
Il 14 dicembre, durante la festività di Hanukkah, un momento di celebrazione, si è consumato un massacro di innocenti famiglie ebree sulla famosa spiaggia australiana di Bondi Beach, a Sydney. Quindici persone sono rimaste uccise e altre quaranta sono state ferite. Uno degli aggressori, un immigrato musulmano di nome Sajid Akram, è stato ucciso dalla polizia; suo figlio Naveed, il secondo aggressore, è stato colpito dagli agenti prima di essere arrestato.
La situazione avrebbe potuto essere peggiore se non fosse stato per l'intervento della polizia di Sydney e per la prontezza di un coraggioso passante, Ahmed El-Ahmed, un musulmano che è riuscito a bloccare e disarmare uno dei terroristi.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha detto che l'Australia è stata "avvertita di potenziali attacchi contro gli ebrei", ma senza successo. Alcuni funzionari israeliani, quindi, "accusano Canberra di non fare abbastanza per combattere l'antisemitismo". Sa'ar ha scritto:
"Sono sconvolto dalla sanguinosa sparatoria durante i festeggiamenti di Hanukkah, a Sidney, in Australia. Questi sono i risultati della furia antisemita nelle strade australiane degli ultimi due anni, con gli appelli antisemiti e incitanti a 'globalizzare l'Intifada' che hanno trovato realizzazione oggi. Il governo australiano, che ha ricevuto innumerevoli segnali d'allarme, deve tornare in sé!"
L'Australia è in genere un Paese pacifico, o almeno lo era finché il governo del Partito Laburista non ha deciso di importare migliaia di richiedenti asilo islamisti da Gaza e da altri luoghi.
Negli ultimi anni, milioni di migranti irregolari sono arrivati in Australia, in Europa e negli Stati Uniti. Gran parte di questa migrazione di massa è passata inosservata ai media e i governi sembrano cercare di minimizzare la vulnerabilità delle loro politiche controproducenti e rovinose.
L'illusione australiana di "coesione sociale" è stata da tempo smascherata per quello che è: un costrutto utopico senza radici nella realtà. Allo stesso modo, la predilezione del governo per il multiculturalismo è stata da tempo screditata dal realismo. L'indicatore del successo o dell'insuccesso di queste due ideologie è il trattamento e l'incolumità della piccola comunità ebraica australiana, vittima di una forma virulenta e spesso violenta di odio.
Negli ultimi tempi sono stati perpetrati diversi atti terroristici contro gli ebrei australiani (si veda qui e qui). Dopo che la casa di Alex Ryvchin, co-amministratore delegato del Consiglio Esecutivo dell'Ebraismo Australiano, è stata oggetto di vandalismo antisemita, il funzionario ha affermato che "il male aleggia in questo Paese" e ha previsto che tali atti terroristici si sarebbero intensificati.
Le conseguenze della diffusa discordia sociale e degli atti antisemiti da parte degli immigrati islamici nei Paesi occidentali sono ben documentate, ma è un mistero il motivo per cui il governo australiano sembra ritenere che la propria nazione possa costituire un'eccezione.
Il governo del primo ministro Anthony Albanese emargina la comunità ebraica australiana favorendo la causa palestinese, senza contare che nessuno si batte mai per la libertà di parola e di stampa di coloro che vivono sotto il governo di Hamas e dell'Autorità Palestinese, nonché per la libertà da arresti arbitrari, torture ed esecuzioni extragiudiziali.
Il governo australiano ha accelerato l'ingresso nel Paese di centinaia di palestinesi potenzialmente pericolosi e di altri islamisti senza effettuare controlli adeguati. Nel frattempo, molti rappresentanti ufficiali di Israele sono considerati "personae non gratae" e viene loro negato l'ingresso nei Paesi occidentali che dovrebbero essere più informati.
Il governo australiano è stato accusato di aver messo in atto un piano per accogliere nel Paese "spose dell'ISIS". Quando è emerso il piano di fare arrivare in Australia un terzo gruppo di spose, l'influencer Scott Driscoll ha dichiarato: "Nessun altro le vuole, di certo non altri Paesi musulmani". Driscoll ha inoltre scritto:
"È assolutamente pericoloso che un governo australiano che affermi di avere a cuore gli interessi degli australiani, i valori australiani o la nostra sicurezza nazionale consenta ancora a queste 'spose dell'ISIS' di avvicinarsi all'Australia! Il nostro Paese deve smettere di essere usato come una sorta di folle esperimento sociale di Sinistra per scoprire quanto devono peggiorare le cose prima di raggiungere il punto di rottura definitivo e il completo collasso della nostra società così come la conosciamo!"
Ci sono stati i primi segnali d'allarme dell'atteggiamento disinvolto del governo australiano nei confronti del crescente odio verso gli ebrei in seguito ai terribili eventi del 7 ottobre 2023.
