C'è una sostanziale debolezza nella coalizione contro lo Stato islamico (SI) in Siria, come ha sottolineato Bryan Bender nel Boston Globe. La coalizione consta di 62 membri, alcuni dei quali sono paesi arabi come l'Arabia Saudita, gli Emirati arabi uniti, la Giordania, il Bahrein, l'Iraq e il Qatar. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno maggior peso nella campagna aerea contro l'auto-proclamato Califfato. Entro l'8 agosto, l'America aveva effettuato 3589 sortite aeree e i suoi partner 8; tra il 23 settembre (quando la maggior parte dei partner si sono uniti agli attacchi) e il 3 novembre sono stati condotti 3320 raid americani, contro i 1090 effettuati da parte degli altri membri della coalizione.
Gli Stati Uniti, dunque, hanno compiuto oltre il 75 per cento delle missioni. È questa un'indicazione delle intenzioni americane? Non è così semplice dirlo.
Uno di questi partner, il Qatar, sembra essere impegnato nella missione in altri modi. Esso ospita la più grande base militare americana del Medio Oriente, il quartier generale regionale del Comando centrale degli Stati Uniti e la base di Al Udeid dove sono di stanza il personale militare e gli aerei americani e britannici.
Nel corso degli anni, il Congresso americano ha autorizzato e stanziato molti milioni di dollari in cambio dell'utilizzo di questa importante base aerea.[1]
Il Qatar è ora disposto a sostenere interamente le spese per la presenza militare statunitense durante la campagna aerea in cambio della protezione americana.[2]
Ad eccezione di un recente titolo apparso su New Republic che strilla: "Il Qatar è un alleato degli Stati Uniti. Essi favoreggiano consapevolmente il terrorismo. Cosa sta succedendo?" Altre posizioni sono più dure, si veda ad esempio il titolo di un altro pezzo che recita: "Ma la cooperazione globale del Qatar è la peggiore nella regione".
Il Qatar è uno dei paesi più piccoli del mondo, con una popolazione ridotta. Un principe saudita una volta ha detto che esso consta di "300 persone e di un canale televisivo" (riferendosi ad Al Jazeera che ha sede nella capitale Doha). L'emirato ha una popolazione di 278.000 abitanti e conta 1.500.000 immigrati che costituiscono il 94 per cento della forza lavoro. Il Qatar, il paese più ricco al mondo per reddito pro-capite gode altresì di una cattiva reputazione riguardo ai maltrattamenti inflitti a gran parte della sua forza lavoro, che versa in uno stato di schiavitù.
Nel paese sono imprigionati Matthew e Grace Huang, una coppia di americani condannati a tre anni di carcere con l'accusa di omicidio per non aver fornito le cure necessarie alla figlia adottiva di otto anni, Gloria, anche se a quanto pare la bambina aveva problemi di salute insorti precedentemente all'adozione. Gli Huang continuano a protestare la loro innocenza e accusano il Qatar di non voler capire come una coppia asiatica possa aver adottato tre bambini africani.
Visto il peso economico e politico dell'emirato, creato dal suo fondo sovrano, dal petrolio e dalla proprietà delle riserve di gas naturale che lo rende il terzo paese al mondo per riserve di gas, il Qatar riveste un ruolo importante sulla scena mondiale e fa molto per migliorare la sua immagine pubblica. Per garantirsi il prestigio internazionale, il piccolo emirato ha agito per garantirsi l'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022, solo per ritrovarsi al centro di controversie.
In altri ambiti, il Qatar è il principale donatore della Brookings Institution, un importante think tank americano. Tra i pagamenti figurano 14,8 milioni di dollari elargiti dopo che l'ambasciatore americano, Martin Indyk, ha accusato Israele del fallimento dell'ultimo ciclo di colloqui di pace israelo-palestinesi; e il denaro erogato a numerose università statunitensi ed europee.[3] Il Qatar ospita anche otto campus universitari internazionali nei pressi di Doha (Virginia Commonwealth, Weill Cornell, Texas A&M, Carnegie Mellon, Georgetown, Northwestern, HEC Paris, University College London, Calgary) e finanzia il RAND Policy Trust. Possiede proprietà costose a Londra, il Barcelona Footbal Club e ha interessi anche in altri settori in tutto il mondo.
