Una ragazza tedesca di 15 anni, di origine marocchina, ha accoltellato e ferito gravemente un poliziotto a Hannover. L'accoltellamento sembra essere il primo attacco terroristico compiuto da un lupo solitario in Germania ispirato dallo Stato islamico.
L'episodio è avvenuto nella stazione ferroviaria centrale di Hannover nel pomeriggio del 26 febbraio, quando due agenti di polizia hanno notato che la ragazza – identificata solo come Safia S. – li stava osservando e seguendo.
I poliziotti si sono avvicinati alla ragazza, che indossava un velo islamico, e le hanno chiesto di mostrare un documento d'identità. Dopo averlo fatto, la giovane ha accoltellato al collo uno degli agenti con un coltello da cucina con lama da 6 centimetri.
Secondo la polizia, l'aggressione è avvenuta così rapidamente che il poliziotto 34enne non è stato in grado di difendersi. Dopo l'arresto di Safia, la polizia ha scoperto che la ragazza era in possesso di un secondo coltello più grande.
"L'attentatrice non ha esternato nessuna emozione, alcun sentimento", ha detto un portavoce della polizia. "La sua unica preoccupazione era il velo. La ragazzina era preoccupata che il suo velo fosse posizionato correttamente dopo che era stata arrestata. A lei non importava nulla se il poliziotto era sopravvissuto."
Il 3 marzo, il pubblico ministero di Hannover, Thomas Klinge, ha rivelato che Safia nel novembre 2015 aveva raggiunto il confine turco-siriano per unirsi allo Stato islamico, ma la madre il 28 gennaio l'aveva convinta a tornare in Germania.
Secondo la polizia, l'accoltellamento era premeditato: non avendo potuto unirsi allo Stato islamico in Siria, Safia aveva deciso di compiere un attacco contro la polizia in Germania.
La ragazzina è stata accusata di tentato omicidio. Le viene anche contestato il reato di terrorismo. Secondo i pubblici ministeri, essendosi recata in Turchia per unirsi allo Stato islamico, la giovane aveva violato la Sezione 89a del Codice penale tedesco "Preparazione di un grave reato violento che mette a rischio la sicurezza dello Stato".
Il quotidiano Die Welt ha riportato che Safia era entrata a far parte della scena salafita locale dal 2008, quando aveva solo 7 anni. Ella era apparsa in alcuni video di propaganda salafita accanto a Pierre Vogel, un convertito all'Islam e uno dei più noti predicatori salafita in Germania. In questi video, Vogel elogiava Safia perché indossava il velo a scuola e perché sapeva recitare i versetti del Corano.
Saleh, fratello di Safia, è stato in carcere in Turchia, dove era stato arrestato per aver tentato di unirsi allo Stato islamico.
Fino ad ora, l'unico altro attacco islamista riuscito in Germania è quello sferrato all'aeroporto di Francoforte nel marzo 2011, quando Arid Uka, un albanese del Kosovo, aprì il fuoco contro alcuni soldati americani, uccidendone due e ferendone gravemente altrettanti. Uka è stato in seguito condannato all'ergastolo.
Il 4 febbraio 2016, la polizia tedesca ha arrestato quattro membri di una cellula dell'Isis che pare stessero pianificando degli attacchi jihadisti a Berlino. In una serie di raid coordinati, più di 450 poliziotti hanno perquisito abitazioni ed esercizi commerciali legati alla cellula, a Berlino, nella Bassa Sassonia e nel Nord Reno-Westfalia.
Il capo – un algerino di 35 anni che abitava con la moglie e due figli in un centro di accoglienza per profughi ad Attendorn – è arrivato in Germania nell'autunno 2015, fingendo di essere un richiedente asilo siriano e identificato come Farid A. Pare che l'uomo abbia ricevuto addestramento in Siria da parte dello Stato islamico.
Tra gli altri arrestati: un algerino di 49 anni residente a Berlino sotto una falsa identità francese; un algerino di 30 anni residente a Berlino con un valido permesso di soggiorno; e un algerino di 26 anni, con presunti legami con alcuni islamisti in Belgio, ospite di un centro di accoglienza per richiedenti asilo di Hannover.
Si presume che i tre stessero progettando un attentato al Checkpoint Charlie, l'iconico varco di passaggio realizzato durante la Guerra Fredda che collegava Berlino East a Berlino Ovest. Pare anche che essi stessero pianificando un attentato ad Alexanderplatz, la grande piazza pubblica nel centro di Berlino che è un importante snodo del trasporto pubblico della capitale.
L'8 febbraio, la polizia tedesca ha arrestato un presunto comandante dell'Isis che viveva in un centro di accoglienza per rifugiati politici che sorge nella cittadina di Sankt Johann. Il jihadista 32enne, conosciuto solo come Bassam e che fingeva di essere un richiedente asilo siriano, era entrato in Germania nell'autunno del 2015. Le autorità dell'intelligence tedesca erano ignare della vera identità dell'uomo fino a quando la rivista Der Spiegel non lo ha intervistato dopo aver ricevuto una soffiata da parte di altri siriani ospiti del centro. Bassam ha detto che le accuse contro di lui sono false: "Voglio imparare il tedesco e diventare un cuoco", egli ha dichiarato.