Quando Hamas e molti palestinesi "comuni" invasero il pacifico sud di Israele, il 7 ottobre, massacrarono tutti gli israeliani che incontrarono (uomini, donne, bambini, neonati), torturandoli, stuprandoli, bruciandoli e decapitandoli, per poi trascinare 251 persone nei tunnel di Hamas a Gaza come ostaggi, per ulteriori abusi e pressioni.
Poche settimane dopo, l'amministrazione Biden elaborò un documento di condanna dell'odio verso gli ebrei, firmato da "circa una quarantina di Paesi". La dichiarazione del 2023 definiva "barbaro" l'attacco di Hamas sferrato contro innocenti, aggiungendo che si è trattato dell'attacco "più letale contro il popolo ebraico dai tempi della Shoah" e prevedendo che avrebbe avuto "un enorme impatto sulle comunità ebraiche di tutto il mondo".
L'inviato speciale del Dipartimento di Stato americano per l'antisemitismo esortò anche il governo australiano a firmare la dichiarazione. La proposta venne respinta. Nell'agosto 2025, un ex alto funzionario del Dipartimento di Stato ha spiegato:
"Certamente lo abbiamo chiesto agli australiani, e loro non hanno accettato. (...) È stato un segnale forte che non li stiamo obbligando a fare qualcosa, nonostante gli Stati Uniti stessero spingendo a firmare questa dichiarazione. (...) Si sono rifiutati di farlo. È come se il Paese più importante che dovrebbe esserci non ci fosse."
Che triste accusa mossa al governo australiano!
È quindi del tutto comprensibile che durante una conferenza sulla Gold Coast contro l'antisemitismo tenutasi nel settembre 2025, Suzi Smeed, che da piccola sopravvisse alla Shoah, abbia definito con sarcasmo il governo albanese un "nemico degli ebrei".
In seguito alle atrocità del 7 ottobre, le manifestazioni anti-Israele in Australia si sono intensificate.
"David May, responsabile della ricerca e analista senior presso la Foundation for Defense of Democracies, ha dichiarato a JNS che 'non è una coincidenza che l'Australia sia alle prese con un drastico aumento dell'antisemitismo proprio mentre il governo sta ribaltando decenni di politica equilibrata nei confronti di Israele'".
Utilizzando per i loro scopi luoghi pubblici iconici di Sidney come l'Opera House, Harbour Bridge e Bondi Beach , decine di migliaia di manifestanti anti-Israele, sostenuti da masse di "estrema Sinistra", hanno improvvisamente attirato l'attenzione in Australia sul potenziale aumento dell'antisemitismo in Australia.
Non sorprende che durante una manifestazione di protesta tenutasi a Canberra nel luglio scorso, diversi senatori del Partito dei Verdi "si siano uniti ad attivisti anti-Israele in una violenta protesta davanti al Parlamento, con i dimostranti che mostravano manifesti di Hitler".
"La protesta è stata organizzata dai membri del Palestine Action Group davanti al prato del Parlamento e ha fatto seguito a un appello internazionale congiunto per un cessate il fuoco, con l'Australia che si è unita ad altre 25 nazioni in una dichiarazione che chiedeva la fine immediata delle ostilità a Gaza....
"Israele ha risposto con aspre critiche alla dichiarazione, accusando i 26 Paesi di aver travisato la situazione.
"Tutte le dichiarazioni e tutte le rivendicazioni dovrebbero essere rivolte all'unica parte responsabile della mancata conclusione di un accordo per il rilascio degli ostaggi e di un cessate il fuoco: Hamas, che ha iniziato questa guerra e la sta prolungando", ha affermato il ministero degli Esteri israeliano".
In un articolo titolato "Fallimento morale in bella mostra", il commentatore australiano di origine iraniana Pouria Mehrani ha scritto a proposito delle proteste contro Israele:
"La politica delle proteste, come abbiamo osservato di recente, prospera grazie a emozioni irrazionali, soprattutto in conflitti complessi come questo. I gruppi di Sinistra sfruttano tali emozioni per portare avanti i propri programmi..."
La maggioranza silenziosa degli australiani ne ha finalmente avuto abbastanza di queste assurdità e, nelle principali città, ha organizzato manifestazioni molto partecipate a sostegno dell'Australia e dei suoi tradizionali valori occidentali.
Il governo ha criticato uno di questi eventi a Sydney sostenendo che era organizzato da neonazisti. Secondo il Times of Israel:
"Condanniamo fermamente la manifestazione 'March for Australia' che si sta svolgendo oggi. 'Non si tratta di aumentare l'armonia sociale', ha dichiarato Murray Watt, ministro di spicco del governo laburista, all'emittente televisiva Sky News. (...) 'Non sosteniamo manifestazioni come questa che mirano a diffondere l'odio e a dividere la nostra comunità', ha affermato Watt, sostenendo che sono state 'organizzate e promosse' da gruppi neonazisti".
