Un tribunale della Baviera, il più grande Stato federale della Germania, ha ribadito che è lecito che il governo spii i cittadini che si oppongono alla costruzione della maxi-moschea di Monaco.
La sentenza rigetta di fatto una causa intentata da un gruppo di attivisti anti-moschea, secondo i quali la sorveglianza dello Stato è una tattica intimidatoria volta a zittire un'opinione pubblica riluttante alla costruzione della moschea.
Il verdetto è arrivato pochi giorni dopo che un'altra corte di giustizia della Baviera ha ordinato a uno dei leader della campagna anti-moschea di pagare una pesante ammenda per "aver diffamato" l'Islam dopo aver più volte asserito che esso è incompatibile con la democrazia.
Nel frattempo, le autorità comunali di Monaco di Baviera hanno annunciato che il referendum popolare sulla moschea – ora Forum per l'Islam di Monaco – non avrà luogo, anche se gli attivisti anti-moschea sono riusciti a raccogliere il doppio delle firme necessarie per consentire ai cittadini di Monaco di esprimersi sulla possibilità che la moschea sia costruita.
Gli attivisti anti-moschea sostengono che le recenti azioni dimostrano che i garanti del multiculturalismo in Baviera hanno stabilito che il progetto della moschea andrà avanti, anche se questo implicherà aggirare il processo democratico, mettendo a tacere l'opposizione pubblica al progetto, e che venga calpestato il diritto costituzionale alla libertà di espressione.
Il 18 ottobre, il Tribunale amministrativo di Monaco di Baviera, (Verwaltungsgericht) ha statuito che è lecito che la sede bavarese dell'agenzia di intelligence interna, la Bundesamt für Verfassungsschutz (BfV), continui a spiare gli attivisti anti-moschea.
Quest'attività di spionaggio fu rivelata per la prima volta nell'aprile 2013, quando il ministro degli Interni bavarese, Joachim Hermann, disse che gli attivisti contrari alla costruzione della moschea erano impegnati in attività potenzialmente anticostituzionali.
Gli attivisti menzionati da Hermann sono un partito populista chiamato Die Freiheit Bayern e la sede di Monaco di Politically Incorrect (PI), un famosissimo blog in prima linea nella difesa della libertà di espressione, che si concentra su temi legati all'immigrazione, al multiculturalismo e all'Islam in Germania.
Entrambi i gruppi focalizzano l'attenzione dell'opinione pubblica sul progetto di costruire una moschea di 6000 mq, che secondo loro diventerà una piattaforma strategica per la diffusione dell'Islam in Germania e nel resto d'Europa.
Sono diffuse le congetture che i 40 milioni di euro necessari per la costruzione della moschea saranno finanziati dall'Emirato del Qatar, ricco di petrolio, che sta ergendo rapidamente maxi-moschee wahhabite in tutta Europa.
Secondo Hermann, i membri del Die Freiheit Bayern e di PI (che sono più o meno gli omologhi degli attivisti del movimento americano Tea Party) sono "estremisti di destra che, con il pretesto dell'impegno civile, portano avanti iniziative a favore dei cittadini per attirare l'attenzione degli elettori tedeschi". Hermann sostiene che in questo modo essi "utilizzano il dibattito sulla costruzione delle moschee, ad esempio, per suscitare pregiudizi – in modo anticostituzionale – contro i musulmani e l'Islam".
Hermann ha detto alla Corte che il BfV funge da "sistema di preallarme" rilevando potenziali minacce all'ordine costituzionale. Egli ha accusato il leader di Die Freiheit Bayern, Michael Stürzenberger, di praticare attività potenzialmente anticostituzionali asserendo ripetutamente che l'Islam è "un sistema religioso politico fascista". Hermann sostiene che, senza fare una netta distinzione tra Islam e islamismo, Stürzenberger si sia reso colpevole di calpestare i diritti costituzionali dei musulmani.
Difendendosi dalle accuse, il leader di Die Freiheit Bayern ha raccontato alla Corte di non aver detto nulla contro i singoli musulmani e che pertanto non poteva essere considerato colpevole di agire in modo anticostituzionale. D'altra parte, a suo dire, l'Islam e l'islamismo sono due facce della stessa medaglia, e quindi l'Islam rappresenta una minaccia per la democrazia tedesca.
La sentenza della Corte ha stabilito che il governo può continuare a monitorare gli attivisti anti-moschea. Tuttavia, il tribunale ha imposto alla BfV di eliminare alcuni paragrafi dal suo rapporto annuale del 2013, in cui il Die Freiheit Bayern era accusato di praticare attività anticostituzionali.
La Corte ha detto che il rapporto annuale presentava le accuse contro Die Freiheit Bayern come fossero fatti incontrovertibili, quando invece erano delle mere speculazioni, perché il movimento non è mai stato accusato di violare effettivamente la Costituzione.
In un caso separato, ma correlato, il 7 ottobre scorso, la Corte distrettuale di Monaco (Landgericht München) ha statuito che Stürzenberger è colpevole di aver offeso l'Islam in un post del blog PI e lo ha condannato al pagamento di un'ammenda di 2500 euro.
Il caso risale agli inizi del 2013, quando Stürzenberger scrisse un post sul blog PI in cui affrontava il tema dei versetti contenuti nel Corano che incitano alla violenza contro i non musulmani. L'articolo documentava le esperienze dei cristiani e dei membri di altri gruppi religiosi che sono stati perseguitati dai musulmani.
