A più di otto mesi dall'attacco sferrato da Hamas contro Israele il 7 ottobre, la maggior parte dei palestinesi continua a esprimere sostegno alle atrocità commesse dal gruppo terroristico sostenuto dall'Iran, tra cui l'uccisione, lo stupro, la decapitazione e il rogo di centinaia di israeliani.
Questo costante sostegno a Hamas si inserisce nel contesto degli sforzi guidati dagli Stati Uniti per porre fine all'attuale guerra nella Striscia di Gaza, una mossa che manterrebbe di fatto Hamas al potere per prepararsi al prossimo massacro di israeliani.
Tale sostegno coincide altresì con la continua promozione da parte dell'amministrazione Biden e di alcune nazioni europee della creazione di uno Stato palestinese al fianco di Israele. Questa mossa non solo aprirebbe la porta a ulteriori atrocità contro gli israeliani, ma metterebbe altresì lo Stato ebraico in grave pericolo perché lo Stato palestinese, anche sotto l'occhio presumibilmente vigile di un supervisore, sarebbe essenzialmente governato dagli stessi assassini e stupratori che hanno preso parte alla carneficina del 7 ottobre.
Tre sondaggi di pubblica opinione condotti dal Palestinian Center for Policy and Survey Research (PSR) dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre hanno mostrato che la stragrande maggioranza dei palestinesi appoggia i crimini commessi quel giorno, che costarono la vita a 1200 israeliani.
Il primo sondaggio, del dicembre 2023, ha rilevato che il sostegno palestinese al massacro era pari al 72 per cento. Il secondo, condotto nel marzo 2024, ha mostrato che il 71 per cento dei palestinesi appoggia il massacro. Dal terzo sondaggio, pubblicato il 12 giugno, è emerso che due terzi dei palestinesi ritiene che le atrocità siano state "giuste". Secondo l'ultimo sondaggio del PSR, soltanto il 17 per cento dei palestinesi reputa che il massacro del 7 ottobre sia stato "improprio".
Uno dei motivi per cui la maggior parte dei palestinesi continua a sostenere il massacro del 7 ottobre è perché crede che l'uccisione, lo stupro e la decapitazione degli israeliani abbiano "riacceso l'attenzione internazionale sul conflitto israelo-palestinese e ciò potrebbe portare a un maggior riconoscimento dello Stato palestinese", come ha osservato il PSR nella sua analisi del sondaggio del 12 giugno.
Ciò sta a indicare che la maggioranza dei palestinesi considera il recente riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di alcuni Paesi europei, insieme alla richiesta da parte dell'amministrazione Biden di "un percorso concreto, limitato nel tempo e irreversibile verso uno Stato palestinese", una ricompensa per gli orrori del 7 ottobre.
Queste nazioni europee – Irlanda, Norvegia e Spagna – hanno inviato un messaggio ai palestinesi dicendo loro che l'unico modo per ottenere il riconoscimento internazionale del loro Stato è quello di uccidere gli ebrei.
Allo stesso modo, l'amministrazione Biden ha comunicato ai palestinesi che le atrocità del 7 ottobre hanno aumentato la loro probabilità di creare uno stato terroristico governato dal regime iraniano e dai suoi proxies palestinesi, che verrebbe utilizzato come trampolino di lancio per uccidere più ebrei e distruggere Israele. Ciò è evidente nel costante sostegno dell'amministrazione alla "soluzione a due Stati".
Il sondaggio ha mostrato che la maggior parte dei palestinesi (61 per cento) preferirebbe vedere Hamas controllare la Striscia di Gaza dopo la guerra, contro un mero 16 per cento che sarebbe favorevole ad una "nuova Autorità Palestinese con un presidente, un Parlamento e un governo eletti". Solo il 6 per cento si è detto favorevole all'opzione dell'attuale Autorità Palestinese (AP) senza Mahmoud Abbas, e un altro 6 per cento si è espresso a favore del ritorno dell'Autorità Palestinese nella Striscia di Gaza ma sotto il controllo di Abbas.
Non sorprende che il sondaggio abbia anche mostrato che se oggi si tenessero le elezioni presidenziali palestinesi, la maggior parte dei palestinesi voterebbe per un candidato che ha le mani imbrattate di sangue ebraico, come l'arciterrorista Marwan Barghouti che sta scontando cinque ergastoli in prigione per il ruolo avuto nell'uccisione di cinque israeliani, incassando il 42 per cento delle preferenze, seguito dal leader di Hamas Ismail Haniyeh (27 per cento) e da Mahmoud Abbas (5 per cento). Quasi il 90 per cento vorrebbe che Abbas si dimettesse, dato che il grado di insoddisfazione riguardo al suo operato è pari all'86 per cento.
