Le autorità tedesche stanno ricorrendo a espedienti maldestri per trovare alloggio alle centinaia di migliaia di profughi e migranti che si riversano nel paese dall'Africa, dall'Asia e dal Medio Oriente.
Con i centri di accoglienza saturi, le autorità federali, statali e locali stanno utilizzando misure legalmente e moralmente dubbie – come l'espropriazione della proprietà privata e l'espulsione dei cittadini tedeschi dalle loro case – per fare spazio ai nuovi arrivati.
I contribuenti tedeschi sono anche obbligati a fare immensi sacrifici economici per accogliere il flusso di migranti, molti dei quali non hanno alcuna prospettiva di trovare un lavoro nel paese. Mantenere gli 800.000 migranti che dovranno arrivare in Germania nel 2015, costerà ai contribuenti almeno 11 miliardi di euro (12 miliardi di dollari) l'anno per gli anni a venire.
Mentre la crisi migratoria si aggrava e i tedeschi prendono coscienza dell'entità dei costi economici, finanziari e sociali che dovranno sostenere, la rabbia serpeggia.
Ad Amburgo, la seconda città più grande della Germania, il 23 settembre, i funzionari municipali hanno presentato un disegno di legge nel parlamento locale (Hamburgische Bürgerschaft) che permetterebbe al comune di sequestrare gli immobili commerciali vacanti (edifici adibiti ad uso ufficio e terreni) e utilizzarli per ospitare i migranti.
Questi funzionari sostengono che la misura sia necessaria perché più di 400 nuovi migranti arrivano giornalmente ad Amburgo e tutti i centri di accoglienza per profughi sono pieni. Essi affermano che i proprietari degli immobili rifiutano di mettere volontariamente a disposizione del comune le loro proprietà e pertanto al comune dovrebbe essere concesso il diritto di sottrarre coattivamente immobili e appartamenti.
La misura, che sarà votata nel parlamento di Amburgo entro le prossime due settimane, ha riscosso l'approvazione della sinistra. "Stiamo facendo tutto il possibile per assicurare che i profughi il prossimo inverno non rimangano senza casa", ha detto il senatore Till Steffen del partito dei Verdi. "Per questo motivo abbiamo bisogno di utilizzare gli immobili commerciali vacanti."
Altri sostengono che i tentativi da parte dello Stato di sequestrare gli immobili privati sono autocratici e puzzano di comunismo. "La confisca proposta di terreni ed edifici privati è un massiccio attacco al diritto di proprietà dei cittadini di Amburgo", ha detto André Trepoll dell'Unione cristiano-democratica (Cdu). "Essa equivale a un esproprio da parte dello Stato." Trepoll ha inoltre asserito che la misura proposta è una 'legge di intimidazione' che corrisponde a una rottura politica con implicazioni di vasta portata". E poi ha aggiunto: "I fini non giustificano affatto i mezzi".
La leader dei Liberi Democratici (FDP) di Amburgo, Katja Suding, ha chiosato che la proposta di legge è "un inaccettabile attraversamento delle linee rosse. (...) Tali misure coercitive non faranno che alimentare il risentimento contro i profughi".
A Tubinga, una città nel Baden-Württemberg, il sindaco Boris Palmer (anch'egli membro del partito dei Verdi) sta facendo offerte per locare gli immobili vacanti in cui ospitare i migranti. Ma il primo cittadino minaccia anche di confiscare gli immobili ai proprietari che osano rifiutare la sua offerta. In un'intervista al quotidiano Die Welt, Palmer ha detto:
"Nelle offerte scritte, informo che la Legge di polizia (Polizeigesetz) ci dà la possibilità, in casi di emergenza, di confiscare le case per diversi mesi. La legge prevede il sequestro in caso di emergenza. Vorrei evitare questo, ma se non c'è altro modo farò uso di questa legge".
Quando gli è stato chiesto se avesse paura delle azioni legali, Palmer ha risposto:
"No. La Legge di polizia prevede regole chiare. Quando la città è minacciata dai senzatetto, le case vuote possono essere confiscate. Questa emergenza si verifica quando gli alloggi sono sovraffollati e continuiamo a ricevere a Tubinga 50 nuovi migranti. Se un bene immobile viene confiscato, ne ordineremo l'esecuzione immediata, ossia un'azione giudiziaria per stabilire la legalità della confisca. Ma l'alloggio sarebbe garantito in ogni caso".
