Analisi e articoli più recenti

La Cina spara raggi laser nel cielo delle Hawaii e si prepara alla guerra

di Gordon G. Chang  •  26 marzo 2023

Perché la Cina ha sparato raggi laser nel cielo sopra il Mauna Kea, un vulcano dormiente della Big Island, la più grande isola dell'arcipelago delle Hawaii? Il Partito Comunista Cinese si sta rapidamente mobilitando per la guerra. Questa preparazione implica, tra l'altro, che è pericoloso ritenere che la pioggia di raggi laser del 28 gennaio sia stata usata unicamente per scopi civili. Nella foto: il cielo notturno sopra l'isola di Maui, alle Hawaii. (Fonte immagine: iStock)

Il 28 gennaio, la Subaru-Asahi Star Camera, che trasmette in diretta streaming le immagini riprese dal telescopio Subaru collocato in cima al vulcano Mauna Kea, alle Hawaii, ha catturato le immagini di una sequenza di raggi laser di colore verde della durata di pochi secondi.

I raggi non provenivano, come pensato inizialmente, da un satellite della NASA. Potevano provenire unicamente da una fonte: il satellite cinese Daqi-1/AEMS.

Perché la Cina ha sparato raggi laser nel cielo sopra il Mauna Kea, un vulcano dormiente della Big Island, la più grande isola dell'arcipelago delle Hawaii?

"È un satellite cinese che monitora l'ambiente atmosferico, tra le altre cose", ha detto a The Hill Roy Gal dell'Istituto di Astronomia della University of Hawaii.

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La guerra per procura dell'Europa contro Israele
In che modo l'UE ignora i crimini di Hamas

di Bassam Tawil  •  12 marzo 2023

Ossessionata da Israele e ignorando i crimini di Hamas nella Striscia di Gaza, l'UE sta rendendo un enorme disservizio a due milioni di palestinesi che vivono lì. Le iniziative dell'Unione Europea sembrano sempre più incentrate sull'odio verso Israele piuttosto che sugli aiuti ai palestinesi. Nella foto: Sven Kuhn von Burgsdorff, il capo della missione dell'UE in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza (a destra), visita la comunità palestinese costruita illegalmente di Khan al-Ahmar, nei pressi di Gerusalemme, il 30 gennaio 2023. (Foto di Ahmad Gharabli/AFP via Getty Images)

Il 30 gennaio, rappresentanti dell'Unione Europea e di diversi altri Paesi, tra cui Belgio, Brasile, Danimarca, Irlanda, Spagna e Svezia, hanno visitato la comunità palestinese di Khan al-Ahmar in Cisgiordania "per esprimere la loro preoccupazione per la minaccia di demolizione del villaggio".

Khan al-Ahmar, che ospita 38 famiglie palestinesi, è stato costruito illegalmente più di un decennio fa come parte del piano dell'Autorità Palestinese (AP) di confiscare illegalmente terreni situati vicino alla Giordania, nell'area C della Cisgiordania, che è esclusivamente controllata da Israele ai sensi degli Accordi di Oslo firmati tra i palestinesi e il governo israeliano.

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La Turchia di Erdoğan: Il momento del cavallo di Troia della NATO

di Burak Bekdil  •  5 marzo 2023

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha bisogno di munizioni per la sua retorica anti-occidentale, anti-NATO, il cui slogan è "Noi contro gli infedeli", in vista delle elezioni turche del 14 maggio. Problemi con l'Occidente, ed Erdoğan vincerà ancora. Nella foto: Erdoğan parla alla riunione del gruppo del suo partito ad Ankara il 1° febbraio 2023. (Foto di Adem Altan/AFP via Getty Images)

La NATO è essenzialmente un'alleanza per garantire la sicurezza. Tuttavia, il suo preambolo afferma che l'organizzazione si fonda sui principi della democrazia, sulle libertà individuale e sulla preminenza del diritto. Il recital decisamente autocratico in scena in Turchia, un Paese membro della NATO, non presenta nulla di tutto ciò. Secondo il Democracy Index 2021 dell'Economist Intelligence Unit (EIU), la Turchia si classifica al 103° posto tra 167 Paesi. La valutazione si è basata su cinque parametri: processo elettorale e pluralismo, funzionamento del governo, partecipazione politica, cultura politica e libertà civili.

