Analisi e articoli più recenti
di Uzay Bulut • 29 ottobre 2025
Da anni il Pakistan reprime duramente le sue minoranze, i dissidenti politici, i difensori dei diritti umani e i giornalisti. Ciononostante, continua a beneficiare degli incentivi speciali dell'Unione Europea nell'ambito del Sistema di Preferenze Generalizzate. Nella foto: l'allora Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell'UE, Federica Mogherini, e l'allora Ministro degli Affari Esteri pakistano Shah Mehmood Qureshi, tengono una conferenza stampa dopo la firma del Piano di Impegno Strategico UE-Pakistan, a Bruxelles, il 25 giugno 2019. (Foto di Aris Oikonomou/AFP via Getty Images)
Il Pakistan è travolto da una crisi sempre più profonda di intolleranza religiosa e persecuzione sistematica. Quest'anno si è assistito a un'inquietante ondata di violenza, di discriminazione e a un preoccupante aumento della complicità istituzionale. Le comunità cristiana, ahmadi e indù sono state particolarmente prese di mira. Nonostante i ripetuti appelli alla riforma e la condanna internazionale, l'incapacità del Pakistan di proteggere i suoi cittadini più vulnerabili ha lasciato una scia di vite distrutte, luoghi di culto profanati e una società sempre più dilaniata dall'odio. Da anni il Pakistan reprime duramente le proprie minoranze, i dissidenti politici, i difensori dei diritti umani e i giornalisti, anche a livello transnazionale. Ciononostante, il Pakistan continua a godere dei vantaggi offerti dal regime speciale di incentivazione dell'Unione Europea nell'ambito del Sistema di Preferenze Generalizzate (SPG+).
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di Drieu Godefridi • 26 ottobre 2025
La Germania offre oggi al mondo uno spettacolo inquietante: uno Stato in agonia che, sotto le mentite spoglie della virtù democratica, sta sprofondando nell'autoritarismo. Nell'odierna Germania, il principale partito di opposizione non è considerato un attore legittimo nel processo democratico, ma senza alcun giusto processo viene visto come un nemico interno. Nella foto: Alice Weidel, co-presidente del partito politico Alternative für Deutschland (AfD), appare su un monitor mentre parla al Congresso del partito tenutosi l'11 gennaio 2025 a Riesa, in Germania. (Foto di Sean Gallup/Getty Images)
La Germania offre oggi al mondo uno spettacolo inquietante: uno Stato in agonia che, sotto le mentite spoglie della virtù democratica, sta sprofondando nell'autoritarismo. L'erosione delle libertà civili non avviene attraverso un colpo di Stato, ma attraverso il lento accumulo di misure amministrative, giuridiche e di polizia che delineano i contorni di una dittatura tanto implacabile quanto convinta della propria virtù. 1. La classificazione dell'AfD da parte di un'agenzia amministrativa
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di Robert Williams • 12 ottobre 2025
Con le valute digitali delle banche centrali, il tuo denaro non sarà più tuo, ma più simile a un credito o a un conto che avrai presso il governo e a cui potrai accedere solo a condizione di rispettare le regole, qualunque esse siano. (Fonte dell'immagine: iStock/Getty Images)
I leader globalisti lavorano a pieno ritmo per introdurre le valute digitali delle banche centrali (CBDC). Una CBDC è una valuta digitale emessa direttamente da una banca centrale, come la Federal Reserve negli Stati Uniti, la Banca Centrale Europea nell'Eurozona e la Banca d'Inghilterra nel Regno Unito.