Nel febbraio 2015, i funzionari comunali del Nord Reno-Westfalia (NRW) hanno sequestrato un villaggio turistico privato nella città di Olpe per dare alloggio a un massimo di 400 migranti. Il piano iniziale prevedeva che il comune acquistasse il resort dai proprietari bavaresi e lo affittasse al NRW, ma le autorità del Nord Reno-Westfalia hanno deciso di confiscare la struttura ricettiva. Secondo il ministro degli Interni del NRW, Ralf Jäger, gli immobili possono essere confiscati qualora ci sia "una minaccia per l'ordine pubblico e la sicurezza", e la minaccia rappresentata da un numero massiccio di senzatetto tra i migranti rientra nella fattispecie.
A Nieheim, un'altra città del Nord Reno-Westfalia, il sindaco Rainer Vidal sta usando un espediente legale chiamato "diritto di espropriazione forzata" (Eigenbedarf) per disdire i contratti di locazione dei cittadini tedeschi che vivono negli appartamenti di proprietà dello Stato, in modo che i migranti possano andare a vivere lì.
Il 1° settembre, la 51enne Bettina Halbey, che vive nel suo appartamento da più di 16 anni, ha ricevuto una lettera in cui le veniva comunicato di lasciare l'abitazione entro il maggio 2016 in modo da poter essere occupata dai migranti. La Halbey ha detto sotto shock:
"Sono assolutamente sorpresa. Non riesco a capire come il comune possa trattarmi in questo modo. Non posso risolvere questa situazione. Ho lottato duramente tutta la vita e ora ricevo un avviso di sfratto. È come ricevere un calcio nello stomaco".
La donna, un'infermiera, asserisce che sarà difficile per lei trovare un altro posto dove vivere: "Ho un cane e un gatto. Molti proprietari di immobili non mi prenderanno nemmeno in considerazione come affittuaria".
Nello stesso edificio, a una madre single con due bambini è stato notificato che dovrà lasciare l'appartamento entro agosto 2016, anche lei per fare spazio ai migranti. Inizialmente, le era stato ordinato di liberare l'immobile entro novembre 2015, ma il suo sfratto è stato procrastinato per permettere a sua figlia di finire l'anno scolastico.
In un'intervista al quotidiano Westfalen-Blatt, Vidal, un indipendente che non è legato a nessun partito politico, ha detto: "So che si tratta di una misura non convenzionale. Ma come comunità, abbiamo l'obbligo di fornire alloggi ai migranti". Il sindaco ha detto che vuole trasformare l'intero condominio in alloggi per profughi. E ha anche asserito che non sarebbe finanziariamente sostenibile ospitarli in qualsiasi altro luogo.
In alcuni casi, i proprietari degli immobili sfrattano gli inquilini perché il governo offre loro più denaro per alloggiare i migranti rispetto a quello che essi ricevono dai loro locatari.
A Braunsbedra, una cittadina dello stato della Sassonia-Anhalt, un padrone di casa ha sfrattato decine e decine di residenti di un condominio per far posto ai migranti. Secondo i media locali, l'uomo, un certo Marcus Skowronek, riceve 552 euro (617 dollari) per ogni migrante alloggiato. Stipando nell'immobile il maggior numero possibile di migranti, egli incassa dal governo locale e regionale oltre 2 milioni di dollari l'anno.
Quando i giornalisti dell'emittente pubblica Mitteldeutscher Rundfunk si sono recati nell'edificio per intervistare Skowronek, questi ha detto:
"Vi chiedo di lasciare il palazzo. Non siete autorizzati (Hausverbot) a entrare nell'edificio. Vi prego di andarvene. Mi dispiace. Altrimenti sarà costretto a chiamare la polizia. Per favore, uscite".
A Berlino, l'Istituto per lo sviluppo urbano, l'edilizia abitativa e i mutui ipotecari (Berliner Institut für Städtebau, Wohnungswirtschaft und Bausparwesen, IFS) ha avvertito che, dato il massiccio flusso di migranti, la domanda degli alloggi supererà l'offerta per molti anni a venire. Delle 285.000 licenze edilizie approvate nel 2014, solo 56.000 erano gli appartamenti in complessi immobiliari costituiti da più unità abitative del tipo adatto ai migranti.
