Gli ingenui tentativi di alcune delle principali potenze occidentali di promuovere le relazioni con il regime talebano di recente insediato a Kabul sono stati minati dall'atteggiamento intransigente del nuovo regime islamista. Nella foto: uomini armati talebani organizzano una manifestazione pro-talebana di donne in burqa, volta a migliorare l'immagine del regime nei media stranieri, a Kabul, l'11 settembre 2021. (Foto di Aamir Qureshi/AFP via Getty Images) |
Gli ingenui tentativi di alcune delle principali potenze occidentali di promuovere le relazioni con il regime talebano di recente insediato a Kabul sono stati minati dall'atteggiamento intransigente del nuovo regime islamista.
In seguito alla drammatica presa del controllo dell'Afghanistan da parte dei talebani il mese scorso, alcuni importanti leader occidentali hanno espresso la loro disponibilità a collaborare con il nuovo regime afghano, a seguito delle affermazioni di alcuni leader talebani di voler stabilire una forma di governo più moderata rispetto al precedente regime talebano che ha terrorizzato il Paese alla fine degli anni Novanta.
All'indomani dell'acquisizione del controllo del Paese da parte del movimento islamista, i leader talebani si sono premurati di sottolineare i loro piani per stabilire un approccio più moderato. Nella loro prima conferenza stampa dopo aver preso il controllo del Paese, i leader del movimento hanno promesso di tutelare i diritti delle donne, garantire la libertà dei media e hanno offerto un'amnistia a livello nazionale per i funzionari governativi e il personale militare dell'ex governo del presidente Ashraf Ghani, che è caduto rovinosamente in seguito alla decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di porre fine al sostegno militare degli Stati Uniti.
Zabihullah Mujahid, portavoce del gruppo armato, ha anche affermato che i talebani desiderano relazioni pacifiche con altri Paesi e che a nessun gruppo sarà permesso di utilizzare il territorio afghano per attacchi contro qualsiasi nazione.
"Vorrei rassicurare la comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, che nessuno sarà danneggiato", ha dichiarato Mujahid. "Non vogliamo nemici interni o esterni."
Il tono più moderato adottato dai leader talebani ha spinto alcuni importanti leader occidentali a dichiararsi disposti a collaborare con il nascente Emirato Islamico dell'Afghanistan, generando timori che i talebani raggiungeranno presto il loro obiettivo di ottenere il riconoscimento internazionale da parte delle maggiori potenze mondiali.
Mentre Biden è stato ambivalente sulla questione del riconoscimento del nuovo regime islamista, affermando che spettava ai talebani decidere se volevano il riconoscimento internazionale, alcuni dei principali alleati di Washington hanno dimostrato maggiore entusiasmo per stabilire relazioni con il nuovo regime di Kabul.
L'ultima volta che i talebani hanno governato l'Afghanistan, a partire dagli anni Novanta, i militanti hanno ottenuto il riconoscimento solo da parte di tre nazioni: Pakistan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Ora le prospettive del movimento di ottenere un più ampio riconoscimento internazionale sono migliorate considerevolmente dopo che un certo numero di importanti politici europei hanno dichiarato la loro disponibilità a collaborare con il nuovo regime.
In una conferenza stampa tenutasi all'indomani della conquista dell'Afghanistan da parte dei talebani, Josep Borrell, capo diplomatico dell'Unione Europea, ha affermato che l'UE è disposta a prendere in seria considerazione l'idea di instaurare relazioni con l'Emirato Islamico. "I talebani hanno vinto la guerra, dovremo quindi parlare con loro", ha dichiarato. "Non è una questione di riconoscimento ufficiale, ma di avere a che fare con loro".
L'evidente entusiasmo dell'UE a stabilire relazioni con i talebani ha fatto eco in Germania, dove Armin Laschet, il candidato dell'Unione Cristiano-Democratica di Angela Merkel, il quale spera di succederle come cancelliere, ha osservato che "l'arte di una buona politica estera" sta trovando soluzioni presso gli Stati i cui obiettivi e ideali rifiutano le altre società.
Al contrario, Francia e Gran Bretagna hanno mostrato maggiore indecisione a stabilire legami con i talebani, con un portavoce del ministero degli Esteri francese che ha affermato che la questione del riconoscimento dei talebani "non è attualmente rilevante per la Francia", mentre il primo ministro britannico Boris Johnson ha avvertito che "sarebbe un errore per qualsiasi Paese riconoscere prematuramente o bilateralmente un nuovo regime a Kabul".
Tuttavia, la stretta cooperazione che ha avuto luogo tra i talebani e le forze occidentali all'aeroporto di Kabul durante la recente evacuazione dei cittadini stranieri sta a indicare che un certo numero di leader politici europei è ancora dell'idea che presto potrebbe essere possibile offrire al nuovo regime un riconoscimento ufficiale.
I piani europei per stringere legami più stretti con Kabul sono, tuttavia, gravemente compromessi dalla condotta del nuovo regime talebano che, invece di mantenere la sua promessa di ravvedersi, sembra stia ripristinando il suo vecchio approccio intransigente.
Avendo messo un certo numero di militanti di spicco a capo di importanti posizioni nella nuova amministrazione talebana, i talebani sono ora accusati di aver inviato squadroni della morte per catturare e uccidere ex membri delle forze di sicurezza afghane.
Recenti rapporti affermano che nelle ultime tre settimane almeno quattro agenti d'élite afghani dell'antiterrorismo sono stati braccati e uccisi dai talebani, in un caso sono state strappate tutte le unghie alla vittima prima di sparargli.
Pare che le vittime fossero membri delle unità 011 e 041, unità addestrate da britannici e americani che erano responsabili della ricerca e dell'interrogatorio dei talebani, e che in precedenza erano stanziate presso la sede del servizio di intelligence afghano, la Direzione Nazionale della Sicurezza (NDS) a Kabul.
La spietata condotta dei talebani nel perseguire i loro ex nemici ha spinto l'ex consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti HR McMaster a mettere in guardia contro le nazioni occidentali che stabiliscono relazioni diplomatiche con il nuovo regime.
Scrivendo sul londinese Sunday Times, McMaster ha lanciato un duro monito ai leader occidentali di non farsi ingannare dalle affermazioni dei talebani di essere un movimento più moderato di quello dei loro predecessori.
"Dobbiamo smettere di fingere che i talebani siano cambiati", ha ammonito McMaster. "La nostra autoillusione ha portato molti ad abbracciare un capovolgimento orwelliano della moralità considerando i terroristi jihadisti come partner."
"Sappiamo chi sono, come vengono reclutati e perché sono pericolosi. I talebani sono intenzionati a imporre una brutale forma di shariah al popolo afghano e sono collegati ai terroristi determinati a continuare il loro jihad contro tutti coloro che non si conformano alla loro interpretazione perversa dell'Islam."
Di certo, a giudicare dal comportamento sempre più intransigente dei talebani da quando hanno preso il potere il mese scorso, poche prove stanno a indicare che i militanti islamisti sono pronti ad adottare un approccio più conciliante nel governare il popolo afghano, un atteggiamento che deve essere preso in considerazione prima che i leader europei commettano il disastroso errore di dare legittimità internazionale al nuovo regime islamista dell'Afghanistan.
Con Coughlin è redattore del Daily Telegraph dove si occupa di Difesa e Affari esteri, ed è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.