Analisi e articoli più recenti

Il problema tedesco dell'Europa

di Drieu Godefridi  •  17 novembre 2024

Il Partito Popolare Europeo (PPE), il più grande gruppo politico del Parlamento Europeo, di cui la CDU fa parte, ha nominato Ursula von der Leyen a capo della Commissione Europea. Sotto la sua guida dell'Unione Europea, l'economia sta crollando, l'industria sta scomparendo e l'islamismo sta proliferando. A quanto pare, tutto ciò non ha importanza perché gli europei hanno il Santo Graal: la "transizione energetica" verso un'Europa a zero emissioni di carbonio e più regolamenti di tutte le altre civiltà messe insieme. Nella foto: Von der Leyen al Parlamento Europeo, a Strasburgo, in Francia, il 18 luglio 2024. (Foto di Frederick Florin/AFP via Getty Images)

Oggi, la Germania abbraccia le ideologie "green" e di una società a zero emissioni di carbonio, una società che non emette più CO2. I tedeschi sembrano prendere sul serio un'ideologia; sembrano prendere sul serio ogni cosa. Una volta che aderiscono a un'ideologia, potrebbe essere difficile far loro cambiare idea.

È così che la cancelliera Angela Merkel è arrivata al potere (dal 2005 al 2021). Molti dimenticano che non è emersa dall'estrema Sinistra verde, anche se a giudicare dal suo curriculum, si potrebbe pensare di sì. Proveniva, infatti, dalla CDU/CSU, il partito di "Centrodestra" tedesco.

Continua a leggere l'articolo

Le milizie islamiche nella Repubblica Centrafricana

di Uzay Bulut  •  10 novembre 2024

La Repubblica Centrafricana è un tragico caso di ciò che accade quando i radicali islamici prendono il controllo di una nazione. Nella foto: un ragazzo sul dorso di un asino carico, in un villaggio rurale nella prefettura di Vakaga, vicino a Birao, l'11 agosto 2024. (Foto di Amaury Falt-Brown/AFP via Getty Images)

La Repubblica Centrafricana è un tragico caso di ciò che accade quando i radicali islamici prendono il controllo di una nazione.

Gran parte della comunità internazionale, dei gruppi per i diritti umani e dei media lo hanno ignorato, ma la Repubblica Centrafricana (RCA) è alle prese con una guerra in corso scatenata da Seleka, un'alleanza di milizie islamiche che combatte contro il governo cristiano e ufficialmente laico del Paese.

La maggior parte del Paese è oggi occupata da gruppi armati (i cui membri sono autoctoni o provengono dall'estero), tutti ritenuti responsabili di violazioni dei diritti umani.

Continua a leggere l'articolo

La nuova industria della tortura in Pakistan, Arabia Saudita, Cina e India: rapimenti, percosse e morte

di Raymond Ibrahim  •  5 novembre 2024

"Dovresti farti i fatti tuoi. (...) Non dovresti intrometterti negli affari del Pakistan (...) ce la prenderemo con tuo fratello e sarai tu il responsabile." – "Hamza" in una telefonata a Salman Shabbir, un cittadino australiano di origine pakistana che promuove la riforma democratica in Pakistan. Il fratello di Shabbir era stato portato in prigione, il che confermava che i rapitori e i torturatori di suo fratello erano agenti dello Stato, molto probabilmente della famigerata Inter-Services Intelligence (ISI). (Immagine di iStock/Getty Images)

La "repressione transnazionale" è una pratica poco conosciuta che si riferisce alla pressione esercitata da un governo, attraverso mezzi illegali o violenti, per mettere a tacere i cittadini espatriati di altre nazioni, sempre più spesso quelli che vivono in Occidente.

