I giovani palestinesi preferiscono essere detenuti nelle carceri israeliane piuttosto che vivere nella Striscia di Gaza controllata da Hamas.
Secondo fonti palestinesi, negli ultimi due mesi, oltre venti palestinesi sono stati arrestati mentre cercavano di entrare in Israele dalla Striscia di Gaza. E un certo numero di palestinesi è rimasto ucciso o ferito durante questi tentativi.
Questo incremento del numero di palestinesi che tenta di entrare in territorio israeliano è dovuto al fatto che l'Egitto continua a tenere chiuso il valico di Rafah. Ed è altresì dovuto all'intensificarsi della lotta per il potere fra Hamas e Fatah, ostacolando gli sforzi internazionale intesi a ricostruire la Striscia di Gaza e migliorare le condizioni di vita dei palestinesi a seguito del confronto militare con Israele della scorsa estate.
A Gaza, la situazione è diventata talmente disperata che qualche giovane palestinese è pronto a mettere in pericolo la propria vita cercando di attraversare il confine con Israele.
Fonti palestinesi fanno sapere che di recente dodici palestinesi hanno cercato di attraversare il confine tra Gaza e Israele.
Il sito web palestinese Al-Watan Voice ha intervistato due dei giovani che si sono imbarcati in questa pericolosa avventura. Entrambi hanno detto di preferire i "comfort" delle prigioni israeliane alla vita condotta nella Striscia di Gaza controllata da Hamas.
Ahmed al-Rai, 19 anni, non è mai entrato in Israele. Mentre si avvicinava alla zona cuscinetto di sicurezza lungo il confine fra Israele e la Striscia di Gaza, gli hanno sparato ed è stato ferito dalle truppe delle IDF, le Forze di sicurezza israeliane. Il giovane ha perso una gamba e ora è ricoverato nell'ospedale Nasser a Gaza.
"Volevo fuggire in Israele in modo da poter essere imprigionato lì", ha raccontato. "Sarebbe stato un sollievo per me, l'avrei preferito piuttosto che affrontare i problemi della Striscia di Gaza. Pensavo che sarebbe stato facile infiltrarsi dal confine, ma ora la mia vita è diventata ancor più misera".
Il secondo ragazzo, il sedicenne Rabi, è stato più fortunato. Dopo essere riuscito ad attraversare il confine ed entrare in Israele, è finito in carcere per tre mesi prima di essere rimandato a casa.
"Mi dispiace di essere tornato nella Striscia di Gaza. Ho trascorso dei momenti felici [in carcere, in Israele], lì avevo cibo, ero tranquillo, avevo un buon lavoro, anche se non era retribuito. Sono stati dei giorni indimenticabili; ho mangiato del cibo delizioso, che qui nella Striscia di Gaza non abbiamo".
Il giovane ha detto che quando gli è stato chiesto durante l'interrogatorio perché volesse entrare nello Stato ebraico, egli ha risposto: "La situazione nella Striscia di Gaza è molto difficile. Mio padre, che un tempo lavorava in Israele, mi ha detto che era bello vivere lì".
L'ultima guerra fra Hamas e Israele ha avuto come conseguenza un forte aumento del numero di palestinesi che cercano di scappare da Gaza. Lo scorso settembre, decine di migranti palestinesi che tentavano di fuggire da Gaza sono morti dopo che la loro imbarcazione si è rovesciata nel Mediterraneo al largo della costa settentrionale dell'Egitto.
Ma la chiusura del valico di Rafah e le rigorose misure di sicurezza adottate dall'Egitto nel Sinai, a seguito di una serie di attacchi terroristici contro i soldati egiziani, hanno costretto alcuni palestinesi a cercare lavoro e una vita migliore in Israele. Migliaia di palestinesi rimangono bloccati da entrambi i lati del valico di Rafah, nonostante i ripetuti appelli alle autorità egiziane per evitare una catastrofe umanitaria.
Una fonte militare del Cairo ha annunciato questa settimana che dal 28 ottobre scorso l'esercito egiziano ha distrutto oltre 60 tunnel del contrabbando lungo il confine con la Striscia di Gaza. Questa mossa non ha fatto altro che aggravare la situazione a Gaza, soprattutto in considerazione del fatto che i tunnel sono stati utilizzati per contrabbandare non solo armi ma anche cibo e altri beni primari.
Hamas sostiene che non esiste alcun fenomeno di palestinesi in fuga verso Israele. Un portavoce del ministero degli Interni controllato da Hamas ha asserito che le forze di sicurezza nella Striscia di Gaza stanno lavorando per impedire ai palestinesi di entrare in Israele.
Ma Hamas non è disposto ad ammettere di essere responsabile della miseria e della sofferenza in cui versano i palestinesi. Più di tre mesi dopo il confronto militare con Israele, il movimento radicale non è riuscito a offrire ai palestinesi alcun segnale di speranza.
"Hamas ha distrutto i sogni dei giovani palestinesi", ha commentato un giornalista palestinese della Striscia di Gaza. "Hamas ha distrutto il futuro dei giovani qui".
Non solo Hamas non è disposto ad accettare ogni tipo di responsabilità, ma continua a ritenere tutti gli altri – Israele, l'Autorità palestinese e l'UNRWA – responsabili della tragica situazione a Gaza e delle sofferenze dei palestinesi.
Invece di lavorare per migliorare le condizioni di vita della propria popolazione, Hamas continua a preparare la sua prossima guerra contro Israele. Secondo una fonte militare israeliana, nelle ultime settimane, il gruppo islamista ha intensificato i lanci di razzi e mortai in mare.
Il triste esempio dei due giovani palestinesi che hanno detto di preferire il carcere israeliano alla vita nella Striscia di Gaza dimostra che alcuni palestinesi non sono più disposti a tollerare le sconcertanti avventure e l'oppressione di Hamas. Ecco perché le prossime settimane e i mesi a venire potrebbero registrare un incremento del numero di palestinesi che busseranno alla porta di Israele e chiedere di essere imprigionati piuttosto che fare ritorno nella Striscia di Gaza.