Mentre il governo egiziano è in guerra contro i Fratelli musulmani e altri gruppi radicali islamici, l'amministrazione americana e alcuni europei continuano a ostacolare gli sforzi volti a combattere il terrorismo.
Molti egiziani e parecchi musulmani e arabi moderati sono rimasti di stucco alla notizia che il Dipartimento di Stato americano ha incontrato di recente una delegazione dei Fratelli musulmani. Sono rimasti sbigottiti anche quando la Corte dell'Unione Europea ha deciso di rimuovere Hamas dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche.
L'incontro tra il Dipartimento di Stato e i leader dei Fratelli musulmani ha indignato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che dallo scorso anno sta conducendo una guerra implacabile contro l'organizzazione.
Un membro della delegazione, il giudice dei Fratelli musulmani Waleed Saharaby, ha posato per una foto al Foggy Bottom (nomignolo del Dipartimento di Stato, N.d.T.), facendo il segno "Rabia" delle quattro dita alzate in segno di vittoria, nuovo simbolo dell'organizzazione. (Il gesto prende il nome dalla piazza del Cairo Rabia [al-Adawiya], scenario delle proteste contro il golpe che mise fine nell'agosto 2013 alla presidenza di Mohamed Morsi.)
"Se la Casa Bianca avesse intenzione di offendere qualcuno dei suoi più stretti alleati arabi e volesse accrescere i loro sospetti, beh, c'è riuscita", ha scritto l'esperta di Medio Oriente Linda S. Heard. "Se c'è un piano, allora va svelato", ella ha aggiunto. "Appena due giorni dopo la visita controversa, i Fratelli musulmani hanno invocato una guerra contro i loro connazionali egiziani".
Una dichiarazione rilasciata dai Fratelli musulmana così recita: "A ciascuno di noi spetta il compito di essere consapevole del fatto che siamo all'inizio di una nuova fase e dobbiamo raccogliere la forza, evocare il significato di jihad e prepararci, preparare le nostre mogli, figli e figlie e chiunque segua il nostro cammino a una lunga e inflessibile lotta, e in questa fase chiediamo il martirio".
Il governo egiziano ha condannato l'incontro avuto dai leader dei Fratelli musulmani con i funzionari del Dipartimento di Stato. Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha denunciato la mossa di Foggy Bottom, dicendo: "I Fratelli musulmani non sono un partito politico, ma secondo la legge egiziana, che deve essere rispettata, sono un'organizzazione terroristica".
La tempistica di questo incontro non avrebbe potuto essere peggiore per molti egiziani, perché esso ha avuto luogo dopo l'uccisione di 31 soldati e il ferimento di altri 45 da parte dei terroristi islamisti, in una serie di attacchi contro la penisola egiziana del Sinai.
Anche se il gruppo terroristico Stato islamico si sarebbe preso il merito di questi attacchi, al-Sisi ha ritenuto responsabili i Fratelli musulmani. "L'Egitto sta conducendo una guerra contro il più forte gruppo clandestino degli ultimi vent'anni", egli ha detto. "Questa organizzazione ha braccia segrete, pensieri segreti e forum segreti".
Anche i giornalisti egiziani e i direttori dei quotidiani hanno attaccato l'amministrazione americana per i legami con i Fratelli musulmani.
"Washington continua a compromettere le sue relazioni con l'Egitto rabbonendo i Fratelli musulmani", ha sottolineato l'editorialista Ezzat Ibrahim. "I Fratelli musulmani cercano di tornare nell'arena politica attraverso la porta americana e gli attacchi terroristici. La politica degli Stati Uniti sembra essere ambigua e inaffidabile".
Un altro colonnista egiziano, Mohamed Salmawi, ha lanciato un feroce attacco contro Washington, accusandola di inganno e di usare due pesi e due misure. Egli ha asserito che l'incontro tra i funzionari del Dipartimento di Stato e i leader dei Fratelli musulmani mette a nudo la politica ingannevole dell'amministrazione americana verso i gruppi terroristici islamici.
"L'amministrazione statunitense dice di combattere questi gruppi a casa loro, mentre li appoggia all'estero", ha scritto Salmawi. "Questo incontro è preoccupante perché mostra che Washington non ha abbandonato la sua politica dei due pesi e due misure verso il terrorismo islamico".
Salmawi, inoltre, contesta all'amministrazione americana il fatto di chiudere un occhio sull'ipocrisia e le ambiguità presenti nel linguaggio usato dai Fratelli musulmani. "Uno dei leader dei Fratelli musulmani, ad esempio, ha detto al mondo che gli ebrei di Israele sono a lui beneaccetti", ha aggiunto l'editorialista. "Ma questo stesso leader ha detto davanti al popolo egiziano che dovrebbero marciare in milioni per liberare Gerusalemme dall'occupazione degli ebrei. [Il presidente egiziano spodestato] Mohamed Morsi, prima di essere eletto, descriveva questi ebrei come discendenti di scimmie e maiali. In inglese, i Fratelli musulmani dicono una cosa e in arabo, qualcosa di completamente diverso".
Said Lindawi, un eminente esperto egiziano di questioni internazionali, ha detto che l'incontro tra i Fratelli musulmani e i funzionari del Dipartimento di Stato implica che l'amministrazione Obama ha dato il via libera all'organizzazione per compiere attacchi terroristici contro l'Egitto.
"Washington ha rifiutato di riconoscere i Fratelli musulmani come un gruppo terroristico", egli ha chiosato. "Gli americani continuano a insistere sul fatto che i Fratelli musulmani non sono responsabili degli attacchi terroristici in Egitto".
Accettando i Fratelli musulmani, l'amministrazione americana invia un messaggio sbagliato ai musulmani e agli arabi moderati. Il contenuto di questo messaggio è che Washington ritiene che ci siano terroristi buoni e cattivi.
A giudicare dalle reazioni di rabbia degli egiziani, è ovvio che i musulmani e gli arabi più moderati non vedono più negli Stati Uniti un alleato nella guerra contro i gruppi terroristici islamici. Ma ad essere ancor più inquietante è che essi considerano gli Stati Uniti un alleato e un amico dei terroristi.