Un recente report, basato sulla registrazione audio di un agente dello Stato pakistano che cercava di reprimere a livello transnazionale un espatriato pakistano che viveva in Australia, e scritto a quattro mani per Drop Site News da Ryan Grim e Murtaza Hussain, denuncia tale pratica affermando che si parla di "repressione transnazionale" quando:

Continua a leggere l'articolo

Il blocco di Taiwan da parte della Cina: un irrefrenabile impulso alla guerra

di Gordon G. Chang  •  2 novembre 2024

Il 22 ottobre, la Cina ha condotto esercitazioni a fuoco vivo nello Stretto di Taiwan. La mossa bellicosa fa seguito a un blocco simulato di Taiwan di 13 ore, lanciato il 14 e il 15 ottobre. L'Esercito Popolare di Liberazione, nelle esercitazioni congiunte Sword-2024B, ha impiegato un record di 153 aerei e 26 navi, tra cui la Liaoning, una delle tre portaerei del Paese. Nella foto: marinai e jet da combattimento sul ponte della Liaoning nel Mar Giallo vicino a Qingdao, nella provincia orientale cinese dello Shandong, il 23 aprile 2019. (Foto di Mark Schiefelbein/AFP via Getty Images)

Il 22 ottobre, la Cina ha condotto esercitazioni a fuoco vivo nello Stretto di Taiwan.

La mossa bellicosa fa seguito a un blocco simulato di Taiwan di 13 ore, andato in scena il 14 e 15 ottobre. L'Esercito Popolare di Liberazione, nell'esercitazione interforze denominata Sword-2024B, ha impiegato 153 aerei e 26 navi, tra cui la Liaoning, una delle tre portaerei del Paese.

Anche la Guardia Costiera cinese ha preso parte all'imponente esercitazione, effettuando, come ha rilevato l'Economist, un pattugliamento "senza precedenti" attorno all'isola principale di Taiwan.

L'esercitazione, secondo la Guardia Costiera cinese, è stata "un'azione pratica per controllare l'isola di Taiwan in conformità con la legge basata sul principio della Cina unica".

Le zone di esercitazione annunciate per la Joint Sword-2024B si trovano a sole 24 miglia nautiche dalla costa taiwanesi, più vicine rispetto alle zone delle esercitazioni precedenti.

Continua a leggere l'articolo

I vacui moniti di Biden alla Cina stanno portando alla guerra

di Gordon G. Chang  •  30 ottobre 2024

Sembra che i due Paesi più pericolosi al mondo, la Repubblica Popolare Cinese di Xi Jinping e la Federazione Russa di Vladimir Putin, si siano avvicinati in parte, perché hanno capito che ignorare i moniti dell'amministrazione Biden non avrà conseguenze. Nella foto: Putin incontra Xi al summit della Shanghai Cooperation Organisation ad Astana, in Kazakistan, il 3 luglio 2024. (Foto di Pavel Volkov/Pool/AFP via Getty Images)

"Non sono capacità a duplice uso", ha detto il 10 settembre scorso a Bruxelles il vicesegretario di Stato americano Kurt Campbell ai giornalisti, parlando degli aiuti forniti dalla Cina alla Russia da usare contro l'Ucraina. "Questi sono pezzi componenti di uno sforzo molto sostanziale da parte della Cina per aiutare a sostenere, costruire e diversificare vari elementi della macchina da guerra russa".

La cooperazione tra Pechino e Mosca, ha affermato Campbell, "non è un'alleanza tattica". È, invece, "un allineamento fondamentale". L'alleanza tra Cina e Russia è stata "orchestrata ai più alti livelli" nelle due capitali, ha detto l'alto funzionario statunitense.

Con le parole di Campbell, l'amministrazione Biden ha accusato per la prima volta la Cina di aver fornito a Mosca un sostegno diretto alla sua guerra. Allo stesso tempo, i funzionari americani hanno circostanziato l'assistenza tecnica della Russia ai programmi sottomarini e missilistici della Cina.

