La leadership inizia dall'alto e quella del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, come pure quella europea, è in netto contrasto con la leadership dell'amministrazione Biden che fa acqua pressoché da tutte le parti. Nella foto: Zelenskyy incontra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca, il 1° settembre 2021. (Foto di Brendan Smialowski/AFP tramite Getty Images) |
Al momento, le forze ucraine sembrano essere in inferiorità numerica e con meno armi dell'esercito russo. Se il presidente russo Vladimir Putin alla fine riuscirà a sopraffare l'Ucraina e la sua capitale, Kiev, facciamo in modo che questa vittoria diventi la sua Waterloo.
Spinta dalla leadership decisa e combattiva mostrata dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, la reazione mondiale all'invasione di Putin è stata rapida e dura nei confronti della Russia. Le sanzioni alla Banca Centrale russa e le restrizioni imposte ad alcune banche russe dal sistema per lo scambio delle transazioni finanziarie SWIFT hanno ridotto il valore di un rublo russo a meno di un centesimo, mentre in Russia i tassi d'interesse superano il 20 per cento. Il mercato azionario russo è stato chiuso preventivamente per evitare un crollo e alle compagnie aeree russe è vietato volare nei cieli di gran parte del pianeta.
Inaspettatamente, la Germania, con una sorprendente inversione di marcia, ha deciso la sospensione dell'autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2, e il 1° marzo, l'operatore del gasdotto ha dichiarato bancarotta e ha licenziato tutti i suoi dipendenti. In un'altra impressionante marcia indietro, che ha ribaltato decenni di precedente politica, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato che il Paese aumenterà la spesa militare per soddisfare il requisito di spesa per la difesa della NATO pari al 2 per cento del PIL e accrescere notevolmente le sue capacità militari. In veste di ambasciatore degli Stati Uniti nei Paesi Bassi, avevo appoggiato entrambe queste misure.
Quando Putin ha avviato la sua campagna militare, sicuramente non si aspettava che avrebbe unito l'Europa e l'Occidente, rafforzato la NATO e fatto crollare l'economia russa.
L'amministrazione Biden si è affrettata a unirsi alle sanzioni e ad altre misure contro la Russia, ma si osservi bene: Biden si è allineato, non ha assunto la guida delle azioni. Sono stati, infatti, gli europei a prendere l'iniziativa di cancellare il progetto del gasdotto Nord Stream 2 e a limitare l'accesso della Russia al sistema di comunicazione interbancaria SWIFT. L'Europa e il Canada hanno chiuso il loro spazio aereo ai velivoli russi, ma lo spazio aereo americano è rimasto aperto per giorni (è stato chiuso solo il 2 marzo). La Germania ha invertito la rotta sulle sue spese militari, ma l'amministrazione Biden si rifiuta ancora di ribaltare la dipendenza dell'America dal petrolio e dal gas russi aumentando la produzione interna e aprendo gasdotti sul suolo statunitense. Inoltre, non è stata presa alcuna misura per colmare le gigantesche lacune che impediscono di imporre sanzioni al settore petrolifero ed energetico russo, o per approvare il gasdotto EastMed che diversificherebbe la fornitura di energia all'Europa.
Paradossalmente, mentre gli americani assistono a un'impennata dei prezzi del gas alla pompa, gli Stati Uniti finanziano di fatto l'aggressione russa in Ucraina acquistando 500 mila barili di petrolio al giorno dalla Russia. A cento dollari al barile, Putin incassa 50 milioni di dollari al giorno per distruggere l'Ucraina, forse seguita da Moldavia, Lituania, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Romania e Polonia.
Invece di finanziare la guerra di Putin, l'America dovrebbe aprire l'oleodotto americano Keystone XL e promuovere la produzione di petrolio e gas di scisto a livello nazionale. Al contrario, l'amministrazione Biden sembra non voler desistere dall'idea di continuare a perseguire la sua fallimentare politica energetica: "L'OPEC dice a Biden: se volete più petrolio producetelo da soli"; il Green New Deal, con cui si spinge gli americani ad acquistare costosi veicoli elettrici che ovviamente richiedono l'impiego di combustibili fossili per essere prodotti; e il "cambiamento climatico".