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L'ecologismo impoverisce e uccide

di Drieu Godefridi  •  19 febbraio 2023

Le innumerevoli restrizioni sull'elettricità e sul riscaldamento che gli europei dovranno imporsi avranno conseguenze devastanti. A causa degli attuali costi energetici alle stelle, The Economist stima che questo inverno moriranno 147 mila europei, una cifra ben al di sopra della media annuale. Nella foto: Donne anziane siedono in un bar del Jacksons Lane Theatre, il 30 novembre 2022, a Londra. Il teatro, come alcuni enti di beneficenza, consigli e gruppi comunitari, offre al pubblico l'utilizzo gratuito di spazi comuni climatizzati ribattezzati "warm banks", dove le persone possono trascorrere il tempo senza bisogno di riscaldare le proprie case. (Foto di Leon Neal/Getty Images)

L'esplosione dei prezzi dell'energia dopo l'inizio della guerra in Ucraina, ma soprattutto come conseguenza delle politiche energetiche "green" che hanno reso l'Europa così dipendente dal gas russo negli ultimi vent'anni, ha indotto e continua a indurre centinaia di milioni di europei a limitare i consumi energetici per il riscaldamento degli ambienti, soprattutto questo inverno.

Mentre leggete questo articolo, nei salotti di alcune famiglie europee la temperatura è scesa a 15 ° C . Buon Anno e buona fortuna!

E l'inverno non sta per finire. Le innumerevoli restrizioni sull'elettricità e sul riscaldamento che gli europei dovranno necessariamente imporsi avranno conseguenze devastanti. È questa la conclusione a cui è giunta un'affidabile indagine statistica pubblicata di recente dal magazine britannico The Economist.

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Censura, sorveglianza di massa e insetti: il World Economic Forum contro il mondo libero

di J.B. Shurk  •  5 febbraio 2023

Possono viaggiare su jet privati, ma alla fine, la congrega del World Economic Forum non è altro che la più grande concentrazione di mascalzoni che la criminalità organizzata sia mai riuscita a riunire nello stesso spazio, orchestrando i piani più efficaci mai concepiti per costringere popolazioni in passato libere a fare esattamente quello che dicono. Nella foto: il fondatore del WEF Klaus Schwab parla a Davos, in Svizzera, il 23 maggio 2022. (Foto di Fabrice Coffrini/AFP via Getty Images)

Il World Economic Forum (WEF), definito l'impero che distrugge le economie nazionali, sembra un'officina che ha rubato parti delle peggiori dittature al mondo per creare il mostro "woke" di Frankenstein. Ha rubato la predilezione degli Aztechi per i sacrifici umani al fine di scongiurare le intemperie, contrastare la propensione dei comunisti cinesi al controllo totale e allo sradicamento della cultura tradizionale, respingere la partnership distruttiva della società dei fascisti italiani con i monopolisti aziendali e la fede dei nazisti tedeschi in una "razza superiore a tutte le altre", innanzitutto le celebrità, i banchieri, i capitalisti clientelari e i potentati che si riuniscono a Davos e altrove per plaudire ai propri successi e continuare ad attuare ulteriormente il loro "piano generale" che il WEF chiama affettuosamente "Great Reset" – "Grande Reset".

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L'Iran rafforza la sua presenza in America Latina

di Majid Rafizadeh  •  28 gennaio 2023

Il regime iraniano, pur utilizzando l'America Latina come rifugio, ha rafforzato la sua presenza lì, incrementando anche il numero delle sue cellule terroristiche. Mentre in Iran proseguono le proteste, i funzionari del regime sono in procinto di ottenere passaporti e asilo dai Paesi dell'America Latina, in particolare dal Venezuela. Nella foto: il presidente venezuelano Nicolás Maduro incontra la Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, il 22 ottobre 2016, a Teheran. (Fonte dell'immagine: khamenei.ir)

Una delle minacce pericolose per la pace e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti è che il regime iraniano, pur utilizzando l'America Latina come rifugio, ha rafforzato la sua presenza lì, incrementando anche il numero delle sue cellule terroristiche.

Mentre in Iran proseguono le proteste, i funzionari del regime iraniano sono in procinto di ottenere passaporti e asilo dai Paesi latino-americani, in particolare dal Venezuela, alle porte degli Stati Uniti.