Continua a leggere l'articolo

Regno Unito: La dittatura di Starmer?

di Robert Williams  •  27 ottobre 2024

Il nuovo leader britannico, il primo ministro Keir Starmer, nel consolidato metodo dei dittatori comunisti, ha iniziato il suo primo mandato avviando una grande purga dei dissidenti britannici. I manifestanti britannici, stigmatizzati come "teppisti di estrema Destra", vengono messi dietro le sbarre più rapidamente di quanto i servizi carcerari possano assorbire. (...) Il bambino più piccolo arrestato e accusato ha solo 11 anni. Nella foto: la prigione di Sua Maestà di Wandsworth, a Londra, in Inghilterra, fotografata il 12 luglio 2024. (Foto di Dan Kitwood/Getty Images)

Il nuovo leader britannico, il primo ministro Keir Starmer, nel consolidato metodo dei dittatori comunisti, ha iniziato il suo primo mandato avviando una grande purga dei dissidenti britannici.

I manifestanti britannici, stigmatizzati come "teppisti di estrema Destra", vengono messi dietro le sbarre più rapidamente di quanto i servizi carcerari possano assorbire. Più di un migliaio di persone sono state arrestate e più di 500 incriminate, in attesa di comparire davanti a una Corte di giustizia, chiuse nelle celle di polizia perché le prigioni hanno esaurito lo spazio. Come nella dittatura più navigata, anche minori e nonni sono stati arrestati dalla polizia per "disordini violenti". Il minore più giovane arrestato e incriminato ha solo 11 anni.

Continua a leggere l'articolo

Il sostegno materiale delle Nazioni Unite al terrorismo
La corruzione e il pregiudizio hanno ridotto l'ONU ad essere irrilevante

di Con Coughlin  •  26 ottobre 2024

Le accuse secondo cui le Nazioni Unite avrebbero finanziato l'infrastruttura terroristica di Hamas trasferendo all'organizzazione 1,3 miliardi di dollari, parte dei quali sono stati impiegati per finanziare l'acquisto di armi utilizzate negli attacchi del 7 ottobre dello scorso anno, non faranno che rafforzare l'opinione secondo cui l'ONU non è più adatta a svolgere il ruolo per il quale era stata originariamente concepita. Nella foto: Il quartier generale delle Nazioni Unite, a New York. (Fonte dell'immagine: iStock/Getty Images)

Le accuse secondo cui le Nazioni Unite avrebbero finanziato l'infrastruttura terroristica di Hamas trasferendo all'organizzazione 1,3 miliardi di dollari, parte dei quali sono stati impiegati per finanziare l'acquisto di armi utilizzate negli attacchi del 7 ottobre dello scorso anno, non faranno che rafforzare l'opinione secondo cui l'ONU non è più adatta a svolgere il ruolo per il quale era stata originariamente concepita.

Una causa intentata presso la Corte federale degli Stati Uniti dalle vittime degli attacchi di Hamas del 7 ottobre muove pesanti accuse all'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati palestinesi (UNRWA), accusandola di essere coinvolta nell'organizzazione di un'operazione di riciclaggio di denaro su larga scala da cui ha tratto vantaggio l'organizzazione terroristica.

La tesi è che ingenti quantità di aiuti umanitari destinati agli abitanti di Gaza sarebbero stati dirottati verso Hamas.

Continua a leggere l'articolo

La tradizione palestinese di celebrare la morte degli ebrei

di Bassam Tawil  •  16 ottobre 2024

I palestinesi hanno l'abitudine di festeggiare in strada ogni volta che Israele viene attaccato o che un ebreo viene assassinato dai terroristi ed è difficile se non impossibile, trovare un alto funzionario palestinese disposto a criticare il suo stesso popolo per aver celebrato gli attacchi terroristici. Nella foto: Arabi palestinesi festeggiano l'attacco missilistico iraniano contro Israele e posano esultanti, facendo il gesto delle dita a "V", che sta per vittoria, con un pezzo di un missile iraniano abbattuto che hanno spostato nella piazza della città di Dura (vicino a Hebron), il 1° ottobre 2024. (Foto di Hazem Bader/AFP via Getty Images)

I palestinesi hanno l'abitudine di festeggiare in strada ogni volta che Israele viene attaccato o che un ebreo viene assassinato dai terroristi.

