livello mondiale. Il Sahel subsahariano è in gran parte sconosciuto al resto del mondo. Può essere descritto come una grande striscia di terra, prevalentemente pianeggiante, larga quasi 960 chilometri, situata tra le savane del Sudan a sud e il deserto del Sahara a nord. Negli ultimi dieci anni circa, secondo il Royal United Services Institute, il più antico think tank al mondo in materia di difesa e sicurezza, con sede a Londra, il Sahel ha subito una "significativa impennata di violenza jihadista. Gli attori armati sfruttano confini porosi, Stati fragili e tensioni locali per estendere la loro portata operativa".
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di Guy Millière • 27 aprile 2025
La stragrande maggioranza degli israeliani sembra aver finalmente capito che l'obiettivo delle organizzazioni palestinesi non è quello di creare uno Stato che viva in pace accanto a Israele, ma di distruggerlo. L'Occidente, ha scritto l'editorialista Melanie Phillips, ha bisogno di "togliersi i paraocchi, fare due più due e lottare come Israele per sopravvivere". Nella foto: terroristi di Hamas in arrivo in Israele dalla Striscia di Gaza, con l'obiettivo di assassinare gli ebrei, la mattina del 7 ottobre 2023. (Foto di Said Khatib/AFP via Getty Images)
Nei principali media europei e americani, l'indicibile massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023 in Israele sembra essere stato ampiamente dimenticato. I media raramente descrivono Hamas come un'organizzazione terroristica con intenti genocidi. Quando viene utilizzato il termine "genocidio" anche da parte di sedicenti "organizzazioni per i diritti umani" lo si fa per accusare la vittima degli attacchi, vale a dire Israele. Nel 2005, Israele rimosse tutte le sue truppe e i suoi coloni civili da Gaza, molto prima del massacro del 7 ottobre 2023. Ciononostante, una delle attuali campagne di Amnesty International, "Stop al genocidio israeliano contro i palestinesi di Gaza", continua a fare riferimento alla "Striscia di Gaza occupata". Ma Gaza non è occupata da vent'anni, e non lo è nemmeno ora. Gaza è il teatro da cui i palestinesi continuano a lanciare razzi e missili contro obiettivi civili in Israele.
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