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di Jon Abbink • 9 ottobre 2025
Il conflitto tra Israele, Hamas e l'Iran, che domina ancora le notizie mondiali, rimane instabile. Negli ultimi 23 mesi, si sono svolte in molti Paesi manifestazioni di protesta contro Israele, spesso sfociate in violente rivolte. Alcune si sono addirittura svolte in concomitanza con il 7 ottobre 2023, o pochi giorni dopo, a sostegno dei massacri perpetrati da Hamas in Israele. Ci sono state numerose iniziative e sono state pubblicate molte affermazioni che hanno finito per denigrare Israele e il popolo ebraico. Nella foto: Agenti di polizia inseguono i rivoltosi che hanno attaccato ebrei e israeliani ad Amsterdam, il 7 novembre 2024. (Foto di Wahaj Bani Moufleh/Middle East Images/AFP via Getty Images)
Il conflitto tra Israele, Hamas e l'Iran, che domina ancora le notizie mondiali, rimane instabile. Negli ultimi 23 mesi, si sono svolte in molti Paesi manifestazioni di protesta contro Israele, spesso sfociate in violente rivolte. Alcune si sono addirittura svolte in concomitanza con il 7 ottobre 2023, o pochi giorni dopo, sostegno dei massacri perpetrati da Hamas in Israele. Ci sono state numerose iniziative e sui social media sono state pubblicate molte affermazioni che hanno finito per denigrare Israele e il popolo ebraico. Ma queste "iniziative" sono talmente troppe per essere ignorate. In qualità di accademico olandese, chiedo che si discuta di questo tragico conflitto con meno emotività e più obiettività, e che si cerchino soluzioni oneste per entrambe le parti.
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di Uzay Bulut • 28 settembre 2025
Il 16 luglio scorso, il senatore Ted Cruz, presidente della sottocommissione per le Relazioni estere del Senato sull'Africa e la Politica Globale sulla Salute, ha presentato il Muslim Brotherhood Terrorist Designation Act del 2025, che attuerebbe una nuova strategia modernizzata per designare la Fratellanza Musulmana (FM) come gruppo terroristico. La risposta a questo interrogativo è chiaro: sì, dovrebbe farlo. Una domanda più pressante è perché a queste organizzazioni filo-jihadiste e suprematiste islamiche affiliate ai Fratelli Musulmani è stato consentito di operare sul suolo statunitense per tutti questi anni. Nella foto: Cruz interviene durante un'audizione della sottocommissione della Commissione Giustizia del Senato a Capitol Hill, il 3 giugno 2025. (Foto di Chip Somodevilla/Getty Images)
Il 16 luglio scorso, il senatore Ted Cruz, presidente della sottocommissione per le Relazioni estere del Senato sull'Africa e la Politica Globale sulla Salute, ha presentato il Muslim Brotherhood Terrorist Designation Act del 2025. Questo disegno di legge attua una nuova strategia modernizzata per designare la Fratellanza Musulmana (FM) come gruppo terroristico. Cruz ha dichiarato:
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di Pesach Wolicki • 31 agosto 2025
Dall'invasione di Israele da parte di Hamas, il 7 ottobre 2023, i media internazionali, le organizzazioni umanitarie e le agenzie affiliate alle Nazioni Unite hanno incessantemente promosso una delle accuse di sangue più dannose della storia: quella secondo cui Israele starebbe deliberatamente affamando la popolazione della Striscia di Gaza. Titolo dopo titolo, e attraverso rapporti "ufficiali" delle Nazioni Unite e immagini virali, al mondo è stato detto che Gaza è sull'orlo della carestia, o che la carestia è già in corso. Tuttavia, questi avvertimenti, proclamati a gran voce, non si sono concretizzati. Nella foto: abitanti di Gaza esultano dopo aver ricevuto pacchi alimentari da un punto di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation, il 26 giugno 2025, nel centro di Gaza. (Foto di Moiz Salhi/Middle East Images/AFP via Getty Images)
Dall'invasione di Israele da parte di Hamas, il 7 ottobre 2023, i media internazionali, le organizzazioni umanitarie e le agenzie affiliate alle Nazioni Unite hanno incessantemente promosso una delle accuse di sangue più dannose della storia: quella secondo cui Israele starebbe deliberatamente affamando la popolazione della Striscia di Gaza. Titolo dopo titolo, e attraverso rapporti "ufficiali" delle Nazioni Unite e immagini virali, al mondo è stato detto che Gaza è sull'orlo della carestia, o che la carestia è già in corso. Tuttavia, questi avvertimenti, proclamati a gran voce, non si sono concretizzati.