Gli ultimi festeggiamenti palestinesi hanno avuto luogo lo scorso 1° ottobre, quando l'Iran ha lanciato centinaia di missili balistici verso Israele. Le celebrazioni si sono svolte nonostante alcuni missili siano caduti in aree palestinesi in Cisgiordania e l'unica persona uccisa sia stata, paradossalmente, un palestinese di Gerico.

In un villaggio della Cisgiordania, i palestinesi hanno eretto un monumento utilizzando l'estremità della parte posteriore di un missile iraniano per celebrare l'attacco iraniano contro Israele.

Altri festeggiamenti hanno avuto luogo in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e in molti Paesi quando l'Iran ha lanciato il suo primo attacco con missili e droni contro Israele nell'aprile scorso. Secondo un report del quotidiano iraniano Tehran Times:

Continua a leggere l'articolo

Il Sudan è il nuovo proxy dell'Iran

di Pete Hoekstra  •  15 ottobre 2024

L'Iran, dopo aver assistito ai danni inflitti a Hamas e Hezbollah, due dei suoi maggiori proxies, punta a un nuovo agente, una sorta di "premio di consolazione" da utilizzare come base operativa complementare: il Sudan. Di recente, la ricca milizia privata iraniana, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, ha stabilito una solida relazione con il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo delle Forze Armate Sudanesi. Nella foto: Il 26 settembre 2024, al-Burhan interviene all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York. (Foto di Leonardo Munoz/AFP via Getty Images)

L'Iran, dopo aver assistito ai danni inflitti a Hamas e Hezbollah, due dei suoi maggiori proxies, punta a un nuovo agente, una sorta di "premio di consolazione" da utilizzare come base operativa complementare: il Sudan.

Da qualche tempo, la Repubblica islamica sta cercando di stabilire un porto nella principale città costiera del Sudan, Port Sudan. La strategia di Teheran di sostenere altri Paesi e gruppi terroristici, infiltrandosi in essi, come ha fatto in Iraq, in Siria, a Gaza, in Libano, in Venezuela e in Yemen, sembra essere l'ennesima estensione della sua strategia di spostarsi in territori con governi deboli o instabili, espandere la propria influenza in tutto il Medio Oriente, creare nuovi fronti per le sue campagne finalizzate a distruggere Israele e far crollare l'ordine mondiale guidato dall'Occidente.

Continua a leggere l'articolo

La Germania annuncia "una stretta sui coltelli", dopo l'attentato di Solingen

di Daniel Greenfield  •  6 ottobre 2024

Nel 2023, in Germania, si sono verificati 13.844 episodi di "crimini da coltello", che le autorità attribuiscono all'esistenza dei coltelli più che agli autori di tali crimini, che pare siano perlopiù giovani uomini musulmani. Nella foto: I pompieri ripuliscono il sangue dal marciapiede dove un migrante musulmano ha accoltellato 6 persone, uccidendone una, il 31 maggio scorso, a Mannheim, in Germania. (Foto di Kirill Kudrayavtsev/AFP via Getty Images)

Dopo che un profugo siriano di religione islamica ha accoltellato diverse persone di mezza età al Festival della diversità di Solingen, il governo tedesco ha annunciato che metterà al bando i coltelli lunghi più di sette centimetri.

Il terrorista dell'ISIS, autore dell'attentato, era uno degli oltre un milione di migranti che hanno invaso la Germania dichiarandosi "profughi". L'uomo era anche uno dei numerosi immigrati irregolari raggiunti da un decreto di espulsione mai reso esecutivo.