Tuttavia, lo stesso governo ha consentito una marcia anti-Israele sul Sydney Harbour Bridge alla quale hanno partecipato 90 mila persone, molte delle quali sventolavano bandiere dell'OLP, di al-Qaeda, dell'ISIS e dei Talebani, manifestando il proprio sostegno al terrorismo e, di conseguenza, approvando l'odio verso gli ebrei.
Il 7 settembre scorso, i cosiddetti "filopalestinesi" (i quali non hanno mai affermato che l'Autorità Palestinese e il governo di Hamas garantiscono ai propri cittadini la libertà di parola o di porre fine alle detenzioni arbitrarie e alle torture, per non parlare della corruzione dilagante) si sono scontrati con i sostenitori di Israele a Bondi Beach, a Sydney, dove la polizia è intervenuta più di una volta. Il rabbino Yossi Friedman ha pubblicato un video in cui si vede la polizia separare i manifestanti. "Sono venuti a Bondi Beach", ha commentato, "dove ci sono molti ebrei, e sono venuti qui proprio per portare il loro odio".
Robert Gregory, amministratore delegato dell'Australian Jewish Association, l'Associazione ebraica australiana (AJA), ha spiegato: "Bondi ospita numerose sinagoghe, ristoranti kosher e attività commerciali ebraiche, alcune delle quali sono state di recente oggetto di episodi di antisemitismo. Con oltre 100 spiagge in tutta Sydney, la decisione di scegliere Bondi è stata presa per causare divisioni e disordini".
Questo tipo di atti, tuttavia, non dovrebbe sorprendere la comunità ebraica australiana. Dopotutto, era probabilmente inevitabile che l'odio verso gli ebrei si diffondesse nonostante la lontananza del continente. L'islamismo può essere un'ideologia guidata dall'odio, che si manifesta attraverso una "causa palestinese" artificiosa per raggiungere tutti i settori delle società occidentali. Più membri della coorte islamista vengono importati in un Paese, più gli attacchi contro gli ebrei, e altri, aumenteranno.
Attualmente, l'Australia ha politiche ingenue che consentono una significativa immigrazione di islamisti provenienti da zone di guerra. Nonostante quanto affermato dal governo, la maggior parte di questi immigrati non intende integrarsi, assimilarsi o contribuire alla "coesione sociale", come dimostrano le manifestazioni contro Israele e gli ebrei, che hanno registrato una grande partecipazione. Molti nuovi arrivati sono nemici ideologici della tradizione democratica occidentale e pianificano esplicitamente di dominare le società aperte attraverso l'imposizione della legge islamica della Sharia.
Il loro piano si concretizza nelle manifestazioni pro-islamiste nei luoghi simbolo dell'Australia. Come ha rilevato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: "Quando i tuoi nemici giurano di distruggerti, credigli". Il governo laburista australiano non ha ancora compreso la portata di questa affermazione.
Di conseguenza, l'enfasi dichiarata dal governo australiano sulla coesione sociale è, purtroppo, un'illusione tristemente lontana dalla realtà. Avrebbe potuto essere realizzabile in una certa misura prima dell'arrivo massiccio di fanatici estremisti e della decisione dell'Australia, in violazione del diritto internazionale che disciplina la definizione di nazione, di riconoscere uno Stato palestinese inesistente.
In un'intervista rilasciata al quotidiano olandese Trouw nel marzo 1977, il funzionario dell'OLP Zuheir Mohsen dichiarò:
"Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno Stato palestinese è solo un mezzo per continuare la nostra lotta contro lo Stato di Israele per la nostra unità araba. In realtà, oggi non c'è alcuna differenza tra giordani, palestinesi, siriani e libanesi".
È quindi giunto il momento che il governo australiano prenda coscienza della realtà degli islamisti antisemiti e dei loro sostenitori presenti al suo interno e adotti misure correttive appropriate prima che tali disordini si diffondano ulteriormente nel resto della società. In caso contrario, l'Australia si ritroverà presto a replicare i crescenti disordini sociali sperimentati in Europa e nel Regno Unito. Con l'attuale governo "socialista di Sinistra" al potere, gli australiani stanno purtroppo pagando un prezzo elevato per le politiche irresponsabili e rovinose del loro governo.
Nils A. Haug è uno scrittore ed editorialista. Avvocato penalista di professione, è membro dell'International Bar Association, della National Association of Scholars, dell'Academy of Philosophy and Letters. Lasciata la professione forense, il suo particolare campo di interesse è la teoria politica interconnessa con l'attualità. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Teologia Apologetica. Il dottor Haug è autore di Politics, Law, and Disorder in the Garden of Eden - the Quest for Identity e di Enemies of the Innocent – Life, Truth, and Meaning in a Dark Age. I suoi scritti sono stati pubblicati su First Things, The American Mind, Quadrant, Minding the Campus e Gatestone Institute, National Association of Scholars, Anglican Mainstream, Document Danmark, Jewish News Syndicate, e altri.
