Quante volte avete sentito dalla televisione o avete letto nei media che la Striscia di Gaza è "la zona più densamente popolata del mondo?" Ma ripetere questa asserzione non le conferisce veridicità. Nella Striscia, esistono delle zone ad alta densità di popolazione, soprattutto Gaza City, Beit Hanoun e Khan Younis, ma ci sono anche delle aree molto meno popolate fra queste città. Basta guardare su Google Earth o questa mappa della densità di popolazione.
Il fatto che nella Striscia di Gaza ci siano delle aree scarsamente popolate solleva alcuni importanti interrogativi di ordine morale. Innanzitutto, perché i media non mostrano gli spazi relativamente aperti della Striscia di Gaza? Perché mostrano solo le città densamente popolate? Esistono diversi motivi possibili. Nelle aree a bassa densità di popolazione, non ci sono combattimenti in corso, pertanto mostrarle sarebbe noioso. Ma è proprio questo il punto: si possono mostrare le zone da cui Hamas potrebbe lanciare razzi e costruire tunnel? No, è meglio non farlo. O forse il motivo per cui i media non mostrano quelle zone è che Hamas non glielo permette. Anche questa potrebbe essere una notizia che vale la pena riportare.
In secondo luogo, perché Hamas non utilizza le zone a scarsa densità di popolazione per lanciare i suoi razzi e costruire i tunnel? Se lo facesse, il numero delle vittime fra i civili palestinesi diminuirebbe drasticamente, ma il tasso di vittime fra i terroristi di Hamas aumenterebbe notevolmente.
Questo è esattamente il motivo per cui Hamas seleziona le aree a scarsa densità di popolazione da cui sparare e scavare. La differenza fra Israele e Hamas è che Israele usa i propri soldati per proteggere i civili, mentre Hamas utilizza i civili per proteggere i propri terroristi. Ecco perché la maggior parte delle vittime israeliane sono soldati e la maggior parte delle vittime di Hamas sono civili. L'altro motivo è che Israele costruisce rifugi per i propri civili, mentre Hamas costruisce rifugi solo per i propri terroristi lasciando intendere che la maggior parte delle vittime sia fra i civili usati come scudi.
Il diritto [internazionale umanitario, N.d.T.] è chiaro: usare i civili come scudi umani – come impone il manuale di guerra di Hamas – è un indiscutibile crimine di guerra. Non ci sono eccezioni né questioni di sfumature, soprattutto quando esistono delle alternative. D'altra parte, è permesso colpire obiettivi militari legittimi, come razzi e tunnel del terrorismo, a meno che il numero delle perdite previste fra i civili non sia sproporzionato rispetto all'importanza militare dell'obiettivo. Si tratta di una questione di valutazione, spesso difficile da calcolare nella nebbia della guerra. Il diritto è chiaro anche nel caso in cui un criminale prende qualcuno in ostaggio e usa quell'ostaggio come scudo dietro il quale sparare ai civili o alla polizia; ma se i poliziotti reagiscono e uccidono l'ostaggio, colpevole dell'uccisione sarà il criminale e non il poliziotto. È così anche per Hamas: se esso usa scudi umani e l'esercito israeliano risponde al fuoco uccidendo qualcuno degli scudi, bisognerà ritenere Hamas responsabile delle loro morti.
Il terzo interrogativo di ordine morale consiste nel chiedersi perché le Nazioni Unite tutelino i diritti dei civili palestinesi nel bel mezzo delle zone da cui Hamas lancia i razzi? Hamas ha deciso di non utilizzare le aree scarsamente popolate per lanciare razzi e scavare i tunnel. Per questo motivo, le Nazioni Unite dovrebbero usare tali aree come luoghi di rifugio. Poiché la Striscia di Gaza è relativamente piccola, non sarebbe difficile trasferire i civili in queste zone più sicure. In tali zone dovrebbe vigere il divieto di combattere e si dovrebbero costruire dei rifugi temporanei – montando delle tende, se necessario – come luoghi per dare asilo agli abitanti delle città affollate. Si dovrebbe evitare che ogni combattente di Hamas, ogni esperto di missili e ogni costruttore di tunnel entri in queste zone di rifugio. In tal modo, Hamas non potrebbe far uso di scudi umani e Israele non avrebbe alcun motivo di sparare vicino a questi santuari delle Nazioni Unite. Ne conseguirebbe un notevole risparmio di vite umane.
Invece le Nazioni Unite stanno facendo il gioco di Hamas, dando riparo ai civili proprio accanto ai combattenti, alle armi e ai tunnel di Hamas. E poi l'Onu e la comunità internazionale accusano Israele di fare esattamente ciò che Hamas intendeva che lo Stato ebraico facesse: ossia sparare contro i suoi terroristi e uccidere i civili protetti dalle Nazioni Unite. È un gioco cinico quello giocato da Hamas, ma che non avrebbe successo senza la complicità delle agenzie dell'Onu.
L'unico modo per garantire che la strategia di Hamas di utilizzare scudi umani per massimizzare il numero delle vittime tra i civili non si ripeta costantemente è che la comunità internazionale e le Nazioni Unite non la incoraggino né la facilitino, come fanno attualmente. Il diritto internazionale deve essere applicato contro Hamas per il suo doppio crimine di guerra: utilizzare i civili come scudi umani per sparare contro obiettivi civili israeliani. Se questa tattica subisse una battuta d'arresto, allora Israele non avrebbe alcun bisogno di ricorrere all'autodifesa. Applicare il diritto bellico solo a Israele non servirà, perché qualsiasi paese che si trova a far fronte a lanci di razzi e ad attacchi attraverso tunnel contro i propri civili inevitabilmente reagirà. Quando i combattenti e i costruttori di tunnel si nascondono dietro degli scudi umani, ci saranno immancabilmente delle vittime fra i civili – non intenzionali da parte di Israele, programmate da parte di Hamas – indipendentemente da quanto siano cauti i difensori. Se Israele fa del suo meglio per ridurre al minimo il numero delle vittime fra i civili, Hamas invece fa del suo meglio per massimizzare il numero delle vittime tra la popolazione civile. Ora spetta alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale fare del loro meglio per trovare una soluzione e non per diventare parte del problema.