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di Guy Millière • 24 agosto 2025
I leader e i governi europei si sono allontanati da ciò che un tempo legava l'Europa e gli Stati Uniti, come la libertà di espressione e le elezioni libere ed eque, i cui risultati vengano di fatto attuati. È possibile fermare la deriva antidemocratica che ha attanagliato diversi grandi Paesi europei? (Fonte dell'immagine: iStock)
Febbraio 2025. Il vicepresidente statunitense J.D. Vance tiene un discorso in Germania alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza. Il pubblico si aspetta che parli di politica estera, geopolitica e di minacce che incombono sul mondo. Piuttosto, Vance afferma che la minaccia oggi più preoccupante è quella "dall'interno, l'allontanamento dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali". Aggiunge che i Paesi e le istituzioni europee minano la democrazia e la libertà di espressione, e riporta alcuni esempi: "Un ex commissario europeo", asserisce Vance, "è andato di recente in televisione e si è rallegrato del fatto che il governo rumeno ha appena annullato un'intera elezione".
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di JNS • 16 agosto 2025
Nella foto: Rifornimenti sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom che non sono stati raccolti per la distribuzione da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali, luglio 2025. (Foto di IDF)
Negli ultimi mesi, sul lato palestinese dei valichi di frontiera verso la Striscia di Gaza, si è accumulata una gran quantità di aiuti umanitari, per lo più cibo, che attende ancora di essere ritirata dalle organizzazioni umanitarie internazionali, ha dichiarato il 25 luglio scorso il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (COGAT), un'unità del ministero della Difesa israeliano, in seguito alle affermazioni secondo cui Gerusalemme starebbe impedendo l'ingresso di cibo nella Striscia. Il COGAT ha diffuso un lungo video che mostra centinaia di camion sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom, con file di scatole di rifornimenti ammassate sui pallet.
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di Drieu Godefridi • 4 agosto 2025
Il 24 luglio scorso, la Francia ha annunciato la sua decisione di riconoscere a settembre l'esistenza di uno "Stato palestinese". Il presidente Emmanuel Macron ha definito tale mossa un atto di "giustizia" e di "pace". In realtà, tuttavia, questo riconoscimento è una finzione geopolitica. Ancora una volta, la Francia si trova dalla parte sbagliata della storia. Non dalla parte dei diritti umani, né dalla parte della pace, ma da quella della menzogna, del disonore e della collaborazione con i nemici dell'umanità. Nella foto: Macron incontra il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmud Abbas all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, il 25 settembre 2024. (Foto di Ludovic Marin/AFP via Getty Images).
Il 24 luglio 2025, la Francia ha annunciato la sua decisione di riconoscere a settembre l'esistenza di uno "Stato palestinese". Il presidente Emmanuel Macron ha definito tale mossa un atto di "giustizia" e di "pace". In realtà, tuttavia, questo riconoscimento è una finzione geopolitica. Ancora una volta, la Francia si trova dalla parte sbagliata della storia. Non dalla parte dei diritti umani, né dalla parte della pace, ma da quella della menzogna, del disonore e della collaborazione con i nemici dell'umanità. 1. Quale Stato? Il diritto internazionale, e in particolare l'articolo 1 della Convenzione di Montevideo del 1933, specifica che uno Stato deve avere: una popolazione permanente, un territorio definito, un governo efficace e la capacità di intrattenere relazioni con altri Stati. Nessuna delle due entità politiche palestinesi soddisfa questi criteri.