Se tutto questo aumenta l'influenza del Qatar, la maggior parte viene fatto per l'apparenza, per presentare al mondo un volto amabile. L'emirato non è tutto torri luccicanti, bar e locali per non musulmani e il suo approccio moderno alle relazioni sessuali non deve ingannare. Esso è l'unico paese wahhabita al mondo che continua a rimanere a fianco dell'Arabia Saudita. Il problema qui è il paradosso del Qatar. Anche se apparentemente i qatarioti sono più liberali dei sauditi, li hanno però superati come finanziatori dell'estremismo e del terrorismo. Come i loro vicini, essi sono tradizionalisti, ciecamente fedeli a una forma di Islam fortemente conservatrice e ai valori islamici.
Sebbene l'emirato sia elogiato per il suo liberalismo in molti settori, nel 2013 la Freedom House ha riportato che "le libertà civili e i diritti politici di residenti e cittadini sono soggetti a rigorose restrizioni, i lavoratori stranieri devono far fronte a condizioni particolarmente repressive". A parte un breve periodo tra il 1976 e il 1988, il Qatar continua a essere definito uno Stato "non libero" dal 1972 e ha una reputazione decisamente pessima a causa del suo brutale trattamento dei poveri lavoratori stranieri.
Anche se i non musulmani sono liberi di professare la loro fede, le leggi del Qatar vietano qualsiasi forma di proselitismo o di manifestazione esterna del credo religioso (come la presenza del crocifisso nelle chiese). Esistono delle leggi severe contro l'omosessualità, l'adulterio (che tecnicamente è un crimine gravissimo punibile con la flagellazione e la lapidazione) e le critiche pubbliche mosse contro il regime. Il Democracy Index del 2011 definisce il Qatar un "regime autoritario" con un punteggio di 3.18 su dieci, classificandosi 138mo su 167 paesi esaminati.
Un esempio lampante di questa tendenza è l'appoggio offerto dall'emirato ai network internazionali delle organizzazioni terroristiche. Mentre gli aerei americani bombardano gli avamposti dell'Isis dalla base aerea qatariota, l'emirato ha fama di foraggiare l'Isis, Hamas, i jihadisti libici e altri ancora. Naturalmente, i qatarioti negano tutto. Ritto accanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, l'emiro Tamim bin Hamad Al Thani ha dichiarato: "Ciò che accade in Iraq e in Siria è estremismo e queste organizzazioni sono in parte finanziate dall'estero, ma il Qatar non ha mai appoggiato né mai appoggerà le organizzazioni terroristiche".
Chiaramente Al Thani sa poco del paese che governa oppure sta cercando di ingannare tutti. Viene in mente come, dopo l'uccisione nel 1973, a Khartoum, di tre diplomatici (due americani e uno belga) da parte di elementi dell'organizzazione Settembre Nero, l'Olp "in privato (…) minacciò rappresaglie se i sudanesi avessero continuato a tenerli in carcere [gli assassini] o se li avessero processati", mentre in pubblico rinnegò le uccisioni.[4]
Da una parte, il Qatar finanzia i terroristi, e dall'altra, collabora con l'Occidente. Sopra: il segretario di Stato americano, John Kerry, a colloquio con l'emiro qatariota, Tamim bin Hamad Al Thani, a New York, il 25 settembre 2014. (Fonte dell'immagine: Dipartimento di Stato statunitense) |
Il predicatore fondamentalista islamico antisemita, Yusuf al-Qaradawi, considerato da molti come il principale ideologo dei Fratelli musulmani, vive in Qatar dagli anni Sessanta, dove predica un messaggio fondamentalista e spesso filo-terrorista attraverso il suo sito web Islam Online e tramite il programma televisivo Sharia and Life (Shariah e vita) di Al Jazeera. Il governo quatariota non ha mai cercato di tenerlo a freno.
L'importante opera pia internazionale Qatar Charitable Society (ora denominata semplicemente Qatar Charity) ha agito da agenzia e da finanziatrice per gruppi terroristici di vari paesi. Ha finanziato al-Qaeda in Cecenia, in Mali e altrove, ha avuto un ruolo centrale negli attentati del 1998 nelle ambasciate americane in Kenya e in Tanzania, e ha finanziato il gruppo islamista siriano denominato Brigata Ahfad al-Rasul. Il piccolo emirato ha anche foraggiato i terroristi impegnati in operazioni nel Mali settentrionale, compreso il gruppo Ansar Dine, sospettato di essere legato ad al-Qaeda nel Maghreb islamico (Nord Africa); e mantiene i contatti con al-Qaeda.
