I sostenitori del gruppo jihadista "Stato islamico" si sono scontrati con gli yazidi curdi nel Nord Reno-Westfalia, lo Stato federale con la popolazione musulmana più numerosa della Germania.
La violenza esplosa – fra le minacce di un jihadista tedesco di far saltare in aria un deposito di armi nucleari americane in Germania – preoccupa i funzionari del controterrorismo che i musulmani radicali sfruttino deliberatamente le tensioni etniche e religiose in Medio Oriente per creare problemi nelle strade europee.
La polizia dice che a innescare gli scontri è stato un episodio di violenza in cui sei islamisti hanno preso d'assalto un ristorante della città di Herford, nella Westfalia orientale, intorno alle 16 del 7 agosto scorso. I musulmani stavano cercando con la forza di rimuovere un manifesto che invitava la gente a partecipare a una manifestazione di protesta a sostegno degli yazidi in Iraq.
Migliaia di yazidi, una minoranza non-musulmana di etnia curda, sono stati costretti ad abbandonare le loro case nel nord dell'Iraq per sfuggire all'avanzata dei miliziani dello Stato islamico, che non lasciano altra scelta agli yazidi se non quella di convertirsi all'Islam o di essere giustiziati.
Il proprietario trentenne del ristorante di Herford e altre due persone, tutti yazidi, sono rimasti feriti nella rissa, che secondo la polizia è stata combattuta a colpi di coltelli e di cocci di bottiglia.
Diverse ore dopo l'assalto al ristorante, tra i trecento e i cinquecento yazidi si sono radunati nel centro di Herford, dove si sono scontrati con un numeroso gruppo di salafiti incappucciati.
La polizia ha chiesto l'invio di rinforzi per oltre un centinaio di agenti provenienti da tutta la Westfalia orientale, che hanno utilizzato spray al peperoncino per disperdere i due gruppi, proceduto al sequestro di armi di fortuna e di un'arma da fuoco e interrogato 86 persone.
Complessivamente, la polizia ha arrestato sei individui coinvolti nell'assalto al ristorante yazida: cinque salafiti ceceni e un tedesco convertitosi all'Islam. Secondo i media tedeschi, due degli arrestati sono degli operativi salafiti di spicco, già tenuti d'occhio dall'intelligence tedesca.
Un funzionario dei servizi segreti teutonici ha asserito che uno dei ceceni è un combattente addestrato che ha partecipato alla guerriglia contro le truppe russe e che è considerato "molto pericoloso".
Da molto tempo le autorità tedesche mettono in guardia dalla minaccia rappresentata dal salafismo, un'ideologia radicalmente anti-occidentale che cerca di imporre la Sharia, la legge islamica, in Germania e in altre parti dell'Europa.
Secondo le stime dell'intelligence tedesca, nel 2013, l'appartenenza ai gruppi dell'estremismo islamico in Germania ha registrato un incremento rispetto al 2012, passando da 42.550 membri a 43.185. Le cifre dei salafiti presenti in Germania sono aumentate attestandosi a 5500 nel 2013; nel 2012 erano 4500 e nel 2011, 3800.
Anche se i salafiti costituiscono solo una frazione dei circa 4,3 milioni di musulmani residenti in Germania, le autorità sono sempre più preoccupate che la maggior parte di coloro che sono attratti dall'ideologia salafita sono giovani musulmani facilmente influenzabili, che potrebbero perpetrare azioni terroristiche in nome dell'Islam.
Il Nord Reno-Westfalia ospita la più ampia concentrazione (circa 1500) di salafiti. Nella regione vive inoltre la maggior parte dei circa 60.000 yazidi residenti in Germania.
La zona intorno a Herford attrae da molto tempo i salafiti e le moschee della città sono note per l'attività di conversione dei giovani al salafismo. Nelle parole di un funzionario dell'intelligence, "Anche un operatore di un centro fitness è sospettato di voler indurre i giovani tedeschi, con il pretesto dello sport, ad abbracciare l'ideologia salafita".
Decine e decine di uomini della zona di Herford si sono uniti allo Stato islamico in Siria e in Iraq, e almeno uno, un ventiduenne tedesco convertitosi all'Islam, è rimasto ucciso nei combattimenti.
Il 7 agosto scorso, un jihadista tedesco della città di Essen, in Westfalia, che si pensava fosse in Siria a combattere, ha minacciato di bombardare un deposito di armi nucleari americane ubicato nei pressi della città di Coblenza. Il ventisettenne convertitosi all'Islam, conosciuto come Silvio K., ha anche minacciato di attaccare chiese, agenzie governative e reti di trasporto in tutta la Germania.
Un portavoce del ministero degli Interni tedesco ha detto che pur essendo "la minaccia astratta, può diventare reale in qualsiasi momento". Egli ha asserito che dimostrerà che la Germania "è ancora nel mirino del terrorismo jihadista" soprattutto da parte dei jihadisti di ritorno dalla Siria, dotati di esperienza di combattimento e contatti con i gruppi jihadisti.
I giornalisti tedeschi hanno reagito agli episodi di Herford con un senso di presentimento, dicendo che in qualche modo la guerra in Siria e in Iraq è ora arrivata alle porte della Germania.
In un editoriale titolato "La pazzia raggiunge la Westfalia orientale", il quotidiano Westfalen-Blatt afferma:
"Gli yazidi meritano tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno come ogni altra popolazione oppressa del mondo. L'appello alla partecipazione ad una manifestazione di protesta contro il genocidio, che ha provocato gli scontri di Herford, è assolutamente legittimo in una democrazia. C'è da sperare che molte bandiere tedesche siano sventolate alla manifestazione di protesta contro l'uso improprio della religione per scopi politici. Sperando che Herford non sia l'inizio di un'escalation che potrebbe raggiungere ulteriori livelli di violenza nei prossimi giorni. (...)
