Analisi e articoli più recenti
di Majid Rafizadeh • 30 marzo 2025
Che piaccia o no, la natura del regime iraniano è inseparabile dalle sue basi ideologiche. La Repubblica islamica dell'Iran non è uno Stato normale, e nemmeno una dittatura convenzionale. È un'entità ideologica che trae la propria identità dall'opposizione agli Stati Uniti, a Israele e all'Occidente. Nella foto: la "Guida Suprema" iraniana Ali Khamenei incontra il presidente Masoud Pezeshkian a Teheran, il 27 agosto 2024. (Fonte dell'immagine: khamenei.ir)
Da più di quarant'anni molti politici occidentali coltivano la speranza che i negoziati con il regime islamista iraniano potrebbero portare a un cambiamento nel suo comportamento e del suo atteggiamento nei confronti dell'Occidente. Più volte sono state fatte a Teheran aperture diplomatiche e concessioni, sono stati offerti incentivi economici nella speranza che l'interesse potesse moderare le sue politiche. Tuttavia, ogni tentativo di diplomazia è fallito. E purtroppo, continuerà a fallire. Che piaccia o no, la natura del regime iraniano è inseparabile dalle sue basi ideologiche. La Repubblica islamica dell'Iran non è uno Stato normale, e nemmeno una dittatura convenzionale. È un'entità ideologica che trae la propria identità dall'opposizione agli Stati Uniti, a Israele e all'Occidente.
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di Bassam Tawil • 24 marzo 2025 14:48
Il presidente dell'Autorità Palestinese (AP) Mahmoud Abbas ha sospeso i pagamenti ai terroristi palestinesi e alle loro famiglie? O sta solo cercando di ingannare gli americani per convincerli a riprendere l'erogazione degli aiuti finanziari all'AP? La realtà è che Abbas non ha sospeso i pagamenti ai terroristi e alle loro famiglie, e non lo farà mai. Nella foto: Il 23 luglio 2018, durante una cerimonia in onore dei terroristi palestinesi, Abbas ha detto: "Non ridurremo né sospenderemo gli assegni erogati alle famiglie dei martiri, dei prigionieri e dei prigionieri rilasciati (...) se ci rimanesse un solo centesimo lo spenderemmo per le famiglie dei martiri e dei prigionieri". (Fonte dell'immagine: MEMRI)
Il presidente dell'Autorità Palestinese (AP) Mahmoud Abbas ha sospeso i pagamenti ai terroristi palestinesi e alle loro famiglie? O sta solo cercando di ingannare gli americani per convincerli a riprendere l'erogazione degli aiuti finanziari all'AP? Il 10 febbraio, la piattaforma digitale americana di notizie Axios ha riportato che "Abbas ha emesso un decreto che revoca il sistema di pagamenti alle famiglie dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane o alle famiglie dei palestinesi uccisi o feriti durante gli attacchi contro gli israeliani".
Il programma di sostegno finanziario è noto come "Pay for Slay" ("Pagare per uccidere"). I funzionari dell'Autorità Palestinese hanno detto ad Axios che sperano che la decisione di Abbas migliorerà i rapporti con l'amministrazione Trump e con il Congresso e porterà alla ripresa degli aiuti finanziari erogati dagli Stati Uniti all'AP.