Secondo un recente reportage:

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La morte del Cristianesimo a Betlemme

di Raymond Ibrahim  •  15 gennaio 2023

Perché la persecuzione dei cristiani a Betlemme e in altre aree geografiche controllate dall'Autorità palestinese viene denunciata così poco, se non addirittura sottovalutata? Secondo il giornalista Khaled Abu Toameh, "gli attacchi dei musulmani ai cristiani vengono spesso ignorati dalla comunità internazionale e dai media, che sembrano far sentire la propria voce solo quando riescono a trovare il modo di incolpare Israele. Nella foto: la Chiesa della Natività, a Betlemme. (Foto di Hazem Bader/AFP via Getty Images)

Dopo aver notato che "c'è stato un significativo aumento degli attacchi di matrice religiosa da parte dei musulmani palestinesi contro i cristiani a Betlemme", un articolo del 21 novembre riporta questi esempi:

"Poco più di due settimane fa, un uomo musulmano è stato accusato di aver molestato delle giovani donne cristiane nella Chiesa greco-ortodossa degli Antenati, a Beit Sahour, nei pressi della città di Betlemme. Poco dopo, la chiesa è stata attaccata da una grande folla di uomini palestinesi che hanno lanciato pietre contro l'edificio mentre i fedeli si nascondevano terrorizzati all'interno e molti di loro sono rimasti feriti nell'attacco.

"L'Autorità Palestinese, responsabile della sicurezza nell'area, non ha fatto nulla.

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La guerra per otto miliardi di menti

di J.B. Shurk  •  8 gennaio 2023

Questo è un nuovo tipo di guerra contro i civili per il controllo delle loro menti. I governi fanno sempre più affidamento sul controllo delle "narrazioni" pubbliche e sulla stigmatizzazione del dissenso. (Fonte dell'immagine: iStock)

Tra i pericoli che ci troviamo ad affrontare oggi figurano il controllo capillare della società da parte dei governi centralizzati, la crescente prospettiva di una guerra globale, la crescente possibilità di una resa forzata e il rimpiazzo del dibattito sereno e della libertà di espressione con "narrazioni" e censure approvate dallo Stato: la governance totalitaria non sembra molto distante. Questo è un nuovo tipo di guerra contro i civili per il controllo delle loro menti.

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La Cina gestisce stazioni di polizia illegali in tutto il mondo

di Judith Bergman  •  1 gennaio 2023

(Fonte dell'immagine: iStock)

Secondo un recente sondaggio di Safeguard Defenders, una ONG per i diritti umani, la Cina ha istituito almeno 54 stazioni di polizia all'estero in 30 Paesi, inclusi Stati Uniti (New York), Canada, Spagna, Italia, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca, Brasile, Argentina e Nigeria. La maggior parte di queste stazioni di polizia si trova in Europa, con nove di tali centrali nelle principali città spagnole, quattro in Italia e tre a Parigi, tra le altre.

Stando a quanto asserito da Peter Dahlin, direttore di Safeguard Defenders, queste centrali sono soltanto la punta dell'iceberg:

"Siamo convinti che ce ne siano molte di più, perché queste stazioni appartengono soltanto a due giurisdizioni – Fuzhou e Qingtian, da dove proviene la maggior parte dei cinesi residenti in Spagna – e la stessa Cina ammette di aver lanciato il progetto in dieci. Pertanto, potrebbero essere fino a cinque volte di più".

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L'amministrazione Biden e l'illusione della soluzione dei due Stati

di Bassam Tawil  •  28 dicembre 2022

I risultati di diversi sondaggi di opinione pubblica, incluso il più recente, dimostrano ciò che la maggior parte dei palestinesi vuole: uccidere più ebrei e annientare Israele. La crescente popolarità di Hamas fra i palestinesi è un chiaro segno che la maggior parte di loro si identifica con l'obiettivo del gruppo islamista di distruggere Israele. Nella foto: uomini armati di Hamas sfilano su camion con a bordo razzi, in una strada a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, il 27 maggio 2021. (Foto di Thomas Coex/AFP via Getty Images)

Alcuni giorni dopo che il segretario di Stato americano Antony Blinken ha riaffermato l'impegno dell'amministrazione Biden per la "soluzione dei due Stati", i palestinesi hanno risposto reiterando il loro rigetto dell'idea e il sostegno a intensificare le azioni terroristiche contro Israele.

La risposta palestinese è arrivata attraverso un sondaggio di opinione pubblicato il 13 dicembre dal Centro Palestinese per la Ricerca Politica e d'Indagine (PCPSR) e le dichiarazioni di Hamas, il gruppo islamista palestinese che controlla la Striscia di Gaza.