Tutto ciò che il terrorista musulmano ha dovuto fare per evitare l'espulsione è stato lasciare l'alloggio per rifugiati facendo perdere le proprie tracce alle autorità per poi ricomparire quando il termine per il trasferimento era scaduto, potendo così rimanere sul suolo tedesco. I rifugiati musulmani che non vengono espulsi sono una delle maggiori fonti di terrorismo, criminalità e violenza in Europa.

Continua a leggere l'articolo

La guerra di Israele è contro Hezbollah, e non contro il popolo libanese

di Bassam Tawil  •  28 settembre 2024

Come risponderebbero gli Stati Uniti se un'organizzazione terroristica messicana lanciasse migliaia di missili e droni sulle città americane? Gli Stati Uniti tollererebbero tali attacchi per quasi un anno? Come risponderebbe la Francia se le sue città venissero attaccate da terroristi con base nei Paesi vicini? I francesi chiederebbero l'avvio di negoziati con i terroristi o eserciterebbero il loro diritto all'autodifesa? Nella foto: una casa e due auto a Moreshet, in Israele, colpite direttamente da un razzo lanciato da Hezbollah dal Libano, il 22 settembre 2024. (Foto di Amir Levy/Getty Images)

Questo articolo è stato pubblicato dal Gatestone il 25 settembre 2024, prima della morte di Hassan Nasrallah.

Alcuni media internazionali stanno travisando i recenti scontri tra Israele e Hezbollah, l'organizzazione terroristica sostenuta dall'Iran, come una guerra tra Israele e Libano. Questa, tuttavia, non è una guerra tra Israele e il popolo libanese, quanto invece tra Israele e un gruppo terroristico armato fino ai denti che ha creato uno stato all'interno di uno Stato in Libano e sta agendo su ordine dei mullah di Teheran per promuovere il loro obiettivo di distruggere "l'entità sionista". Questa guerra è stata iniziata undici mesi fa da Hezbollah a sostegno del gruppo terroristico palestinese Hamas, un altro proxy sostenuto dall'Iran che opera nella Striscia di Gaza.

Continua a leggere l'articolo

L'unico accordo che Hamas vuole è la resa di Israele

di Bassam Tawil  •  22 settembre 2024

Abbandonare il confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto consentirebbe ad Hamas di continuare con la sua decennale pratica di contrabbando di armi nell'enclave. Permetterebbe anche al nuovo capo di Hamas, Yahya Sinwar, di fuggire, insieme a molti degli ostaggi di cui si pensa si circondi per proteggersi, attraverso i tunnel nel deserto del Sinai in Egitto. Nella foto: un grande tunnel di Hamas tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, sotto il Corridoio Filadelfia, scoperto dall'esercito israeliano il 4 agosto 2024. (Fonte della foto: IDF)

Il gruppo terroristico palestinese Hamas, sostenuto dall'Iran, ha reiterato la richiesta che Israele si ritiri completamente dalla Striscia di Gaza per raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Hamas, in altre parole, chiede che Israele perda la guerra in modo che il gruppo terroristico possa riorganizzarsi, riarmarsi e prepararsi per altri attacchi contro lo Stato ebraico, come quello lanciato il 7 ottobre 2023. In quell'attacco, 1.200 israeliani sono stati assassinati, molti dei quali stuprati, torturati e bruciati vivi. Altri 240 israeliani sono stati rapiti e portati nella Striscia di Gaza, dove 101 sono ancora tenuti in ostaggio, molti dei quali sono già stati uccisi (si veda qui e qui).

Continua a leggere l'articolo

La Gran Bretagna dhimmi sprofonda nell'autoritarismo: morte alla libertà di espressione

di Robert Williams  •  25 agosto 2024

Utilizzando le proteste in corso in tutta la Gran Bretagna per reprimere, in modo unilaterale, i diritti fondamentali, il primo ministro Keir Starmer è riuscito ad esacerbare il conflitto razziale, ad infiammare le tensioni, creare divisioni, penalizzare la libertà di espressione e a prendere chiaramente sottogamba le preoccupazioni legittime. Nella foto: un'auto brucia durante una rivolta a Middlesbrough, in Inghilterra, il 4 agosto 2024. (Foto di Ian Forsyth/Getty Image

Appena un mese dopo le elezioni politiche, il nuovo governo laburista sta trascinando la Gran Bretagna in un grave conflitto civile, distruggendo al contempo quel poco che resta delle libertà britanniche, in particolare la libertà di espressione.

