Due anni fa, la Commissione europea propose un legge che avrebbe autorizzato "un'autorità indipendente" in seno al Parlamento europeo a decidere se i partiti dell'Europarlamento avrebbero ottenuto la qualifica di partiti del Parlamento europeo. Questo status giuridico è necessario perché un partito possa ricevere un sussidio di finanziamento, destinato a coprire l'85 per cento delle spese del partito.
Nonostante l'opposizione dei gruppi britannici e olandesi, la legge è stata approvata dal Parlamento europeo il 29 settembre scorso.
Tra le varie richieste che i partiti sono tenuti a soddisfare vi è quella di promuovere "la democrazia all'interno dei partiti" e "il rispetto dei valori su cui si basa l'Unione Europea". Tra questi valori: "il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e l'eguaglianza tra uomini e donne". Inoltre, i partiti devono essere attivi in almeno 7 dei 28 Stati membri dell'UE.
La legge stabilisce che "le decisioni riguardanti il rispetto da parte di un partito dei valori su cui si fonda l'UE, possono essere adottate solo a seguito di una speciale procedura e in collaborazione con un comitato costituito da figure di spicco e indipendenti".
Anche se la legge non specifica la composizione di questo illustre comitato speciale, è molto probabile che Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ne faccia parte. Schulz è un socialista tedesco che è stato rieletto come presidente dell'Europarlamento anche se era assente durante il dibattito parlamentare per il conferimento dell'incarico. Schulz è anche noto per aver fermamente condannato il contenuto e la distribuzione di un film critico dell'Islam "L'innocenza dei musulmani" e per le sue critiche sproporzionate a Israele.
Anche se il comitato è definito come "un'autorità indipendente", in seno alla dinamica di autoesaltazione dell'UE, non si può essere al contempo una figura "di spicco" e "indipendente".
Pertanto, le figure di spicco in seno all'Unione Europea sono quelle che condividono in pieno la missione dell'UE di smantellare gli Stati nazionali europei e promuovere l'influenza dell'UE a scapito delle democrazie nazionali.
A causa di questa legge, è molto probabile che le fazioni euroscettiche come il gruppo "Europa della libertà e della democrazia diretta", presieduto da Nigel Farage del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito (Ukip), non riceveranno più nessun sussidio di finanziamento. È anche probabile che, ad esempio, ai partiti euroscettici e anti-immigrazione, come il Fronte Nazionale di Marine Le Pen e il Partito per la Libertà di Geert Wilders che sono riusciti a creare una fazione in seno al Parlamento europeo, sarà negato un sussidio perché "il comitato indipendente" deciderà che quella fazione non propugna i valori fondamentali dell'UE della tolleranza e del pluralismo.
Nigel Farage (a sinistra), leader del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito, e Marine Le Pen, a capo del Fronte Nazionale francese. (Fonte dell'immagine: Wikimedia Commons) |
Un giochetto semantico piuttosto noioso che di solito fanno i politici favorevoli all'europeismo consiste nel chiamare "antieuropeisti" i loro avversari. Ma poiché l'Europa è un continente, è difficile essere contrari a un continente. I politici euroscettici sono contrari a un'organizzazione che prevale sempre più sulle democrazie nazionali senza il consenso delle popolazioni dei singoli paesi.
L'Unione Europea lotta da anni con il calo di popolarità tra i cittadini dei suoi Stati membri. L'ascesa dei partiti euroscettici nel Parlamento europeo è stato un campanello d'allarme che ha fatto sobbalzare i politici europeisti di spicco.
Sembra che questa nuova legge dovrebbe fungere da serio ostacolo per quei partiti che vorrebbero smantellare l'Unione Europea in modo democratico e pacifico dall'interno. Solo ai partiti che non si discosteranno troppo dall'utopia dell'UE di un continente europeo controllato a livello federale sarà permesso di far parte del Parlamento europeo senza essere osteggiati, intralciati o messi in condizioni di svantaggio dalla stessa UE. Anzi, a quanto pare, l'Unione Europea riesce a realizzare i propri ideali con o senza l'appoggio dei suoi cittadini.
Se in futuro l'UE continuerà a osteggiare i partiti euroscettici del Parlamento europeo che cercano di smantellare l'Unione Europea in modo civile e democratico, si potrebbe innescare la seguente spirale negativa.
Innanzitutto, questo mostrerà ai cittadini degli Stati membri il volto piuttosto tirannico e del tutto intollerante dell'UE. In secondo luogo, questo sentimento può rendere popolari i partiti euroscettici e renderli capaci di esercitare pressioni per uno smantellamento democratico dell'Unione Europea dal suo interno. L'UE potrebbe a sua volta reagire con delle misure ancor più repressive per ostacolare i partiti euroscettici, cosa che renderebbe l'Unione Europea ancor più impopolare tra i cittadini degli Stati membri, aumentando così la popolarità dei partiti caratterizzati da un atteggiamento critico nei confronti delle politiche dell'UE.
È impossibile prevedere come questa situazione di stallo andrà a finire, ma se ciò accadesse veramente, è possibile che gli Stati membri deciderebbero a livello nazionale di lasciare l'Unione Europea. Questo potrebbe essere uno scenario più che reale se, ad esempio, il Fronte Nazionale in Francia, l'Ukip nel Regno Unito e il Partito per la Libertà nei Paesi Bassi ottenessero la maggioranza dei voti nelle elezioni politiche indette nei loro paesi.
Ciò lascerebbe l'UE in preda al caos secessionista, che avrebbe potuto evitarsi se essa avesse permesso – senza comportamenti sleali e impedimenti – alle fazioni del Parlamento europeo di insistere per la dissoluzione dell'Unione Europea in modo pacifico e democratico.