Il sondaggio ha rilevato che il 69 per cento dei palestinesi ritiene che la "soluzione dei due Stati" non sia più funzionale né fattibile. Un altro 72 per cento è convinto che nei prossimi cinque anni le opportunità di creare uno Stato palestinese a fianco di Israele sono scarse o inesistenti.

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Disordini e scontri a Bruxelles dopo la vittoria del Marocco sul Belgio ai Mondiali di calcio: un simbolo del fallimento della politica migratoria

di Alain Destexhe  •  11 dicembre 2022

Violenti scontri si sono registrati in Belgio, subito dopo la fine della partita Belgio-Marocco dei Mondiali di calcio, in Qatar. A Bruxelles, i marocchini sono più numerosi delle persone di origine belga nella fascia di età inferiore ai 18 anni. Mentre altrove in Europa si discute animatamente su immigrazione e integrazione, è come se il Belgio si fosse arreso, accettando il proprio destino di Paese multiculturale con una maggioranza musulmana nella capitale e a volte una "nuova normalità" fatta di rivolte urbane, sparatorie e attacchi terroristici. Nella foto: la polizia lavora per liberare una strada tra violenti disordini, il 27 novembre 2022, a Bruxelles, in Belgio. (Foto di Nicolas Maeterlinck/Belga/AFP via Getty Images)

Violenti scontri si sono registrati in Belgio, subito dopo la fine della partita Belgio-Marocco dei Mondiali di calcio, in Qatar.

I disordini sono scoppiati a Bruxelles, ad Anversa e Liegi, dove una stazione di polizia è stata presa d'assalto da circa 50 "giovani", e anche in diverse città dei Paesi Bassi. Al di là di questi episodi, il giubilo popolare nei quartieri di Bruxelles abitati prevalentemente da marocchini, soprattutto a Molenbeek, ha evidenziato che in queste zone l'identità marocchina è molto più forte di quella belga, anche se la maggior parte degli abitanti ha la doppia nazionalità.

Bisognerebbe essere ciechi e cercare di adattare la realtà all'ideologia della "convivenza a tutti i costi" per non vedere che i marocchini presenti in Belgio tifavano per la squadra marocchina e non per quella della loro "seconda patria". Alcuni giornalisti hanno provato a farlo, con titoli come "Non importa chi vince tra Belgio e Marocco, sarà una festa".

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Il legame russo-turco per danneggiare l'Occidente

di Burak Bekdil  •  4 dicembre 2022

I cieli della Turchia rimangono aperti per le compagnie aeree russe e le sue porte restano aperte per centinaia di migliaia di russi e per il loro denaro. Le esportazioni turche verso la Russia segnano un'impennata. Nella foto: il presidente russo Vladimir Putin incontra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al vertice del Consiglio dei capi di Stato dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai a Samarcanda, in Uzbekistan, il 16 settembre 2022. (Foto di Alexandr Demyanchuk/Sputnik/AFP via Getty Images)

Se si fossero incontrati come presidenti di altri Paesi, il turco Recep Tayyip Erdogan e il russo Vladimir Putin si sarebbero probabilmente detestati. Storicamente, gli islamisti turchi hanno odiato sia la Russia zarista sia quella sovietica. Allo stesso modo, i russi non hanno mai amato i turchi. Oggi, invece, Erdoğan, con un piede nella NATO, mostra un'inclinazione filo-russa mai vista prima. Qual è il segreto di questo apparente connubio?

La Turchia ha rifiutato di aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia sull'Ucraina, gettando così a Putin un'ancora di salvezza. I cieli della Turchia rimangono aperti per le compagnie aeree russe e le sue porte restano aperte per centinaia di migliaia di russi e per il loro denaro. Le esportazioni turche verso la Russia segnano un'impennata. Nel solo mese di luglio, l'export verso la Russia è aumentato di un vertiginoso 75 per cento su base annua.