Secondo David Blair e Richard Spencer, che scrivono per il londinese Daily Telegraph, quattro branche del governo qatariota mantengono relazioni con i gruppi armati in Siria e Libia. Si tratta del ministero degli Esteri e di quello della Difesa, dell'Agenzia di intelligence e dell'ufficio personale dell'Emiro [al-Diwan al-Amiri] che, come abbiamo visto, nega categoricamente di finanziare il terrorismo. L'Amiri Diwan, come in Kuwait, appare nelle liste dei ministeri e degli uffici governativi.[5] Naturalmente, il Qatar non fa nulla direttamente e preferisce avvalersi di intermediari e singoli cittadini che svolgono il lavoro al posto suo. Ingenti somme sono state trasferite ad intermediari in Turchia (paese non estraneo all'appoggio al terrorismo) e questo denaro è stato utilizzato per l'acquisto di armi da altri paesi (in particolare dalla Croazia). Le armi sono poi state trasferite ai gruppi ribelli in Siria. Si è inoltre detto che il denaro appartenente a società britanniche operanti in Qatar sia stato dirottato allo Stato islamico. Questo potrebbe richiedere qualche stratagemma finanziario, ma fornisce un altro mezzo per sottrarsi alla condanna dello Stato.
Uno degli esempi più evidenti dell'appoggio offerto dal governo ai gruppi jihadisti è dato dalla presenza a Doha dal 2012 della base internazionale di Hamas, il gruppo terroristico palestinese. A quanto risulta, Khaled Mashaal, capo dell'ufficio politico di Hamas, conduce una vita di lussa in un albergo a cinque stelle di Doha. Il Qatar è stato generoso con Hamas. A ottobre, Mamoun Abu Shahla, ministro del Lavoro dell'Autorità palestinese, ha dichiarato che il governo qatariota aveva erogato 30 milioni di dollari per risolvere la crisi degli stipendi dei dipendenti pubblici della Striscia di Gaza, un atto di munificenza che permetterà a metà degli ex dipendenti del governo di Hamas a Gaza di ottenere i salari non pagati. Questo pagamento è stato organizzato con il Qatar da Robert Serry, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, nonostante i timori di una reazione da parte dei paesi donatori, compresi gli Stati Uniti, che considerano Hamas un'organizzazione terroristica.
A parte le anticipazioni finanziarie erogate alle entità terroristiche, il governo quatariota sembra essere direttamente coinvolto in altre attività, in particolare nel trasporto di aerei carichi di armi destinate ai jihadisti libici. A tal uopo, sono stati utilizzati aerei cargo C-17 per trasportare armi utilizzate per rifornire una milizia fedele a un signore della guerra che aveva combattuto a fianco di Osama bin Laden; si parla di forniture di armi destinate alla coalizione jihadista che ora controlla Tripoli dopo il lancio dell'operazione "Libya Dawn" e di circa 3 miliardi di dollari e 70 aerei carichi di armi per le forze ribelli in Siria.
In Qatar, i fondi raccolti da privati che coordinano le donazioni da parte di singoli donatori o da imprese non sono mai sottoposti a restrizioni, un privilegio che comporta il trasferimento di considerevoli somme di denaro ad al-Qaeda, allo Stato islamico, a Hamas, a Jabhat al.Nusra e ad altri gruppi islamisti siriani.
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha fornito i dettagli riguardanti i finanzieri terroristi che operano in Qatar. Il più noto è Abd al-Rahman al-Nuaymi, un accademico e uomo d'affari che è un elemento chiave tra i donatori qatarioti e al-Qaeda in Iraq, il predecessore dello Stato islamico di oggi. Una volta, al-Nuaymi trasferì 2 milioni di dollari al mese all'organizzazione. Egli inoltre inviò circa 576.000 dollari ad Abu Khalid al-Suri, rappresentante di al-Qaeda in Siria, e 250.000 dollari al gruppo jihadista somalo, al-Shabaab.
Negli ultimi anni, il Dipartimento del Tesoro Usa ha sanzionato Nuaymi e altri finanzieri qatarioti. I funzionari americani ritengono che il Qatar abbia ormai soppiantato l'Arabia Saudita quale fonte principale di donazioni private allo Stato islamico e ad altri affiliati di al-Qaeda. Il governo di Doha non ha preso alcun provvedimento per arrestare o punire Nuaymi o chiunque altro, anche se in teoria la politica islamista è illegale in Qatar.