In un'intervista del 5 febbraio all'emittente televisiva ZDF, Hans-Georg Maassen, direttore del Bundesamt für Verfassungsschutz [Ufficio federale per la protezione della Costituzione] (BfV), l'agenzia di intelligence interna della Germania, ha avvertito che lo Stato islamico sta volutamente piazzando jihadisti tra i rifugiati che si riversano in Europa. "Il rischio del terrorismo è molto alto", egli ha detto.
Il 4 febbraio, il Berliner Zeitung ha citato Maassen dicendo che il BfV aveva ricevuto più di 100 soffiate che vi erano combattenti dello Stato islamico tra i rifugiati che attualmente vivono in Germania. Alcuni jihadisti sono entrati nel paese utilizzando passaporti falsi o rubati.
Inoltre, Maassen ha rivelato che il BfV è a conoscenza di 230 tentativi compiuti dai salafiti per trovare nuove reclute nei centri di accoglienza per profughi di tutto il paese. In una recente intervista al quotidiano berlinese Der Tagesspiegel, Maassen ha detto che il numero dei salafiti in Germania è ora salito a 7.900. Erano 7.000 nel 2014; 5.500 nel 2013; 4.500 nel 2012 e 3.800 nel 2011.
Anche se i salafiti costituiscono solo una piccola parte dei circa sei milioni di musulmani che vivono oggi in Germania, secondo i funzionari dell'intelligence la maggior parte di coloro che sono attratti dall'ideologia salafita sono giovani musulmani impressionabili, che sono disposti a compiere all'improvviso atti terroristici in nome dell'Islam.
In un rapporto annuale, il BfV ha descritto il salafismo come "il movimento islamista più dinamico in Germania". E ha aggiunto:
"La natura assolutistica del salafismo contraddice parti significative dell'ordine costituzionale tedesco. In particolare, il salafismo respinge i principi democratici della separazione tra Stato e religione, la sovranità popolare, l'autodeterminazione in ambito religioso e sessuale, l'uguaglianza di genere e il diritto fondamentale all'integrità fisica".
In un'intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, Maassen ha avvertito: "I salafiti vogliono stabilire uno stato islamico in Germania".
Il 16 febbraio, più di 200 poliziotti tedeschi hanno fatto irruzione nelle abitazioni di 44 salafiti a Brema, capoluogo dell'omonimo land. Il ministro degli Interni di Brema, Ulrich Mäurer, ha detto di aver ordinato la chiusura dell'Associazione islamica di Brema (Islamischen Fördervereins Bremen) per una presunta attività di reclutamento di jihadisti per l'Isis:
"È alquanto catastrofico avere persone che vivono nella nostra città, disposte da un giorno all'altro a partecipare in maniera massiccia ad azioni terroristiche dello Stato islamico".
Nel dicembre 2014, le autorità di Brema hanno smantellato un altro gruppo salafita, l'Associazione Cultura e Famiglia (Kultur- und Familieverein, KUF), dopo che alcuni dei suoi membri si erano uniti all'Isis.
Più di 800 residenti tedeschi – il 60 per cento dei quali è in possesso di un passaporto tedesco – si sono uniti allo Stato islamico in Siria e in Iraq, secondo quanto riportato da Die Welt, sulla base dei dati più recenti forniti dall'Ufficio federale della polizia criminale (Bundeskriminalamt, BKA). Di questi, circa un terzo è rientrato in Germania. Circa altri 130 sono stati uccisi sul campo di battaglia, e questa cifra annovera almeno una dozzina di attentatori suicidi.
In un'intervista del 19 febbraio a Neue Osnabrücker Zeitung, il direttore di Europol, Rob Wainwright, ha detto che fino a 5.000 jihadisti europei sono tornati nel continente dopo aver fatto esperienza di combattimento sui campi di battaglia del Medio Oriente. Egli ha aggiunto che si prevedono in Europa nuovi attacchi jihadisti:
"L'Europa si trova di fronte alla minaccia terroristica più significativa degli ultimi 10 anni. Ci aspettiamo che l'Isis o qualche altro gruppo terroristico possa condurre un attacco in Europa, con lo scopo di provocare morti di massa tra la popolazione civile. Inoltre, c'è la minaccia posta dagli attacchi di lupi solitari. Il crescente numero di combattenti stranieri rappresenta una nuova sfida per i Paesi membri dell'Unione Europea".
Un recente sondaggio condotto da YouGov per l'agenzia di stampa tedesca Deutsche Presse Agentur (DPA) ha rilevato che il 66 per cento dei tedeschi si aspetta che lo Stato islamico sferrerà un attacco jihadista in Germania nel 2016. Solo il 17 per cento degli intervistati crede che non ci sarà alcun attacco; un altro 17 per cento non si è pronunciato.
Parlando a un congresso internazionale della polizia, tenutosi il 25 febbraio a Berlino, Hans-Georg Maassen, il capo dei servizi di intelligence, ha avvisato che la Germania non è un'isola: "Dobbiamo presumere che diventeremo il bersaglio di attacchi jihadisti e occorre essere preparati".
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York. È anche senior fellow per la politica europea del Grupo de Estudios estratégicos/Strategic Studies Group che ha sede a Madrid. Seguitelo su Facebook e Twitter. Il suo primo libro, Global Fire, uscirà all'inizio del 2016.