Alla domanda su quale partito politico sostengono, la percentuale maggiore di intervistati ha scelto Hamas (40 per cento), seguito dal partito al governo Fatah, guidato da Abbas (20 per cento), mentre l'8 per cento ha optato per altri gruppi o terze parti; il 33 per cento ha poi risposto nessuno di loro o ha dichiarato che non sapeva cosa rispondere. Il precedente sondaggio PSR, condotto tre mesi fa, mostrava che il 34 per cento dei palestinesi sosteneva Hamas e il 17 per cento sceglieva Fatah. Ciò significa che negli ultimi tre mesi il sostegno a Hamas ha registrato un aumento di 6 punti.
Un altro segnale della crescente popolarità di Hamas tra i palestinesi è dato dal fatto che il 32 per cento degli intervistati ha dichiarato che voterebbe per Hamas nelle nuove elezioni legislative, mentre Fatah otterrebbe solo il 17 per cento dei consensi. Anche la percentuale di palestinesi che credono che Hamas sia il candidato più meritevole di rappresentare e guidare i palestinesi è aumentata di due punti, passando dal 49 per cento di tre mesi fa al 51 per cento di oggi.
In un duro colpo inferto agli sforzi dell'amministrazione Biden di "rivitalizzare" l'Autorità Palestinese, la stragrande maggioranza (72 per cento) dei palestinesi ritiene che il nuovo governo nominato da Mahmoud Abbas e guidato da Mohammad Mustafa non riuscirà a portare avanti le riforme. Un altro 77 per cento di intervistati reputa che il nuovo governo non riuscirà a combattere la corruzione.
La maggior parte dei palestinesi è consapevole di ciò che l'amministrazione Biden non desidera sapere, ossia che non ci si può fidare della leadership dell'Autorità Palestinese per attuare riforme o combattere la corruzione finanziaria e amministrativa.
In un altro duro colpo per l'amministrazione Biden, l'ultimo sondaggio ha rilevato che il 65 per cento dei palestinesi si oppone all'idea di una "soluzione a due Stati".
Inoltre, il 54 per cento dei palestinesi intervistati è favorevole a una "lotta armata" contro Israele, si registra così un aumento di 8 punti rispetto al sondaggio precedente di tre mesi fa.
I risultati del sondaggio del PSR riaffermano ancora una volta che la maggioranza dei palestinesi continua a sostenere un gruppo terroristico il cui obiettivo è quello di distruggere Israele e sostituirlo con uno stato islamico. Mostrano anche che i leader preferiti dai palestinesi sono assassini, stupratori e rapitori di bambini ebrei.
I risultati del sondaggio confermano anche come sarebbe uno Stato palestinese: sarà uno Stato terroristico finanziato e armato dal Qatar e dall'Iran.
Hamas si è già impegnato a compiere altre atrocità contro gli israeliani, in stile 7 ottobre. Il funzionario di Hamas Ghazi Hamad ha dichiarato che Hamas è pronto a ripetere l'attacco del 7 ottobre più e più volte fino a quando Israele non sarà annientato, e che tutto ciò che il gruppo ha fatto era giustificato. Questa tenacia è esattamente il motivo per cui non c'è nulla che possa sostituire la distruzione di Hamas.
Hamad ha inoltre affermato che l'Egitto e il Qatar non hanno esercitato alcuna pressione su Hamas affinché accettasse il cessate il fuoco proposto da Biden, e che le notizie diffuse dai media in merito alle minacce di espellere i leader di Hamas dal Qatar sono false.
I risultati del sondaggio del PSR mostrano che la maggior parte dei palestinesi è diventata così radicalizzata da considerare gli assassini e gli stupratori come eroi e modelli. È un dato che dovrebbe essere preso in considerazione da parte dell'amministrazione Biden e di quegli europei che sono ansiosi di vedere uno Stato palestinese e spingono per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
O forse c'è un altro motivo per cui vogliono che Hamas vinca? E tale motivo potrebbe essere quello di vedere gli ebrei ricevere finalmente la punizione per aver avuto il coraggio dopo la Seconda guerra mondiale di non accettare il loro ruolo di vittime annichilite, di rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per trasformare in uno Stato moderno una terra arida, desertica e paludosa infestata dalla malaria.
Amjad Taha, stratega politico e analista degli Emirati Arabi Uniti, rileva:
"Se un cessate il fuoco significa che i terroristi di Hamas, gli stupratori e i rapitori di bambini rimangono a Gaza, allora nessuno in Israele, a Gaza o nel Medio Oriente lo vuole. Mantenere i nazisti al potere e dare loro un attimo di respirare è inaccettabile. Israele dovrebbe agire rapidamente. ed eliminare in modo decisivo le forze terroristiche dei Fratelli Musulmani a Gaza".
Bassam Tawil è un arabo musulmano che vive in Medio Oriente.