In molti hanno messo in guardia il premier britannico David Cameron prima del suo incontro con l'Emiro del Qatar, in occasione del quale è stata affrontata la questione dei finanziamenti al terrorismo da parte del Qatar. I due si sono incontrati il 29 ottobre scorso. Ecco uno stralcio del comunicato ufficiale del governo sull'incontro svoltosi a Downing Street:
Per quanto concerne le questioni internazionali, si è discusso del ruolo che entrambi i paesi hanno nella coalizione per affrontare l'Isil, e dell'importanza di tutti i paesi che operano nella lotta all'estremismo e dell'appoggio alle organizzazioni terroristiche. Il premier ha accolto con favore la recente legislazione approvata in Qatar per impedire il finanziamento del terrorismo e ha auspicato la rapida attuazione di queste nuove misure. Essi hanno inoltre convenuto che entrambi i paesi dovrebbero fare di più per condividere le informazioni sui gruppi di interesse.
Occorre anche aggiungere che tra le questioni discusse da questi due leader mondiali c'era il recente investimento qatariota di 20 miliardi di sterline nel Regno Unito e l'offerta di Cameron di mettere a disposizione l'esperienza britannica nell'organizzazione dei mondiali di calcio 2022 che si svolgeranno in Qatar. Col denaro si può tutto; e negli inerti paesi occidentali che stanno appena uscendo da una grave recessione, il denaro conta, eccome! L'emiro Al Thani si è congedato dall'incontro con Cameron coperto di gloria a causa della presunta attività del suo paese finalizzata a sconfiggere il terrorismo islamista in tutto il mondo.
I leader dei paesi occidentali minacciati dall'avanzata jihadista sono felici di sedere con i maggiori finanziatori del terrorismo, offrire loro aiuto, ottenere il massimo profitto economico e sorridere alle telecamere. Poi vendono i loro cittadini in cambio di briciole da parte dei sovrani ricchi di petrolio che stanno a guardare, tutti sorridenti, mentre l'Occidente si umilia per l'avidità e la totale mancanza di interesse per le questioni dei diritti umani che perseguitano questi sceiccati in quasi tutto ciò che fanno. I qatarioti hanno il denaro, il potere e l'influenza, e un amore sviscerato per l'Islam fondamentalista. Sanno ciò che fanno e aspettano che arrivi il loro giorno.
Denis MacEoin è un ex docente di Arabo e Studi islamici e un illustre senior fellow al Gatestone Institute.
[1] Ecco un breve elenco di questi pagamenti. Dall'esercizio fiscale 2012 a quello 2013 il Congresso ha autorizzato e stanziato 126 milioni di dollari per l'edilizia militare statunitense in Qatar. Il National Defense Authorization Act per l'esercizio fiscale 2008 (PL 110-181) ha autorizzato la spesa di 81,7 milioni di dollari nell'anno fiscale 2008 da utilizzare per la costruzione di nuovi impianti dell'Aeronautica militare e per Operazioni speciali nel Qatar. Il National Defense Authorization Act per l'esercizio fiscale 2009 (PL 110-417) ha autorizzato la spesa di 69,6 milioni di dollari nel 2009 per la costruzione di nuovi impianti dell'Aeronautica militare e per Operazioni speciali. Il National Defense Authorization Act per l'esercizio fiscale 2010 (PL 111-84) autorizza 117 milioni di dollari nell'anno fiscale 2010 da spendere per costruire nuove strutture ricreative, dormitori e altri impianti nella base aerea di Al Udeid. La richiesta per l'anno fiscale 2011 è stata di 64,3 milioni di dollari da spendere per l'edilizia militare in Qatar, per la costruzione di impianti dell'Aeronautica militare e per un deposito della National Security Agency. La richiesta per l'esercizio fiscale 2012 prevede lo stanziamento di 37 milioni di dollari per continuare il progetto finalizzato alla costruzione di nuove strutture ricreative e del dormitorio. Vedi "Congress Appropriations and Authorizations", in "Al-Udeid Air Base," Wikipedia.
[2] "Qatar says ready to pay 'in full' for US military presence: Amr Moussa," Press TV, 1 December 2012 (accompagnato da numerose condanne del Qatar).
[3] Per maggiori dettagli sulle donazioni al Regno Unito, si veda Robin Simcox, "A Degree of Influence", London, The Centre for Social Cohesion, 2009.
[4] Joshua Muravchik, Making David into Goliath, New York, 2014, p. 49, che menziona David Korn.
[5] Vedi anche Ministero degli Interni, "Ministeri".