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di Uzay Bulut • 16 marzo 2025
La persecuzione dei cristiani in Siria è in aumento da quando Ahmed al-Sharaa ha assunto la carica di presidente del Paese, dopo che il suo gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham affiliato ad al-Qaeda ha rovesciato il regime di Assad a dicembre. Al-Sharaa ha di recente iniziato a indossare giacca e cravatta e ora si presenta all'Occidente come un "moderato". Nei libri di testo, tuttavia, il suo governo ha sostituito la parola "legge" con "sharia" e ha utilizzato l'insegnamento islamico per reclutare il nuovo esercito del Paese. Nella foto: Al-Sharaa stringe la mano al presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conferenza stampa ad Ankara, in Turchia, il 4 febbraio 2025. (Foto di Ozan Kose/AFP via Getty Images)
Purtroppo, la persecuzione dei cristiani nella "Valle dei cristiani" (Wadi al-Nasara) in Siria, abitata in maggioranza da greci originari di Antiochia, è in aumento. Dopo aver conquistato Damasco e rovesciato il regime siriano di Assad nel dicembre 2024, le forze del gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham (HTS) affiliato ad al-Qaeda hanno esortato i residenti della Valle dei cristiani a consegnare tutte le armi in loro possesso per autodifesa, affermando che i civili non sarebbero stati feriti. Tuttavia, da quando i jihadisti hanno preso il controllo della Siria, circa 500 mila cristiani nel Paese hanno dovuto fronteggiare crescenti persecuzioni e un allarmante aumento di rapimenti.
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di Drieu Godefridi • 11 marzo 2025
Di recente, all'emittente radiotelevisiva CBS, tre procuratori tedeschi intervistati spiegano che il loro lavoro consiste nel reprimere le "opinioni inaccettabili". Quando il giornalista chiede loro un esempio di opinione inaccettabile, uno dei procuratori risponde: "Ripubblicare informazioni false". (Fonte dell'immagine: iStock)
di Daniel Greenfield • 3 marzo 2025
Le stesse persone che insistono sul fatto che è moralmente sbagliato e irrealistico spostare 2 milioni di musulmani da Gaza ritengono moralmente giusto e fattibile reinsediare quasi mezzo milione di ebrei in Israele. Nella foto, un'auto carica di materassi attraversa Gaza il 1° febbraio 2025. (Foto di Moiz Salhi/Middle East Images/AFP via Getty Images)
Il piano del presidente Donald Trump di trasferire i coloni arabi musulmani che attualmente vivono a Gaza ha scatenato forti reazioni da parte di politici, attivisti e media. Le obiezioni possono essere suddivise in morali e pratiche. I "moralisti" sostengono che è "sbagliato" trasferire la popolazione di Gaza, mentre i "pragmatici" ritengono che ciò sia impossibile. Entrambe le obiezioni sono infondate. La popolazione ebraica di Gaza è stata trasferita due volte, la prima dopo l'invasione e la conquista di Gaza da parte dell'Egitto durante la guerra d'Indipendenza del 1948-1949, e la seconda volta dopo il "disimpegno" del 2005, che eliminò con la forza 21 comunità ebraiche ed espulse le famiglie che vi risiedevano. Non solo i politici e i media non si sono opposti allo sgombero forzato delle comunità ebraiche di Gaza, ma tale mossa è stata salutata come un passo verso la pace regionale.
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di Drieu Godefridi • 24 febbraio 2025
La capitale belga è entrata in un'era da Far West, in cui vige la logica "dell'ognuno per sé', e dove le persone cercano di proteggersi come meglio possono, senza fare affidamento sulle "autorità" fallimentari. Nella foto: la polizia lavora per sgomberare una strada durante le violente rivolte del 27 novembre 2022 a Bruxelles, Belgio. (Foto di Nicolas Maeterlinck/Belga/AFP tramite Getty Images)
Quando il presidente Donald Trump, nel 2016, paragonò Bruxelles, in Belgio, a un "inferno", le sue parole suscitarono molto scalpore, soprattutto in Europa, e vennero accolte con quel misto di disprezzo, ignoranza e negazione della realtà tipico di una certa "élite" dell'Unione Europea. Trump aveva fatto quelle osservazioni nel contesto dei dibattiti sull'immigrazione e la sicurezza, rilevando che Bruxelles era cambiata in peggio nel corso degli anni, principalmente a causa di una sommersione migratoria incontrollata e irregolare. Anche se all'epoca i fatti gli diedero ragione, nel 2025 si potrebbe dire che la libanizzazione di Bruxelles dimostra che la sua considerazione era lungimirante. Esplosione della criminalità
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di Majid Rafizadeh • 19 febbraio 2025
Le motivazioni del regime iraniano sono radicate nel suo disperato bisogno di garantire la propria sopravvivenza e di portare avanti il suo programma espansionistico, e non nella volontà di rispettare le norme internazionali o promuovere la pace. Nella foto: La Guida Suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei, durante una cerimonia per gli ufficiali del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), il 20 maggio 2015, a Teheran. (Ufficio della Guida Suprema iraniana)
Il regime iraniano ha di recente dimostrato un'insolita impazienza a negoziare con l'amministrazione Trump per raggiungere un accordo con l'Occidente. Questo improvviso cambiamento non deve illudere il mondo occidentale, in particolare gli Stati Uniti, del fatto che le intenzioni di Teheran sono genuine o benevoli. Le motivazioni del regime iraniano sono radicate nel suo disperato bisogno di garantire la propria sopravvivenza e di portare avanti il suo programma espansionistico, e non nella volontà di rispettare le norme internazionali o promuovere la pace. Comprenderlo è fondamentale per evitare quello che potrebbe diventare un errore fatale.