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Il doppio gioco del Qatar: finanziare gli islamisti fingendo di essere alleato dell'America

di Khaled Abu Toameh  •  3 dicembre 2022

I leader di Hamas usano il Qatar come base per invocare la distruzione di Israele. Eppure, questo non sembra preoccupare i governanti del Qatar né i loro alleati in Occidente, inclusi gli Stati Uniti. Questo è lo stesso Qatar i cui leader affermano di condannare tutti gli atti di terrorismo e l'estremismo violento. Nella foto: il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, durante una manifestazione a Doha, in Qatar, il 15 maggio 2021. (Foto di Karim Jaafar/AFP via Getty Images)

Un recente incontro avvenuto a Doha, in Qatar, fra il gruppo palestinese Hamas e i talebani dell'Afghanistan, è servito ancora una volta a ricordare il doppio gioco fatto dal Qatar di ospitare e finanziare gli estremisti islamici fingendo al contempo di essere un alleato degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali.

All'incontro, che si è svolto il 26 ottobre, ha partecipato il leader di Hamas Ismail Haniyeh il quale, insieme ad altri membri di spicco di quel gruppo islamista, diversi anni fa ha lasciato la Striscia di Gaza per trasferirsi in Qatar.

L'anno scorso, Haniyeh, ora di base a Doha, è stato tra i primi a "congratularsi" con i leader dei talebani per la "sconfitta dell'occupazione americana dell'Afghanistan". Haniyeh ha affermato che Hamas vede il ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan come una sorta di preludio all'eliminazione di "tutte le forze dell'ingiustizia", ​​in particolare Israele.

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La Francia scivola verso la barbarie e il caos

di Guy Millière  •  26 novembre 2022

Lola, una dodicenne francese, è stata di recente violentata e uccisa a Parigi da un'immigrata algerina irregolare. In Francia, i migranti illegali sono gli autori di quasi la metà dei crimini perpetrati. Quasi ogni giorno vengono commessi omicidi raccapriccianti come quello di Lola. Lo psichiatra Maurice Berger afferma che in Francia i reati di violenza gratuita che causano danni a persone o morte si verificano, in media, ogni due minuti. La Francia denuncia più di duecento stupri al giorno. Nella foto: il 20 ottobre 2022, a Parigi, i manifestanti mostrano le immagini di Lola con la scritta "Lola avrebbe potuto essere la nostra sorellina". (Foto di Emmanuel Dunand/AFP via Getty Images)

15 ottobre. Il corpo senza vita di una ragazzina di 12 anni nascosto in un contenitore di plastica viene ritrovato su un marciapiede nella zona est di Parigi. La vittima si chiamava Lola ed era la figlia dei custodi dell'edificio dove è avvenuto l'omicidio.

Testimoni, impronte digitali e immagini delle videocamere di sorveglianza portano rapidamente la polizia ad arrestare una donna. Ha confessato, ma ha detto che non aveva alcun rimorso. I dettagli che ha fornito, confermati dall'autopsia, sono che ha imbavagliato Lola con del nastro adesivo, l'ha spogliata, l'ha legata a una sedia, l'ha violentata con oggetti, le ha tagliato parzialmente la gola, ha messo il sangue in una bottiglia e l'ha bevuto, ha fumato una sigaretta, poi ha finito di tagliare la gola a Lola e l'ha decapitata. La donna ha pugnalato il cadavere più volte prima di metterlo in un contenitore di plastica e lo ha portato in strada.

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I palestinesi votano per i terroristi e poi dicono che gli israeliani sono "estremisti"

di Bassam Tawil  •  21 novembre 2022

I palestinesi, i quali continuano a lamentarsi dell'ascesa dei partiti di Destra alle elezioni israeliane, sono quelli che hanno portato al potere il gruppo terroristico di Hamas. Nel 2006, la maggioranza dei palestinesi ha votato per Hamas, il cui statuto invoca apertamente l'eliminazione di Israele. Nella foto: Ismail Haniyeh, un leader del gruppo terroristico di Hamas, vota alle elezioni legislative dell'Autorità Palestinese, il 25 gennaio 2006, a Gaza City. (Foto di Abid Katib/Getty Images)

Ancor prima che fossero annunciati i risultati finali delle ultime elezioni legislative israeliane, i leader e i funzionari palestinesi avrebbero espresso profonda preoccupazione e paura che l'esito del voto avrebbe portato a crescenti tensioni e ad episodi di violenza fra i palestinesi e Israele.

Il primo ministro dell'Autorità Palestinese, Mohammad Shtayyeh, avrebbe affermato che l'esito elettorale "conferma che i palestinesi non hanno in Israele un partner per la pace".

I palestinesi, i quali continuano a lamentarsi dell'ascesa dei partiti di Destra alle elezioni israeliane, sono quelli che hanno portato al potere il gruppo terroristico di Hamas.

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