"E questo è spaventoso: mai prima d'ora i simpatizzanti del terrorismo islamico si sono mostrati così apertamente in Germania. Questi sono gli ambienti in cui i combattenti europei vengono reclutati per il jihad. Questo è altresì l'ambiente frequentato dagli ultraradicali salafiti quando fanno ritorno in Europa. Pertanto, la polizia e i servizi segreti sono tenuti a sorvegliare attentamente la scena.
"E no. Non sapevamo che i musulmani ceceni sono dei sostenitori così strenui dei terroristi dello Stato islamico in Iraq. I ceceni nel Caucaso meridionale sono essi stessi vittime della repressione e della violazione dei diritti umani.
"Lo Stato islamico, al Qaeda, Hamas e Boko Haram – questi quattro gruppi sono il fulcro del tentativo di distruggere una modernità inarrestabile per fare ritorno al Medioevo." I mezzi per raggiungere quest'obiettivo sono la Sharia, l'odio e la glorificazione di una presunta guerra "santa" – Che follia!
Il quotidiano Neue Westfälische ha dichiarato:
"Quando – come accaduto a Herford – la comunità religiosa curdofona degli yazidi e l'ideologia fondamentalista dei salafiti si scontrano, allora una città della Westfalia orientale rischia di andare in fiamme.
"Il conflitto tra yazidi e salafiti è arrivato davanti alle porte delle nostre case perché fa parte di un conflitto globale. Le religioni del mondo sono sempre più utilizzate in modo improprio per le lotte ideologiche e gli eccessi di violenza tra i popoli di differenti fedi religiose. Le religioni non sono mai violente di per sé, ma gli imbonitori di violenza le utilizzano per promuovere i propri interessi.
"Non dovremmo essere sorpresi dai tumulti scoppiati mercoledì, perché l'intelligence tedesca avverte da tempo che Herford è un centro del salafismo. Gli islamisti, tra cui anche ceceni, che non hanno niente da perdere e sono principalmente mossi dalla povertà e dalla disperazione, sono qui in mezzo a noi. E i cittadini reagiscono con incredulità e rassegnazione (...) un orrore silenzioso"
In un editoriale titolato "Nessun campo di battaglia per i radicali", il quotidiano Westdeutsche Allgemeine Zeitung scrive:
"Herford non è Mosul e il Nord Reno-Westfalia non è l'Iraq. La Germania non deve diventare un'arena per gli scontri che hanno luogo oltre i nostri confini, ma che tuttavia sono vicini al nostro paese, solo perché molte persone coinvolte dalle diverse appartenenze etniche vivono stabilmente in mezzo a noi.
"Gli scontri nella Westfalia orientale sono un monito che le tendenze radicali sono dirette non solo contro gli 'infedeli' ma anche contro l'intero ordine democratico liberale dell'Occidente. Ci sono degli indizi che l'assalto al ristorante yazida di Herford da parte dei sostenitori dello Stato islamico sia stato appositamente pianificato. Forse doveva servire da modello per un'ondata di assalti e attentati istigati dall'odio che presto potrebbero verificarsi altrove. I jihadisti islamici sono pronti a tutto. Ciò è già stato dimostrato dall'attentato al museo ebraico di Bruxelles nel quale sono morte quattro persone.
In un altro editoriale titolato "Voltarsi dall'altra parte non funzionerà più", il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung sintetizza così l'argomento:
"Chiunque pensi che la guerra civile in Siria o le barbarie dello Stato islamico in Iraq non ci tocchino, ora si sbaglia. Poco importa quanto siano lontane Qaraqosh [la più grande città cristiana dell'Iraq] e Sinjar [la culla degli yazidi iracheni]: ciò che accade lì riguarda anche noi qui in Germania. I simpatizzanti dello Stato islamico hanno attaccato gli yazidi di Herford, il che significa che Qaraqosh, Sinjar e Herford ora sono inscindibili.
"Da troppo tempo i leader politici tedeschi e soprattutto i leader delle organizzazioni musulmane tedesche, se ne stanno tranquillamente seduti a guardare con indolenza la proliferazione della cultura dell'odio jihadista-salafita, convinti come sono che non rappresenti alcun pericolo. È assolutamente vergognoso che i politici locali abbiano minimizzato il rischio dell'islamismo, mentre le autorità preposte alla sicurezza sono sempre più prese dalla necessità di affrontare questa minaccia.
"Le organizzazioni musulmane dovrebbero vergognarsi. Piuttosto che asserire categoricamente che i barbari nel nord dell'Iraq sono 'i non musulmani', essi se ne vanno in giro fischiettando che l'Islam 'è solo pace'. In futuro, questo tipo di ottenebrazione non sarà più sufficiente, soprattutto se i musulmani tedeschi, che sono sottoposti all'ordinamento giuridico tedesco, vogliono evitare di essere considerati responsabili delle uccisioni in nome dell'Islam.
"Lo Stato islamico sotto il suo leader Abu Bakr al-Baghdadi non può durare molto a lungo; ma la propaganda del suo jihad di certo gli sopravvivrà. Questo perché i semi dell'odio che il "califfo" di Baghdad ha gettato sono molto più tossici di quelli di Osama bin Laden. Sui giovani insoddisfatti lo Stato islamico esercita un grande fascino e non solo a Herford".