Stürzenberger inserì una citazione di un esule iraniano il cui fratello fu linciato per essersi convertito al Cristianesimo. "L'Islam distruggerà la Germania proprio come ha distrutto la Persia", ammoniva l'iraniano.
Il post finiva con queste parole: "L'Islam è un cancro, che putrefà i popoli (ancora) liberi di questo pianeta e gradualmente li infetta con il veleno di questa ideologia estremamente pericolosa, intollerante, misogina, violenta e assetata di potere".
Il pubblico ministero Judith Henkel ha detto alla Corte che Stürzenberger era colpevole di aver oltraggiato e denigrato i musulmani e l'Islam, e che questo avrebbe turbato la quiete pubblica. Secondo la Henkel, ai sensi dell'art.166 del codice penale, il reato commesso da Stürzenberger era punibile con il pagamento di un'ammenda considerevole o con la reclusione fino a tre anni.
Il leader del movimento Die Freiheit Bayern si è difeso sostenendo che il post faceva riferimento all'ideologia che sta dietro l'Islam e che le sue parole non erano dirette ai musulmani come individui. Egli ha inoltre detto di avere il dovere di mettere in guardia i cittadini dal pericolo della crescita dell'Islam in Germania e che i diritti delle donne, la democrazia e la coesistenza pacifica sono minacciati dalla diffusione nel paese della Sharia, la legge islamica.
Nel suo verdetto, la Corte ha statuito che paragonando l'Islam a un cancro, Stürzenberger si è reso colpevole di aver "oltraggiato" e "diffamato" l'Islam e gli ha ordinato di pagare una multa di 50 euro al giorno per cinquanta giorni. L'imputato si è dichiarato pronto a impugnare la sentenza.
Nel frattempo, l'1 ottobre, il consiglio comunale di Monaco di Baviera ha annunciato che non verrà indetto nessun referendum popolare sulla costruzione della moschea, anche se Die Freiheit Bayern ha raccolto oltre 65.000 firme, il doppio delle 30.000 necessarie per andare al voto.
Le autorità comunali hanno accusato Stürzenberger di ingannare il pubblico asserendo falsamente che l'imam macedone, Benjamin Idriz, che è dietro il progetto della moschea, è stato controllato dall'intelligence tedesca a causa dei suoi legami con elementi del fondamentalismo islamico.
In realtà, l'intelligence bavarese, nei suoi rapporti annuali dal 2007 al 2010, ha rivelato che una moschea guidata da Idriz, la comunità islamica di Penzberg (ora ribattezzata Forum islamico di Penzberg) è stata tenuta d'occhio a causa dei suoi contatti con i gruppi islamisti.
Inoltre, un cablogramma diplomatico del dicembre 2007 del consolato americano di Monaco ha rivelato che l'ex segretario di Stato bavarese, Georg Schmid, aveva messo in guardia sull'esistenza di un documento di riflessione ad uso interno per la moschea che si prefissava un obiettivo più fondamentalista rispetto a quello annunciato pubblicamente. A quanto pare, il documento faceva riferimento alla necessità che i bambini fossero educati secondo i dettami "dell'Islam puro" e criticava altresì il modo in cui i musulmani europei fossero "costretti in una certa misura" a convivere con una società a maggioranza non musulmana.
Nel cablo si legge anche che il ministro degli Interni bavarese, Günther Beckstein, aveva confidato ai diplomatici americani che "Idriz fa il doppiogioco". Egli si riferisce all'abitudine di Idriz di ritrarsi come un moderato davanti a certe platee e come un radicale davanti ad altre.
Le autorità comunali di Monaco accusano inoltre Stürzenberger di aver falsamente affermato che la nuova moschea sarebbe un centro per i musulmani di tutta Europa.
In effetti, per molti anni la moschea è stata chiamata Centro per l'Islam in Europa-Monaco di Baviera (ZIE-M). Ma alla fine del 2013 le fu dato un nuovo nome, Forum per l'Islam di Monaco, a quanto pare, nel tentativo di dissipare le crescenti preoccupazioni pubbliche in merito alle ambizioni più ampie della moschea.
Il sindaco di Monaco di Baviera, Dieter Reiter, del Partito socialdemocratico (SPD) di centro-sinistra, ha dichiarato che se fosse indetto un referendum popolare, ciò darebbe alla campagna anti-moschea guidata da Stürzenberger "una parvenza democratica, che si vuole evitare".
Il Forum per l'Islam di Monaco ha informato tutti coloro che hanno sottoscritto la petizione per il referendum di accettare la decisione delle autorità comunali più conosciuta:
"Ci rivolgiamo a tutti quei cittadini di Monaco che hanno appoggiato il referendum con le loro firme per dire loro che vorremmo incoraggiarli a familiarizzare con la decisione del consiglio comunale e la sua ampia giustificazione giuridica. In tal modo, essi capiranno che il referendum non è un diritto legittimo conferito da un'istituzione democratica e che bloccando la consultazione popolare il consiglio comunale impedisce che l'opinione di questi cittadini sia oltraggiata dagli obiettivi antidemocratici degli estremisti."
Stürzenberger sostiene che i tentativi del comune di Monaco di Baviera di mettere a tacere le voci di dissenso sono simili alle tattiche utilizzate dall'ex dittatura comunista nella Germania dell'Est. Egli ha giurato di trascinare il consiglio comunale in un'aula di tribunale.
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York. È anche senior fellow per la politica europea del Grupo de Estudios estratégicos/Strategic Studies Group che ha sede a Madrid. Seguitelo su Facebook e Twitter .