I militanti islamici stanno intensificando una guerra di propaganda contro la Spagna. Negli ultimi mesi, lo Stato islamico e altri gruppi jihadisti hanno prodotto video e documenti che esortano i musulmani a riconquistare al-Andalus.
Al-Andalus è il nome che gli arabi hanno dato a quei territori della Spagna, del Portogallo e della Francia occupati dai conquistatori musulmani (conosciuti anche come Mori) dal 711 al 1492. Molti musulmani credono che i territori islamici perduti durante la riconquista cristiana della Spagna appartengano ancora al regno dell'Islam. Essi sostengono che la legge islamica dia loro il diritto di ristabilirvi la dominazione musulmana.
Un recente documento dello Stato islamico contiene una lista di accuse contro la Spagna per i torti fatti ai musulmani dalla battaglia di Las Navas de Tolosa avvenuta il 16 luglio 1212, quando le forze cristiane di Alfonso VIII, re di Castiglia, sconfissero i governanti musulmani almohadi della metà meridionale della Penisola iberica. Più di 100.000 musulmani vennero uccisi nella battaglia, che fu una vittoria chiave nella "Reconquista" della Spagna da parte dei sovrani cattolici.
Nell'opuscolo diffuso dallo Stato islamico si legge che dalla creazione dell'Inquisizione spagnola nel 1478, la Spagna "ha fatto di tutto per distruggere il Corano". Si dice che la Spagna ha torturato i musulmani e li ha bruciati vivi. Pertanto, secondo l'Isis, "la Spagna è uno Stato criminale che usurpa la nostra terra". Il testo invita i jihadisti a "perlustrare rotte aeree e ferroviarie per compiere attentati". Ed esorta anche i suoi seguaci ad "avvelenare cibo e acqua" con insetticidi.
Il documento conclude dicendo: "Le azioni dei vostri antenati sono la causa delle nostre azioni di oggi".
Il 15 luglio 2016, lo Stato islamico ha diffuso il suo primo video di propaganda con sottotitoli in spagnolo. L'ottima qualità della traduzione, sia per l'ortografia sia per la sintassi, ha indotto alcuni analisti a concludere che il traduttore era di madrelingua spagnola e che i sottotitoli erano stati realizzati in territorio spagnolo.
Il 3 giugno, l'Isis ha diffuso un video – "Mese del Ramadan, mese di conquista" – in cui al-Andalus è menzionato quattro volte. La Spagna è l'unico paese non musulmano citato nel video.
Il 30 maggio, lo Stato islamico ha divulgato un documento di due pagine in spagnolo in cui minaccia direttamente la Spagna. Nel testo si afferma:
"Uccideremo ogni infedele 'innocente' spagnolo che troviamo nelle terre musulmane, e arriveremo nella vostra terra. La nostra religione e la nostra fede vivono in mezzo a voi e anche se non conoscete i nostri nomi e non sapete come siamo fatti, se siamo di origine europea o no, noi vi uccideremo nelle vostre città e paesi secondo il nostro piano, così come voi uccidete le nostre famiglie".
In un video diffuso il 31 gennaio, un jihadista spagnolo dello Stato islamico ha avvisato la Spagna che "la pagherà molto cara" per aver espulso i musulmani da al-Andalus. Il video di otto minuti contiene la seguente dichiarazione:
"Giuro su Allah che la pagherete cara e la vostra morte sarà molto dolorosa. Riconquisteremo al-Andalus, col volere di Allah. O carissimo al-Andalus! Pensavi che ti avessimo dimenticato. Giuro su Allah che non ti abbiamo mai dimenticato. Quale musulmano potrebbe dimenticare Cordoba, Toledo o Xativa? Ci sono molti musulmani fedeli e sinceri che giurano di ritornare ad al-Andalus".
In un video di propaganda dello Stato islamico, un jihadista armato e mascherato avverte la Spagna che "la pagherà molto cara" per aver espulso i musulmani da al-Andalus, centinaia di anni fa. Nel sottotitolo in spagnolo si legge: "O carissimo al-Andalus, non ti abbiamo mai dimenticato! Quale musulmano potrebbe dimenticare Cordoba, Toledo o Xativa?". |
Il 7 gennaio, al-Qaeda nel Maghreb islamico, che combatte lo Stato islamico per assicurarsi l'egemonia nel Nord Africa, ha diffuso un video che esorta a compiere attacchi jihadisti a Madrid, nel tentativo di aiutare i musulmani a riappropriarsi delle enclave nordafricane di Ceuta e Melilla.