Queste sono le priorità dell'amministrazione Biden, mentre infuria la guerra, civili innocenti vengono massacrati e l'intero ordine mondiale è minacciato da Russia, Cina e Iran. Purtroppo, la "stimata" squadra di sicurezza nazionale di Biden ha anche deciso di condividere l'intelligence statunitense sulla Russia con il Partito Comunista Cinese (PCC), nella speranza che il PCC si unisca all'Occidente per scoraggiare l'aggressione russa. In qualità di ex presidente del Comitato per l'Intelligence della Camera, è sorprendente vedere che la comunità dell'intelligence e il team di scurezza nazionale di Biden potrebbero persino pensare che questa sia una buona idea.
La leadership inizia dall'alto e quella del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, come pure quella europea, è in netto contrasto con la leadership dell'amministrazione Biden che fa acqua da pressoché tutte le parti. Sotto la guida di Biden, ci troviamo di fronte a politiche che chiedono agli americani di sacrificarsi e finire per pagare per l'aggressione russa, anziché dare sfogo all'ingegno e alla creatività americane per affrontare la sfida. Mentre i cittadini ucraini rischiano la vita e muoiono combattendo per salvare il loro Paese, Washington è preoccupata per la CO2. Nel promuovere la "green energy", l'amministrazione Biden adotta strategie che incoraggiano il Partito Comunista Cinese, che controlla i minerali rari della Terra e la produzione dei pannelli solari necessari alla suddetta "energia verde".
Zelenskyy, che potrebbe finire per pagare con la vita, evidentemente si è accorto che aveva bisogno di fornire al suo popolo una guida coraggiosa di fronte a un nemico militarmente superiore. Quando la squadra di Biden si è offerta di aiutare a evacuare il presidente ucraino da Kiev, quest'ultimo ha risposto: "Mi servono munizioni, non un passaggio". La Svizzera ha abbandonato la sua famosa neutralità per sanzionare la Russia e congelare i leggendari conti bancari svizzeri degli oligarchi russi. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha cambiato rotta per chiudere l'oleodotto russo Nord Stream 2, la cui società ora ha dichiarato fallimento, e rafforzare l'esercito tedesco. La Svezia e la Finlandia stanno seriamente considerando l'idea di ribaltare le loro posizioni di lunga data per entrare a far parte della NATO. Nel frattempo, l'amministrazione Biden continua a insistere sulla propria politica di dipendenza energetica americana, staccando anche la spina al cruciale gasdotto EastMed promosso da Israele, Cipro e Grecia, tre Paesi alleati degli Stati Uniti, e che trasporterebbe in Europa il gas naturale dei giacimenti del Mediterraneo orientale. Il gasdotto EastMed dovrebbe essere costruito senza indugio.
Facciamo in modo che l'Ucraina diventi il capolinea per Putin, che ha già accumulato una lunga scia di crimini di guerra e di altre atrocità. Che l'Ucraina sia la sua Waterloo! Abbiamo imposto soltanto blande sanzioni finanziarie "piene di scappatoie", senza colpire l'industria petrolifera e del gas russa. Abbiamo assistito passivamente al brutale attacco in tempo reale di Putin all'Ucraina, ai suoi innumerevoli crimini di guerra – tra cui "colpire le aree abitate da civili" e, secondo quanto riferito l'utilizzo di bombe a grappolo e termobariche – e alla crisi umanitaria che ha scatenato. Speriamo che Biden mostri una vera leadership e cambi rotta in modo che l'America non dipenda più dalla Russia e dalla Cina, qualunque sia il prezzo da pagare. E farlo ora sarebbe nel migliore interesse degli Stati Uniti.
Peter Hoekstra è stato ambasciatore degli Stati Uniti nei Paesi Bassi durante l'amministrazione Trump. È stato per 18 anni rappresentante degli Stati Uniti per il secondo distretto congressuale del Michigan. È stato presidente del Comitato per l'Intelligence della Camera. Attualmente dirige il Center for Security Policy Board of Advisors ed è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.