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di Robert Williams • 15 febbraio 2025
Il governo tedesco sembra nascondere un attacco terroristico islamista in un mercatino di Natale definendolo "islamofobo". Taleb al-Abdulmohsen è piombato alla guida di un'auto, dopo una corsa folle di 200 metri, tra le bancarelle di un affollato mercatino di Natale, il 20 dicembre scorso, uccidendo un bambino di nove anni e quattro donne, ferendo più di 200 persone, di cui 40 in modo grave. Nella foto: le ambulanze evacuano le persone ferite nell'attacco. (Foto di Craig Stennett/Getty Images)
La città tedesca di Magdeburgo è entrata nella triste storia degli attacchi terroristici da parte di migranti musulmani, quando il terrorista saudita Taleb al-Abdulmohsen è piombato alla guida di un'auto, dopo una corsa folle di 200 metri, tra le bancarelle di un affollato mercatino di Natale, il 20 dicembre scorso, uccidendo un bambino di nove anni e quattro donne, ferendo più di 200 persone, di cui 40 in modo grave.
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di Alan M. Dershowitz • 2 febbraio 2025
La decisione del governo israeliano di fare importanti concessioni ai rapitori di Hamas non dovrebbe mai essere definita un "accordo". È stata un'estorsione. Lo definireste un accordo se qualcuno rapisse vostro figlio e voi "accettaste" di pagare un riscatto per riaverlo indietro? Ovviamente, no. Il rapimento è stato un crimine. E la richiesta estorsiva un ulteriore reato. Nella foto: un terrorista di Hamas tiene in braccio due dei tanti bambini israeliani che Hamas ha assassinato, rapito e portato come prigionieri nella Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023. (Fonte dell'immagine: Hamas/X [Twitter])
La decisione del governo israeliano di fare importanti concessioni ai rapitori di Hamas non dovrebbe mai essere definita un "accordo". È stata un'estorsione. Lo definireste un accordo se qualcuno rapisse vostro figlio e voi "accettaste" di pagare un riscatto per riaverlo indietro? Ovviamente, no. Il rapimento è stato un crimine. E la richiesta estorsiva un ulteriore reato. Pertanto, la descrizione corretta di ciò che è accaduto è che Israele, su pressione degli Stati Uniti, ha ceduto alle richieste illegittime ed estorsive di Hamas, considerandole l'unico modo per salvare le vite dei bambini rapiti, delle madri e di altri ostaggi innocenti, per lo più civili.