In un altro video, lo Stato islamico giura di liberare al-Andalus dai non musulmani. Un jihadista con un forte accento nordafricano dice in spagnolo:
"Lancio al mondo intero questo avvertimento: viviamo sotto la bandiera del califfato islamico. Moriremo per lei fino a quando non libereremo queste terre occupate: da Giacarta all'Andalusia. Io vi dico: la Spagna è la terra dei nostri padri e ci accingiamo a riprendercela, con la potenza di Allah".
Secondo il ministero dell'Interno spagnolo, nel corso dei primi nove mesi del 2016, in Spagna, sono stati arrestati 33 jihadisti, in 17 diverse operazioni di polizia.
Più di recente, due cittadini spagnoli di origine marocchina – Karim El Idrissi Soussi, 27 anni, e un secondo uomo identificato con le iniziali O.S.A. A., di 18 anni – sono stati arrestati a Madrid perché accusati di reati legati al terrorismo di matrice jihadista. Uno dei due arrestati è uno studente di informatica, di 27 anni, che durante le lezioni visionava video di propaganda jihadista e minacciava di massacrare i suoi compagni di studi.
Secondo il ministero dell'Interno, Soussi è stato arrestato dalle autorità turche mentre stava cercando di attraversare il confine con la Siria per unirsi allo Stato islamico. È stato espulso e solo di recente è tornato in Spagna.
Il dicastero dell'Interno ha detto che Soussi si è radicalizzato nel novembre 2015, quando il centro di formazione tecnica in cui studiava informatica osservò un minuto di silenzio in omaggio alle vittime degli attentati jihadisti di Parigi. Secondo gli insegnanti e gli studenti, Soussi gridò slogan a sostegno degli attacchi in cui persero la vita 130 persone, di cui 89 al teatro Bataclan.
In altre occasioni, Soussi ha giustificato pubblicamente gli attacchi jihadisti dell'Isis, dicendo che lo Stato islamico è la forma ideale di governo per tutti i musulmani. Secondo il ministero dell'Interno, Soussi si recava quotidianamente in una biblioteca pubblica per collegarsi a Internet e visitare siti jihadisti. Egli avrebbe creato falsi profili e postato materiale jihadista sui social media. L'uomo ha inoltre criticato i musulmani moderati ed espresso la speranza che un giorno la Spagna diventerà un emirato islamico.
Soussi avrebbe anche visionato video di propaganda dello Stato islamico durante le lezioni di informatica e ha più volte minacciato di portare armi a scuola per uccidere i suoi compagni di corso.
L'altro jihadista, O.S.A.A., è stato arrestato con l'accusa di "glorificare il terrorismo jihadista" e di "auto-indottrinamento a scopi terroristici". Il ministero dell'Interno non ha fornito ulteriori dettagli.
Complessivamente, in Spagna, sono stati arrestati 636 jihadisti dopo gli attentati ferroviari di Madrid del marzo 2004, in cui rimasero uccise circa duecento persone e più due duemila ferite.
Un recente studio dell'Instituto Elcano con sede a Madrid ha rilevato che dei 150 jihadisti arrestati in Spagna negli ultimi quattro anni, 124 (l'81,6 per cento) erano collegati allo Stato islamico e 26 (il 18,6 per cento) ad al-Qaeda.
Di questi affiliati all'Isis, il 45,3 per cento è costituito da cittadini spagnoli, il 41,1 per cento da cittadini del Marocco e il 13,6 per cento è di altra nazionalità. Riguardo al luogo di nascita, il 45,6 per cento è nato in Marocco e il 39,1 per cento in Spagna. Solo il 15,3 per cento è nato in altri paesi.
Più della metà (51,7 per cento) dei jihadisti sono immigrati di prima generazione, il 42,2 per cento di seconda o terza generazione e il 6,1 per cento è autoctono, il che significa che si tratta di convertiti spagnoli all'Islam.
Il 29,8 per cento è stato arrestato a Barcellona, il 22,1 per cento nell'enclave spagnola di Ceuta, in Nord Africa, e il 15,3 per cento a Madrid. Gli altri sono stati arrestati in più di una decina di altre località del paese.
Lo Stato islamico ha subito una battuta d'arresto nei campi di battaglia del Medio Oriente, ma la minaccia jihadista resta intatta. Secondo Florentino Portero, esperto spagnolo di terrorismo, "lo Stato islamico risponde alle disfatte militari con più terrore".
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York. È anche senior fellow per la politica europea del Grupo de Estudios estratégicos/Strategic Studies Group che ha sede a Madrid. Seguitelo su Facebook e Twitter.