Il figlio adolescente di una famiglia di immigrati ruandesi ha accoltellato a morte tre bambine che frequentavano un corso di danza sulle note della popstar americana Taylor Swift, a Southport, una città vicino a Liverpool, il 29 luglio scorso. Il triplice omicidio ha scatenato proteste e rivolte da parte dei britannici che a quanto pare ne hanno abbastanza di come stanno le cose.

Continua a leggere l'articolo

L'orrore di un'arma nucleare iraniana

di Nils A. Haug  •  18 agosto 2024

L'Iran ha accelerato il suo programma nucleare, con un obiettivo primario in mente: l'eradicazione totale di Israele. Teheran non ha esitato a esprimere chiaramente i propri obiettivi genocidi contro Israele. Il neoeletto presidente iraniano Masoud Pezeshkian, all'inizio di luglio, ha ribadito "la dedizione di Teheran alla distruzione di Israele". (Fonte immagine: iStock)

L'obbligo primario di ogni leader politico, incluso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, è proteggere l'integrità dei confini del Paese e garantire la sicurezza di ogni cittadino. Il dovere giuridico, politico e morale di Netanyahu è garantire che ogni cittadino possa vivere in pace ed essere libero, indipendente, e avere una vita prospera.

Questi obiettivi di vivere in un Paese tranquillo, prospero e sicuro sono esattamente ciò per cui si batterono i padri fondatori di Israele e ciò che ha portato a così tante guerre difensive che si sono succedute, scatenate dagli antagonisti dello Stato ebraico.

Continua a leggere l'articolo

La "diplomazia degli ostaggi": rapire per divertimento e profitto

di Nima Gholam Ali Pour  •  14 agosto 2024

Il 15 giugno, Iran e Svezia hanno concluso uno scambio di detenuti. Due innocenti cittadini svedesi, Johan Floderus e Saeed Azizi, sono stati rilasciati in cambio di un cittadino iraniano, Hamid Noury, il quale era stato condannato da un tribunale svedese per tortura e per il coinvolgimento nelle esecuzioni di massa di prigionieri politici, in Iran. Nella foto: Floderus (a destra) viene accolto dal primo ministro svedese Ulf Kristersson all'aeroporto di Arlanda, nei pressi di Stoccolma, il 15 giugno 2024. (Foto di Tom Samuelsson/TT News Agency/AFP via Getty Images)

Il 15 giugno, il governo svedese ha annunciato di aver portato a termine uno scambio di detenuti con il regime iraniano. Hamid Noury, un cittadino iraniano è stato rilasciato in cambio della liberazione di due cittadini svedesi, Johan Floderus e Saeed Azizi.

Noury ​​era stato condannato da un tribunale svedese per tortura e per il coinvolgimento nelle esecuzioni di massa di prigionieri politici nel carcere iraniano di Gohardasht, alla fine degli anni Ottanta, in seguito a una fatwa emessa dall'allora Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ruhollah Khomeini.

Nel novembre 2019, Noury ​​fu attirato in Svezia da alcuni iraniani con promesse di viaggi di lusso, feste e compagnie femminili. All'aeroporto di Arlanda, Noury trovò ad accoglierlo la polizia svedese e nel luglio 2022 è stato condannato all'ergastolo dal Tribunale distrettuale di Stoccolma per i crimini da lui commessi.

Continua a leggere l'articolo

Questo sito utilizza i cookie per offrire il miglior servizio possibile.
Per saperne di più, ti invitiamo a visionare la nostra Informativa sulla privacy e sull'uso dei cookie.