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di Majid Rafizadeh • 1 agosto 2025
L'influenza dell'Iran non si limita "soltanto" agli omicidi e alle cellule terroristiche. Il regime è ora un attore chiave in uno dei più grandi conflitti europei dalla Seconda guerra mondiale: la guerra tra Russia e Ucraina. Nella foto: residenti ispezionano un condominio a Kharkiv, in Ucraina, danneggiato dai droni suicidi "Shahed", forniti dall'Iran e lanciati dalle forze russe, il 31 dicembre 2023. (Foto di Sergey Bobok/AFP via Getty Images)
La diplomazia dell'Unione Europea è rimasta silente a guardare mentre gli Stati Uniti e Israele affrontavano da soli la Repubblica Islamica dell'Iran. In un momento in cui i leader americani e israeliani hanno corso rischi reali e tangibili per contrastare la minaccia rappresentata da Teheran e dalla sua vasta rete globale di terrore, i funzionari europei hanno optato per l'appeasement, il rinvio, la codardia e la parsimonia, criticando Israele per essere intervenuto in loro aiuto, invece di ringraziarlo.
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di Guy Millière • 27 luglio 2025
Da anni, in Francia, ogni festeggiamento ha portato a rivolte, saccheggi e violenze. La polizia interviene raramente. Se un manifestante viene ferito da un agente di polizia, quest'ultimo potrebbe finire in prigione. Gli arresti si contano sulle dita. Spesso chi viene arrestato viene subito rilasciato. Nella foto: la polizia antisommossa arresta un uomo mentre i tifosi del Paris Saint-Germain festeggiano con una rivolta, dopo la vittoria del PSG nella partita di calcio della UEFA Champions League, sugli Champs-Élysées a Parigi, il 31 maggio 2025. (Foto di Lou Benoist/AFP tramite Getty Images)
Parigi, 21 giugno scorso. Fȇte de la Musique 2025. Dieci anni fa le orchestre suonavano tranquillamente per le strade. Le famiglie passeggiavano e si fermavano ad ascoltare. La sicurezza regnava sovrana ed era data per scontata. Negli ultimi anni, l'atmosfera è cambiata, radicalmente. Le famiglie non escono più. Giovani provenienti dai quartieri o dalle aree urbane con una concentrazione significativa di popolazione musulmana impediscono ai musicisti di suonare, urlando insulti e lanciando minacce, e aggredendo chiunque si metta sulla loro strada. Quest'anno, sono state presentate alla polizia più di un centinaio di denunce per stupro. Innumerevoli attacchi con coltello hanno causato decine di feriti. I negozi vengono saccheggiati. Ciò che è accaduto a Parigi ha avuto luogo in tutte le principali città francesi.
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di Raymond Ibrahim • 18 luglio 2025
Secondo la World Watch List 2025, "in Nigeria, vengono uccisi per la loro fede più cristiani che in qualsiasi altro Paese al mondo". Nella foto: la Chiesa di Cristo nelle Nazioni a Mangu, in Nigeria, fotografata il 2 febbraio 2024 dopo l'incendio appiccato da terroristi islamici. (Foto di Kola Sulaimon/AFP via Getty Images)
Nel 2024, in tutto il mondo, 4.476 cristiani, in media più di 12 al giorno, sono stati "uccisi per motivi legati alla fede". Altri 4.744 cristiani sono stati arrestati o detenuti illegalmente e 7.679 chiese e altre strutture cristiane sono state attaccate, spesso distrutte. Globalmente, la persecuzione globale dei cristiani ha raggiunto livelli senza precedenti. "Oltre 380 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede", secondo la World Watch List 2025 (WWL), pubblicata all'inizio di quest'anno dall'organizzazione internazionale per i diritti umani Open Doors. Ogni anno, la WWL stila una classifica delle 50 nazioni in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati per la loro fede. I dati sono raccolti da migliaia di operatori locali ed esperti esterni. L'ultima edizione della WWL copre il periodo che va dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024.