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di Khaled Abu Toameh • 26 gennaio 2025
Sebbene gli atteggiamenti degli arabi israeliani nei confronti di Israele siano incoraggianti, alcuni dei loro leader continuano ad agire contro gli interessi del loro stesso popolo. Questi leader, tra cui gli attuali ed ex membri della Knesset israeliana (Parlamento), approfittano da tempo del sistema democratico del Paese per impegnarsi in una retorica anti-israeliana, causando enormi danni ai loro stessi elettori. Nella foto: i membri arabi israeliani della Knesset, Ayman Odeh (a sinistra nella foto), Ahmad Tibi (a destra) e Aida Touma-Suleiman nell'aula della Knesset, a Gerusalemme, il 10 luglio 2023. (Foto di Menahem Kahana/AFP via Getty Images)
Il gruppo terroristico palestinese Hamas, sostenuto dall'Iran, cerca da tempo di scatenare una guerra civile tra i cittadini arabi ed ebrei di Israele. Negli ultimi anni, Hamas ha invitato i due milioni di cittadini arabi di Israele a ribellarsi contro il proprio Paese e ad unirsi al jihad contro lo Stato ebraico. I tentativi di Hamas hanno avuto un parziale successo nel maggio 2021, quando alcuni arabi hanno attaccato i loro vicini ebrei. Gli assalti si sono verificati in concomitanza con un'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. L'operazione era stata avviata in risposta ai razzi lanciati da Hamas e da altri gruppi terroristici palestinesi contro Israele. Fortunatamente, la violenza scoppiata nel 2021 si è conclusa rapidamente.
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di Gerald M. Steinberg • 24 gennaio 2025
Klaus Biesenbach, direttore della Neues Nationalgalerie, è stato di recente zittito quando ha tentato di prendere le distanze dalle dichiarazioni anti-israeliane fatte dalla fotografa e attivista politica americana Nan Goldin in un discorso tenuto nel museo. Nella foto: Biesenbach parla a Berlino, il 9 febbraio 2024. (Foto di Stefanie Loos/AFP via Getty Images)
Il 22 novembre 2024, presso la Neues Nationalgalerie di Berlino, la fotografa e attivista politica americana Nan Goldin ha chiesto: "Perché non posso parlare, Germania?" Senza apparentemente alcun senso dell'ironia, lo ha fatto dietro a un leggio di fronte a un vasto pubblico, con numerosi telefoni puntati addosso, in occasione dell'inaugurazione della sua retrospettiva, intitolata "This will not end well". L'argomento del discorso non era il suo portfolio artistico, ma piuttosto il suo programma politico su Israele. Un pubblico entusiasta ha applaudito la sua rabbia e l'indignazione per il "genocidio" a Gaza e in Libano, e la sua immorale equiparazione tra la popolazione palestinese dopo le atrocità del 7 ottobre e i pogrom contro gli ebrei sotto l'Impero russo. La falsa affermazione di Goldin secondo cui "l'antisionismo non ha nulla a che fare con l'antirazzismo" è stata seguita da forti slogan di apprezzamento e da applausi.
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di Alan M. Dershowitz • 19 gennaio 2025
Con un'azione che contrasta con la Bibbia cristiana, il Vaticano ha di recente allestito un presepe in cui Gesù bambino è stato adagiato nella mangiatoia su una kefiah, accettando così la falsa narrazione palestinese secondo cui Gesù era palestinese e non ebreo. Nella foto: Papa Francesco guarda la "Natività di Betlemme 2024" in Piazza San Pietro, in Vaticano, il 7 dicembre 2024. (Foto di Andreas Solaro/AFP via Getty Images)
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il Vaticano ha cercato con tutte le proprie forze di rimediare a secoli di attacchi al popolo ebraico, tra cui le Crociate, l'Inquisizione, i pogrom istigati dai preti e le affermazioni teologiche secondo cui gli ebrei avrebbero ucciso Gesù. La complicità del Vaticano nel genocidio durante la Seconda Guerra Mondiale assunse la forma del rifiuto da parte di Papa Pio XII di creare una "crisi di coscienza" tra i cattolici tedeschi, vietando loro di partecipare alla strage degli ebrei.