L'IFS ora chiede che i tedeschi che attualmente vivono in alloggi poco costosi, ma che possono permettersi abitazioni più care, lascino le loro case ai migranti. Secondo l'IFS:
"Visto che i migranti non possono affittare nuovi immobili e che la stragrande maggioranza può permettersi solo alloggi più economici, si dovrebbe cominciare ad avviare una serie di provvedimenti (Umzugsketten) per far sì che i proprietari di immobili con redditi più elevati acquistino o costruiscano per sé alloggi più costosi liberando così quelli meno cari a favore dei migranti."
L'IFS non spiega perché i tedeschi che vivono nei limiti delle loro possibilità dovrebbero improvvisamente farsi carico di un debito per acquistare una casa più costosa.
I tedeschi non solo vengono sfrattati dalle loro abitazioni per far posto ai migranti, ma vengono anche rimossi dalle loro scuole.
A Lubecca, un'altra città del Nord Reno-Westfalia, insegnanti e studenti hanno avuto meno di 24 ore per sgomberare la Jahn-Realschule, una scuola secondaria frequentata da 150 studenti, in modo che l'edificio potesse essere utilizzato per alloggiare 300 migranti.
La preside della scuola Marion Bienen, ha detto che le autorità comunali le hanno comunicato alle 17,30 di martedì 15 settembre che l'indomani sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola. Agli studenti è stato immediatamente ordinato di rimuovere tutti i loro effetti personali dai locali dell'istituto e di prendersi una settimana di vacanza in attesa di un'altra sistemazione. La Bienen ha detto:
"Anche i miei studenti sono esseri umani. Non si possono trattare in questo modo. Hanno avuto 15 minuti di tempo per rimuovere i loro effetti personali dalle classi. Poi dovevano uscire. È stata un'evacuazione come in tempo di guerra. (...) Non se ne era parlato. Nessuno ci aveva avvisati".
Il Centro per gli Studi economici, un think tank con sede a Monaco, ha pubblicato un documento che mette in guardia contro il fatto che la maggior parte dei migranti che arrivano in Germania non ha le qualifiche di base per trovare lavoro nel paese. Questo comporta che essi saranno per lungo tempo a carico dello Stato e quindi saranno un peso per l'economia tedesca. Il report consiglia una riduzione del salario minimo come un modo per evitare un aumento del tasso di disoccupazione:
"Per garantire che la crisi dei rifugiati non porti a un sovraccarico finanziario per i contribuenti tedeschi, i profughi devono trovare un impego retribuito nel più breve tempo possibile, in modo da poter contribuire al loro sostentamento. Si teme che molti di loro non saranno in grado di trovare un'occupazione al salario minimo di 8,50 euro perché la loro produttività è troppo bassa. Pertanto, il salario minimo dovrebbe essere ridotto, in modo che il tasso di disoccupazione non aumenti".
Nel frattempo, i politici chiedono che i cittadini tedeschi facciano di più per assicurare che i migranti si sentano a casa. Ma una testimonianza diretta di ciò che accade in un centro di accoglienza per profughi esprime la frustrazione nutrita da molti tedeschi che quella intrapresa è una strada a senso unico:
"Da circa una settimana, 500 migranti e profughi sono ospitati nella palestra del nostro quartiere. Pertanto, mi sono recato lì perché volevo vedere di persona le condizioni in cui essi versano. C'erano una decina di veicoli della Croce Rossa e dei volontari.
"Gli uomini di oltre 60 anni scaricavano tavoli e panche dai camion, li pulivano con un panno bagnato, e poi li trasportavano nella sala...
"Ciò che mi ha fatto veramente arrabbiare è vedere l'incredibile letargia dei giovani uomini. Avevano tutti tra i 20 i 30 anni, e se ne stavano seduti, a fumare e a fissare i loro telefoni cellulari, mentre i volontari sessantenni lavoravano sodo...
"Mentre guardavo come i volontari della Croce Rossa lavorassero senza alcun aiuto, ho assistito a una scena incredibile: un anziano signore cercava di spostare un tavolo nella sala, mentre un profugo faceva ritorno dal centro della città con in mano una borsa della spesa. Il signore ha sollevato parzialmente il tavolo e ha fatto cenno al migrante di dargli una mano. Quest'ultimo si è fermato per un attimo e poi se ne è andato via. Non riuscivo a credere ai miei occhi."
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York. È anche senior fellow per la politica europea del Grupo de Estudios estratégicos/Strategic Studies Group che ha sede a Madrid. Seguitelo su Facebook e Twitter .