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di Amir Taheri • 10 luglio 2025
Secondo qualsiasi standard militare, Israele ha ottenuto una vittoria importante nella guerra dei 12 giorni interrotta da Trump. Eppure, ancora una volta, Israele non solo si è ritrovato con un pugno di mosche, ma viene definito dall'Iran come il perdente e, cosa ancora più sorprendente, da alcuni cosiddetti esperti negli Stati Uniti e in Europa. Nella foto: la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, pronuncia un discorso, trasmesso su IRINN TV il 26 giugno 2025, in cui afferma: "Vorrei congratularmi con il popolo iraniano. Innanzitutto, congratulazioni per la vittoria sul fasullo regime sionista. Nonostante tutto quel clamore, nonostante tutte quelle affermazioni, il regime sionista è stato quasi distrutto e schiacciato, sotto i colpi della Repubblica Islamica". (Fonte dell'immagine: MEMRI)
Secondo un adagio, la storia di ogni guerra è scritta dal vincitore. Questo perché il perdente è morto o ferito troppo gravemente per avere l'energia di scrivere o, in alcuni casi, la speranza di trasformare il vincitore in amico. Ma affinché questo adagio sia valido, una guerra deve concludersi con un vincitore riconosciuto. E questo pone un altro problema: nessun vincitore potrebbe auto-consacrarsi tale e indossare la corona a meno che l'avversario non riconosca la sconfitta. Questo è il dilemma che gli israeliani si trovano ad affrontare fin da quando hanno combattuto per far sì che il loro piccolo Paese apparisse sulle mappe geografiche. Questa volta sono stati di nuovo gli Stati Uniti a togliere loro la coppa della vittoria dalle labbra.
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di Robert Williams • 30 giugno 2025
Purtroppo, l'OMS si è trasformata in un organismo del tutto corrotto e screditato, nelle mani non solo di Bill Gates e dell'industria farmaceutica, ma anche della Cina comunista. E ora, l'OMS potrebbe finire per ottenere proprio ciò che desiderava: potere e controllo illimitati. Nella foto: il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus in visita al presidente cinese Xi Jinping, a Pechino, il 28 gennaio 2020. (Foto di Naohiko Hatta/AFP via Getty Images)
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) potrebbe finire per ottenere ciò che desiderava: potere e controllo illimitati. La data limite per recedere dalle modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale è il 19 luglio, ovvero il mese prossimo. È tempo di chiedere ai vostri legislatori di intervenire immediatamente nei loro Parlamenti e dire NO a questi emendamenti. Finora, nessun Paese ha espresso il proprio dissenso alle modifiche e, a causa della mancanza di copertura mediatica, la maggior parte delle persone sembra completamente ignara dell'esistenza di un problema.
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di Daniel Greenfield • 8 giugno 2025
I prezzi dell'energia elettrica in Iran sono tra i più bassi al mondo. Un Paese in cui l'elettricità è molto più economica che negli Stati Uniti non cerca di ridurre i propri costi di produzione. L'Iran non ha alcun interesse nelle applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, ma è interessato alle armi nucleari. Ecco perché è disposto a perdere mille miliardi di dollari e a entrare in guerra anziché rinunciare al suo programma nucleare. Nella foto: il reattore della centrale nucleare di Bushehr, costruita dai russi, nel sud dell'Iran. (Foto di Atta Kenare/AFP via Getty Images)
L'Iran offre prezzi dell'energia elettrica tra i più bassi al mondo. Negli Stati Uniti, il costo medio dell'elettricità è di 0,181 dollari per kilowattora. In Iran è di 0,004 $/kWh. Un Paese in cui l'elettricità è molto più economica che in America non cerca di ridurre i propri costi di produzione. L'Iran fa parte del club dei Paesi ricchi di petrolio (Libia, Kuwait, Iraq, Oman, Qatar etc.), dove i prezzi dell'elettricità sono tra i più bassi al mondo. Le nazioni con vaste riserve e capacità di produzione energetica non hanno bisogno dell'energia nucleare, come ad esempio, la Germania o la Francia, che dipendono dalle importazioni.
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