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di Drieu Godefridi • 6 gennaio 2025
La dipendenza da fonti energetiche inaffidabili (eolica, solare), unita al frettoloso abbandono dell'energia nucleare, ha reso l'energia elettrica della Germania la più costosa d'Europa, compromettendo l'autonomia energetica del Paese, e in definitiva quella del continente. Nella foto: un impianto fotovoltaico gestito dalla multinazionale dell'energia RWE, presso la miniera di lignite a cielo aperto di Hambacher Forst, vicino a Elsdorf, in Germania, fotografato il 12 novembre 2024. (Foto di Ina Fassbender/AFP via Getty Images)
La produzione di energia solare ed eolica diminuisce drasticamente in caso di condizioni meteorologiche avverse. Ciò accade ogni anno. Tuttavia, questa situazione ha ora ripercussioni economiche e ambientali di vasta portata, rivelando i difetti di una politica energetica basata sulle energie rinnovabili intermittenti. Perché la Germania, pur avendo una delle più alte emissioni di carbonio, oggi è il maggior consumatore di energia elettrica in Europa? Come ha fatto il Paese a perdere la sua autonomia energetica? Negli ultimi quindici anni, la Germania ha investito massicciamente nell'energia solare e in quella eolica, sabotando al contempo le proprie centrali nucleari. Nel 2023, le energie rinnovabili rappresentavano il 55 per cento della produzione di elettricità del Paese. Nel 2022, erano solo il 48 per cento.
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di Nils A. Haug • 4 gennaio 2025
Gli appelli odierni in Occidente a boicottare israeliani ed ebrei sono sistematici e denotano un programma aggressivo diffuso a livello globale per cancellare l'influenza ebraica nel mondo accademico, scientifico, tecnologico e culturale. La vera spiegazione di queste iniziative di boicottaggio, sembra essere l'odio radicato per gli ebrei presente in varie società occidentali. Nella foto: membri delle SA e delle SS naziste a Berlino incollano un adesivo su un negozio di ebrei, invitando i tedeschi a boicottare le attività commerciali ebraiche, il 1° aprile 1933. (Foto di Hulton Archive/Getty Images)
Nel novembre 2024, alquanto velatamente, ad Ayelet Shaked, ex ministro della Giustizia israeliano, è stato negato il permesso di entrare in Australia per partecipare a una conferenza in cui si discuteva degli attuali avvenimenti in Medio Oriente. La conferenza era ospitata dall'Australia Israel & Jewish Affairs Council (AIJAC) e intendeva essere un evento della comunità ebraica. Colin Rubenstein, direttore esecutivo dell'AIJAC, ha denunciato il rifiuto del visto, negato senza che ne sia stata resa nota la ragione, da parte del ministro degli Interni australiano Tony Burke. Secondo Rubenstein, "la decisione di negare la concessione di un visto a (...) Shaked con la motivazione che avrebbe diffamato gli australiani e incitato alla discordia la comunità è un vergognoso atto di ostilità nei confronti di un alleato democratico".
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di Uzay Bulut • 29 dicembre 2024
Ciad, Libia, Sudan, Repubblica Centrafricana, Camerun, Nigeria e Niger sono tutti alle prese con insurrezioni jihadiste. La guerra civile ha spinti circa 700 mila rifugiati in Ciad, creando una crisi umanitaria e ostacolando gli scambi commerciali tra i due Paesi. Nella foto: il campo profughi di Ourang ad Adre, in Ciad, abitato da rifugiati fuggiti dalla guerra civile in Sudan, fotografato il 7 dicembre 2023. (Foto di Denis Sassou Gueipeur/AFP via Getty Images)
Mentre gran parte dei media mondiali e dei gruppi per i diritti umani si concentrano sulla guerra condotta contro Israele dall'Iran e dai suoi proxy (Hamas, Hezbollah e gli Houthi), i terroristi jihadisti islamici continuano a devastare l'Africa. Almeno 40 soldati ciadiani sono stati uccisi in un attacco terroristico avvenuto il 26-27 ottobre in una base militare nella Regione dei Laghi del Ciad, secondo una dichiarazione del governo che ha attribuito l'attacco al gruppo jihadista Boko Haram. E la Reuters ha aggiunto: "Il Ciad è un alleato importante per le forze francesi e statunitensi che mirano a combattere i jihadisti nel Sahel, diventato l'epicentro del terrorismo globale e sotto attacco da parte di fazioni fedeli ad al-Qaeda e allo Stato islamico".
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